L'ASINO DI BURIDANO

Massimo Parodi

Professore di Storia della filosofia medievale all'Università Statale di Milano.

Metafore ed elezioni

Il poeta e il postino sono seduti fianco a fianco sulla riva del mare. Il poeta recita una sua poesia in spagnolo e il postino lo segue con grande intensità. Cosa ne pensi? chiede il poeta arrivato al termine e il postino comincia a rispondere dicendo: è stranosei un critico severono, non mi riferivo alla poesia ma alle mie sensazioni mentre la ascoltavo. Incalzato dal poeta, il postino si spiega dicendo di essersi sentito come una barca sballottatta dalle parole della poesia che gli turbinavano intorno.
Sai che cosa hai fatto? chiede Neruda – il poeta – e Massimo Troisi, che interpreta il postino, appare assai meravigliato quando viene a sapere di aver fatto una metafora. Non vale però commenta perché non era voluta e china la testa con quella espressione da bambino grande che è rimasta nella memoria di tutti quelli che lo hanno amato.
Questa immagine strordinariamente dolce e commovente mi è tornata in mente sentendo alcuni degli interventi che hanno affollato la campagna elettorale per le prossime europee. Un trionfo di metafore, come al solito, e che metafore! Avversari indicati come assassini, Hitler, ebetini e chissà se nasce dalla ben più preziosa abatini con cui Gianni Brera si riferiva a Mazzola e Rivera? Ma non basta: cessi da allargare per sistemarvi gli avversari politici qualora si presentassero a Bruxelles in numero eccessivo.
Le metafore possono far sognare, possono commuovere, possono meravigliare, ma di metafore si può anche morire!

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