L'ASINO DI BURIDANO

Massimo Parodi

Professore di Storia della filosofia medievale all'Università Statale di Milano.

Il quarto violino

Una splendida proposta per celebrare il giorno della memoria, che ogni 27 gennaio ricorda la liberazione dei prigionieri del lager di Auschwitz, viene dall’Accademia di santa Cecilia di Roma, con un concerto in cui si potranno sentire suonare insieme dodici violini e un violoncello che, con storie drammatiche e commoventi, hanno attraversato la Shoa e sono tornati a nuova vita grazie ai restauri di Amnon Weinstein, liutaio israeliano.
Il concerto sarà trasmesso in diretta su rai5 e credo valga la pena di coglierne – secondo le parole degli organizzatori – il messaggio di vitalità e di speranza nel linguaggio universale della musica, in un momento ideale di dialogo e fratellanza.
Sia permessa una sommessa considerazione – per così dire – critica. Il sito di Santa Cecilia presenta i tre violinisti solisti sottolineando il fatto che essi sono rappresentanti delle tre religioni monoteiste, il che è sicuramente simbolo di rapporti nuovi e auspicabili fra tre grandi tradizioni della storia europea e del bacino mediterraneo, ma al tempo stesso di una rinnovata e rinvigorita presenza del discorso religioso nella cultura dei nostri giorni. Forse tra i violini della speranza se ne sarebbe potuto prevedere un quarto, a rappresentare quanti, pur riconoscendo il proprio debito nei confronti di queste tradizioni culturali e religiose, percorrono, oggi, una strada diversa.
Rimanendo in ambito musicale, si possono ricordare le parole di quello che fu quasi un inno di generazioni neanche troppo lontane che si commuovevano ascoltando John Lennon cantare:

Imagine there’s no heaven / It’s easy if you try / No hell below us / Above us only sky / Imagine all the people / Living for today
Imagine there’s no countries / It isn’t hard to do / Nothing to kill or die for / And no religion too / Imagine all the people / Living life in peace

  1. Così scriveva Walter Benjamin nel suo bellissimo saggio sulle Affinità elettive: Nur um der Hoffnunglosen Willen, ist uns die Hoffnung gegeben, … è solo per i disperati che la speranza ci viene data … La disperazione e la speranza non hanno confessioni e non hanno religioni.

  2. Nei campi di sterminio nazisti sono morti ebrei, rom, comunisti. Comunisti non ce ne son più. Magari a Santa Cecilia non volevano un violinista rom.

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