L'INSOSTENIBILE

Mauro Buonocore

Giornalista

Rio +20: la crescita sostenibile comincia oggi

Il futuro dello sviluppo sostenibile è arrivato. Bussa alle porte della conferenza di Rio e si piazza davanti ai potenti della Terra, chiamati in questi tre giorni a fare qualche passo avanti in tema di emissioni di gas a effetto serra, a trovare accordi per una gestione più efficiente e ordinata delle risorse naturali e cercare di fare in modo che, finalmente, crescita e sostenibilità non siano più considerati una contraddizione, ma parole che stanno bene insieme: sviluppo sostenibile.

Ci riusciranno? Le negoziazioni che impegnano delegati dei paesi dell’Onu vanno avanti da giorni e culmineranno nella tre giorni di Rio (20-22 giugno). Sul risultato finale è stato molto chiaro il segretario generale della Conferenza Sha Zukang: niente a che vedere con quanto emerso da Rio vent’anni fa. Allora si uscì dal meeting con risultati concreti come, tra l’altro, la nascita dell’UNFCCC (convenzione quadro dell’Onu sui cambiamenti climatici), una convenzione sulla biodiversità, un programma di azioni per lo sviluppo sostenibile nel XXI secolo (Agenda 21) e una dichiarazione siglata dai partecipanti. Stavolta, sottolinea Sha Zukang, chi si aspetta un accordo che abbia forza di legge e vincoli gli stati a comportamenti virtuosi rimarrà di certo deluso. Stavolta si discute senza mettere sul tavolo vincoli legali e tutto quello che emergerà sarà un accordo su base volontaria e politica da parte di chi vorrà aderire. Dopo vent’anni si torna a Rio soprattutto per cercare impegni formali sugli obiettivi fissati nel 1992 e disattesi negli ultimi due decenni.

La sterzata necessaria. In altre parole, l’obiettivo di Rio è far capire a capi di stato e decisori politici che non è più tempo di considerare la sostenibilità come un bel concetto da collocare in un futuro che non diventerà mai presente. “Oggi pensiamo a crescere, domani penseremo a dare una ripulita” questo è il mantra che ha guidato lo sviluppo così come lo conosciamo oggi ha fatto il suo temo, scrive sul Guardian Connie Hedegaard, commissaria europea per il clima. Così come ha fatto il suo tempo l’oziosa abitudine di rimandare il conto alle generazioni che verranno. Un conto calcolato utilizzando parametri che appartengono anch’essi al passato, come il Pil ad esempio che, continua Hedegaard, non è più sufficiente a descrivere modelli di sviluppo sostenibili poiché è un indice incentrato sulla produzione e non tiene in considerazione benessere o salute. Paradossalmente, insiste il commissario europeo, i disastri naturali che distruggono edifici, infrastrutture e culture, sono un fattore positivo nel calcolo del Pil perché la ricostruzione sollecita attività economiche e produttive.

Ecco, l’obiettivo principale di Rio è convincere gli esperti che l’espressione “Business as Usual”, utilizzata per descrivere in studi e grafici l’attuale sfruttamento delle risorse e il modello di sviluppo praticato finora, non può più appartenere al nostro presente. Riguarda il passato che finisce a Rio+20, proprio lì dove inizia il presente dello sviluppo sostenibile.

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