Isis, il Califfato fra barbarie e ‘modernità’

Da Reset-Dialogues on Civilizations –

Modernità, pragmatismo, uso della propaganda e dei social network, “seduzione”. È all’interno di queste coordinate che si può inserire un’analisi dello Stato islamico, o Isis, che cerchi di ripercorrere l’origine delle milizie islamiche e del Califfato e che non tenga conto unicamente delle immagini di barbarie e violenze che da mesi giungono sui media di tutto il mondo. La violenza e la barbarie del gruppo sono indubbie e atroci: le decapitazioni degli ostaggi e la pulizia etnico-religiosa sono un’arma che il gruppo terroristico usa, ma in modo diverso rispetto a quanto facevano i talebani o la stessa al Qaeda. Perché la sfida prima e ultima dello Stato islamico non è quella di mantenere in vita un gruppo terroristico ma quella di creare un vero e proprio Stato, il Califfato appunto, dotato di un territorio, di un’economia, di un patto sociale che tenga insieme la società, e che sia fonte di attrazione per una parte del mondo musulmano. Questo è anche il grande rischio che l’Occidente deve affrontare: che questa prospettiva si traduca in realtà. Questa, in sintesi, la tesi alla base del libro dell’analista politica ed economista Loretta Napoleoni “Isis. Lo stato del terrore. Chi sono e cosa vogliono le milizie islamiche che minacciano il mondo” (Feltrinelli 2014).

Sono numerosi i libri usciti fra il 2014 e l’inizio del 2015 sull’Isis: si cerca di capirne di più, si ha bisogno di capirne di più rispetto a un gruppo che di volta in volta ha cambiato nome anche a seconda delle esigenze sul campo militare e geopolitico e di quelle del sistema mediatico. Fra le diverse pubblicazioni uscite negli ultimi mesi si segnala appunto il libro di Napoleoni. Il volume è agile, scritto sull’onda della necessità impellente di analizzare e ricostruire l’ascesa del Califfato e la figura che lo guida, al Baghdadi. Scrive Napoleoni: «Nonostante il carattere draconiano dello Stato Islamico, ritenerlo un’entità “arretrata” sarebbe un errore. Mentre il mondo dei talebani era limitato alle scuole coraniche e a un sapere basato sulle parole del Profeta, l’incubatrice dello Stato Islamico sono state la globalizzazione e la tecnologia moderna. Quel che distingue l’organizzazione da ogni altro gruppo armato che l’ha preceduta – compresi quelli attivi durante la Guerra fredda – e quel che ne spiega l’enorme successo sono la sua modernità e il suo pragmatismo».
La leadership dello Stato islamico ha capito, per esempio, le potenzialità di sviluppo che poteva avere in Siria, sfruttando a suo vantaggio il conflitto nella regione, avvantaggiandosi della guerra per procura combattuta in quel territorio e dei finanziamenti provenienti da Kuwait, Qatar e Arabia Saudita per conquistare postazioni economiche e avvantaggiarsi del gioco dei sostegni incrociati o dei veti internazionali che si esercitano nell’area. L’Isis usa inoltre la propaganda della paura e della violenza, attraverso il moderno uso delle nuove tecnologie e dei social network, con l’obiettivo di spaventare i nemici, di esaltare la forza del Califfato anche oltre le sue reali capacità e di fare proseliti in una parte del mondo musulmano.

Spiega Napoleoni: «Secondo molti sostenitori, il principale obiettivo dello Stato Islamico è rappresentare per i musulmani sunniti ciò che Israele è per gli ebrei: uno stato nella loro antica terra, rioccupata in tempi moderni; un potente stato confessionale che li protegga ovunque essi si trovino. Per quanto scioccante e rivoltante possa apparire un simile raffronto, è questo il potente messaggio che l’Isis trasmette ai giovani musulmani che vivono nel vuoto politico creato da fattori allarmanti quali la corruzione dilagante, la disuguaglianza e l’ingiustizia presenti nei moderni stati musulmani». Un messaggio di questo genere genera poi “seduzione” anche per i musulmani europei e americani.
All’interno di queste coordinate, Loretta Napoleoni ripercorre dunque i passaggi che hanno portato all’ascesa del Califfato, dalla sua capacità di sfruttare la guerra per procura combattuta in Siria alla creazione di quello che per ora si presenta come uno “stato guscio”, dotato cioè di infrastrutture socioeconomiche ma non del riconoscimento politico e del consenso di un vero e proprio Stato, fino alla ricerca del consenso da parte della popolazione (o almeno di una sua porzione) attraverso l’offerta di programmi sociali. Scrive Loretta Napoleoni: «Se l’Isis riuscirà a fondare una nuova nazione in Iraq e Siria, la minaccia costituita da questa conquista andrà ben al di là della riorganizzazione del paesaggio politico di questi due paesi. Per la prima volta nella storia moderna, un’organizzazione armata avrà conseguito l’obiettivo finale del terrorismo: creare un proprio stato sulle ceneri di nazioni preesistenti; e non, com’è accaduto in Iran, attraverso una rivoluzione, ma mediante una tradizionale guerra di conquista basata su tattiche terroristiche. Se tutto ciò avverrà, lo Stato Islamico assurgerà a modello autentico del terrorismo». Uno degli aspetti sui quali ci si deve interrogare è poi la capacità dello Stato islamico di fare proseliti fra i musulmani d’Occidente. L’autrice si interroga dunque sulla «seduzione ultima del Califfato» e la spiega così: «La possibilità di partecipare alla costruzione di un nuovo ordine politico in Medio Oriente, alla creazione di uno stato moderno privo di razzismo e tensioni settarie – dopo aver fatto pulizia etnica, certo – rappresenta per molti un’opportunità senza precedenti. Potrebbe essere che i seguaci dell’Isis vedano nel Califfato una nazione non corrotta e incorruttibile, dotata di un profondo senso di fratellanza, una società priva delle sfide che le donne musulmane occidentali e occidentalizzate rappresentano per i maschi soggiogati da un sistema politico autoritario ed elitario, una nazione governata dall’onore, una società allo stesso tempo contemporanea e perfettamente in armonia con al Tawhid, l’unità dei fedeli ordinata da Dio? In verità, questa nazione idealistica non soltanto offre ai musulmani la liberazione da secoli di umiliazione, ma rappresenta anche l’utopia politica sunnita per il Ventunesimo secolo, un potente edificio filosofico che per secoli gli studiosi hanno cercato, invano, di far nascere. Questa, in sintesi, è la moderna forza politica che fino all’estate 2014 l’Occidente e il resto del mondo hanno deciso di ignorare».

Nell’analisi di Loretta Napoleoni trova poi spazio la disamina dell’uso sofisticato che lo Stato islamico fa della tecnologia e dei social media, un campo nel quale l’Occidente ha fallito, prima perché ha ignorato gli sviluppi dell’Isis attraverso la comunità virtuale e le comunicazioni elettroniche, poi perché ha iniziato ad ascoltare le voci sbagliate. La macchina della propaganda è sempre in attività, mentre professionisti delle tecnologie fanno sì che i video dell’orrore siano sempre in circolazione sul web, o che i discorsi di al Baghdadi siano tradotti e diffusi prontamente su Facebook e su Twitter. Lo Stato islamico sfrutta la diffusione della paura attraverso la propagazione della barbarie sui media. «Lo Stato islamico sa bene che la violenza estrema è un elemento che fa vendere bene la notizia: in un mondo sovraccarico di informazioni, il ciclo mediatico di ventiquattr’ore cerca immagini sempre più crude; da qui la sovrabbondanza di foto e video di brutali punizioni e torture caricate in formati che possono essere visti facilmente sugli apparecchi di telefonia mobile. Nella nostra voyeuristica società virtuale, quel che appare come una forma di sadismo confezionato in maniera attraente è diventato un grande spettacolo mediatico».
Impossibile dire dove lo scenario porterà. La guerra dello Stato islamico era in corso quando l’autrice ha scritto il libro ed è tuttora in corso, per cui l’analisi proposta deve giocoforza fermarsi di fronte a un esito del conflitto tuttora imprevedibile. Emerge però un dato: l’incapacità dell’Occidente di affrontare la questione, di saper vedere le conseguenze delle politiche adottate in Medio Oriente, il passo arrancante delle forze antiterrorismo e dei servizi di intelligence di fronte agli strumenti messi in campo dallo Stato islamico.

Vai a www.resetdoc.org

Titolo: Isis, lo Stato del terrore

Autore: Loretta Napoleoni

Editore: Feltrinelli

Pagine: 144

Prezzo: 13 €

Anno di pubblicazione: 2014



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