L'ASINO DI BURIDANO

Massimo Parodi

Professore di Storia della filosofia medievale all'Università Statale di Milano.

Previsioni del tempo

Dopo un faticoso giorno di afa, finalmente una bella notte di pioggia; fumando una sigaretta sul balcone per osservare gli alberi e l’acqua, mi sono tornati antichi ricordi.
Si affacciava alla finestra con espressione severa e consapevole e sentenziava: c’è aria di neve. Spesso succedeva che nel giro di qualche giorno nevicasse veramente e io – bambino – ero contento del suo successo. Non ho mai capito bene perché quelle parole mi affascinassero, ma lei lo sapeva e quella frase si era trasformata in una specie di recita dedicata a me, io lo sentivo e ne ero sempre più sedotto, quasi si trattasse della dimostrazione di un qualche potere di mia madre sulle condizioni del tempo. Probabilmente mi sentivo protetto.
Quel quadretto infantile mi torna in mente quando leggo queste parole del mio Agostino nel commento al salmo 134:

13. [v 7.] Solleva le nubi dalle estremità della terra. Sono, queste, opere del Signore che vediamo nel mondo da lui creato. Vengono le nubi dall’estremità della terra, si adunano nel mezzo [del cielo] e si mutano in pioggia; tu però non sai donde siano sorte. Te lo indica il profeta dicendo: Dalla estremità della terra. Si tratti delle profondità della terra o del limite estremo che l’attornia, è Dio che solleva le nubi da dove vuole, comunque sempre dalla terra. Rese i fulmini apportatori di pioggia. Senza pioggia, i fulmini ti spaventano, ma non ti producono nulla. Rese i fulmini apportatori di pioggia. Cadono i fulmini e tu tremi, piove e tu gioisci. Rese i fulmini apportatori di pioggia. Colui che ti spaventava ha pensato a farti gioire. Egli estrae i venti dai loro nascondigli; difatti del vento non conosci le cause né la provenienza. Senti che soffia ma non sai per qual motivo soffi né da quale nascondiglio originario provenga. Devi comunque prestare a Dio l’ossequio di credere che non soffierebbe se non gliel’avesse ordinato il suo artefice, se non l’avesse prodotto il Creatore.

A volte è bello non sapere, affidarsi con fiducia a qualcuno cui si delega la scelta anche di cose che ci coinvolgono molto, come le condizioni del tempo.
Oggi gli amici mi dicono: attento perché domani verso le 17 comincia a nevicare e verso le 17 comincia a nevicare. Oggi fa caldo, ma non preoccuparti: venerdì viene un temporale e venerdì si scatenano fulmini e saette. Vorrei tanto continuare a non saperlo.
Giuro che non è nostalgia per un tempo pre-tecnologico, è solo nostalgia per quella atmosfera infantile e rarefatta. E’ sicuramente meglio oggi, ma mi mancano tanto quella voce e quelle parole.

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