AVANTI POPOLI!

Alessandro Lanni

Giornalista e autore di "Avanti popoli! Piazze, tv, web: dove va l'Italia senza partiti" (Marsilio 2011) e "Enigma Grillo" (40K - Unofficial 2013) http://40k.it/enigma-grillo

Karl Kraus come fosse Beppe Grillo

Nel saggetto “Karl Kraus, scuola di resistenza” – contenuto nella raccolta La coscienza delle parole – Elias Canetti racconta l’esperienza di spettatore a una lettura dello scrittore satirico viennese. In poche pagine il Nobel fotografa l’esaltazione verso Kraus ed è difficile non notare quanti punti di contatto esistono con la figura di Beppe Grillo, dal rapporto dei militanti col leader e al linguaggio stesso del leader M5S.

Insieme a un migliaio di persone, Canetti ascolta la tirata di Kraus.

La guerra e le sue conseguenze, vizi, assassinii, avidità di guadagno, ipocrisia, ma anche errori di stampa, venivano estratti e isolati dai più diversi contesti con la medesima irruente energia, chiamati con il loro nome, stigmatizzati, e in una sorte di furore scagliati su mille persone che coglievano ogni parola, la disapprovavano, la acclamavano, la deridevano e la salutavano con giubilo.

Devo confessare che la cosa che più mi sorprese fu innanzitutto la rapidità impetuosa dell’effetto sulla massa.

La lingua di Kraus colpisce Canetti («una lingua stranamente cementata, in qualche misura affine ai paragrafi giuridici … L’affinità con la sfera del diritto si poteva cogliere nel fatto che tutto presupponeva una legge stabilita e assolutamente inattaccabile, certa»).

Era chiaro ciò che era buono e ciò che era cattivo. Era duro e naturale come il granito, che nessuno sarebbe riuscito a graffiare o a scarabocchiare.

Una legge – quella che attraversa le parole di Kraus – che è come «una sequenza di punizioni annientanti che si compiva dinanzi a tutti, nell’orecchio di tutti, appariva così terrificante e possente che nessuno era in grado di sottrarvisi».
I blocchi con cui Karl Kraus costruiva erano “condanne”. Ascoltare Kraus o leggere qualche annata della sua Fackel, scrive Canetti, fa sopravvenire «un’invasione di verdetti forti e inesorabili, in relazione ai quali non sussisteva il minimo dubbio«.

Canetti è stato prima un grande fanatico di Kraus, per poi divenire un critico durissimo dell’autore de Gli ultimi giorni dell’umanità.
Così nel saggio racconta il percorso di “uccisione del padre” descrivendo lo status di militante krausiano:

Perché allora io ho realmente fatto l’esperienza di che cosa vuol dire vivere sotto una dittatura. Io ero un suo (di Kraus ndr) sostenitore volontario, devoto, appassionato ed entusiasta. Un nemico di Karl Kraus era un uomo spregevole, immorale; e se non mi spinsi al punto, cosa che nelle dittature successive divenne consueto, di sterminare insetti immondi, pure avevo anch’io, lo debbo confessare con vergogna – sì, non posso dire in altro modo: avevo anch’io i miei “Ebrei” (…) uomini che io con assoluta serietà non consideravo più parte dell’umanità: le vittime e i nemici di Karl Kraus.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *