THE VISIONNAIRE

Francesco Grillo

Francesco è Amministratore Delegato di Vision and Value, società di consulenza direzionale e si occupa soprattutto di valutazione di politiche pubbliche per organizzazioni internazionali. E' direttore del think tank Vision, con cui gestisce diversi progetti dedicati a "le università del futuro", "big society", "la famiglia del futuro" ed in generale all'impatto della rivoluzione delle tecnologie dell'informazione sulla società e sull'economia. In precedenza ha lavorato per la Bank of Tokyo e con McKinsey. Laureato in economia alla LUISS, ha completato un MBA alla Boston University e un PhD presso la London School of Economics con una tesi sull'efficacia della spesa pubblica in ricerca (http://www.visionwebsite.eu/vision/staff_cv.php?cv=1) . E' editorialista de Il Mattino e de Il Messaggero ed è autore di diversi libri sull'impatto di Internet sulla sanità (Il ritorno della rete, Fazi, 2003), sull'automobile (La Macchina che cambiò il Mondo, Fazi, 2005), sui media (Il Sonno della Ragione, Marsilio, 2007).

Il paradosso delle elezioni del Presidente della Repubblica e la soluzione Mattarella

Difficile immaginare un Presidente migliore di Sergio Mattarella.
Anche per una ragione che pochi ricordano, anche se di strettissima attualità.

Questo Presidente viene eletto da un Parlamento che, a sua volta, fu nominato sulla base di una legge elettorale ritenuta incostituzionale. Ed è un paradosso il fatto che ad essere eletto Presidente è uno dei giudici che rilevarono l’incostituzionalità della legge con la quale fu eletto quel Parlamento.

Certo gli stessi giudici si affannarono a spiegare che le Camere conservavano la propria operatività. E, però, quello che qualcuno chiama “vulnus”, è una lacerazione assai grande.

In Ucraina e Egitto, paesi con tradizioni assai meno democratiche del nostro, sentenze simili da parte della Corte Suprema hanno di recente innescato vere e proprie rivoluzioni che hanno portato allo scioglimento del Parlamento.

Da noi il Parlamento – certamente assai indebolito nella propria legittimità – si è messo invece a fare grandi riforme costituzionali. Laddove, invece, non foss’altro che per “stile” istituzionale, Napolitano avrebbe dovuto imporre come condizione per la propria permanenza, una nuova legge elettorale da fare in un mese e di sicuro priva di difetti di costituzionalità. Per poi magari sciogliere le camere e sciogliere il paradosso.

La soluzione era, peraltro, a portata di mano ed era proprio la legge elettorale di cui fu primo firmatario Sergio Mattarella e che aveva regolato le elezioni in tutta la prima fase della “seconda repubblica”, dal 1993 al 2005, con forti element maggioritari. Senza che nessuno ne mettesse mai in discussione la leggitimità.

Si doveva ripartire dal “mattarellum”. Ed invece si è preferito convivere con un paradosso che ha solo reso più grave una crisi di democrazia che è grande quanto la crisi economica. Ed è, per un degli strani scherzi della storia, che a Mattarella si ritorna.

In questo senso, Mattarella può davvero essere un coniglio nel cilindro di un sistema abbastanza impazzito. Non solo per questo elemento simbolico. Ma per il suo essere, davvero, un garante della legalità.

E’, forse, da questo signore siciliano, fratello di Piersanti che fu uno dei martiri della Mafia, sopravvissuto di una generazione di politici ispirati da valori, che questo Paese deve ripartire per trovare una sua normalità.

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