Dalla teoria alla pratica: la fratellanza
di Abu Dhabi e l’incontro con l’altro

La Chiesa cattolica e i suoi rapporti con l’Islam, ‘ri-fondati’ da Papa Francesco e dal Grande imam della moschea universitaria al-Azhar, Ahmad al-Tayyeb, con la firma del “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, rappresentano il focus dell’ultima fatica di Paolo Branca e Antonio Cuciniello, rispettivamente docente di Lingua e Letteratura araba e ricercatore in Storia dei Paesi islamici presso l’Università Cattolica di Milano: “Per una fratellanza umana – Cristiani e musulmani uniti nella diversità”, nella collana Saggistica delle edizioni Paoline.

Fresco di stampa, il volume pone particolare attenzione non solo al percorso che Francesco ha dedicato, fin dall’inizio del suo pontificato, al dialogo con il mondo islamico nel suo insieme, ma soprattutto a come, nel concreto, l’incontro con l’altro possa realizzarsi. L’obiettivo è quello di sottrarre il Documento congiunto – firmato il 4 febbraio del 2019 ad Abu Dhabi – alla pura teoria, per calarlo nella vita quotidiana, in particolar modo nei percorsi formativi che le giovani generazioni intraprendono a scuola, all’università, negli istituti di ricerca.

E così la riflessione sul dialogo interreligioso muove inizialmente dal piano linguistico, terreno di elezione per Paolo Branca, che ne sviscera gioie e tormenti, per poi mettere a fuoco comuni “pulsazioni dello spirito”, cioè il recinto ideale in cui far crescere lo scambio, il rispetto reciproco, il riconoscimento del fratello.

Ma affinché tutto ciò possa avvenire, il primo limite da superare è l’analfabetismo interculturale, emerso in tutta la sua prepotente diffusione quando i fenomeni migratori si sono fatti più intensi, nell’ultimo decennio: Cuciniello analizza le responsabilità e le potenzialità del sistema educativo nel plasmare la società del domani. Una realtà composita che potrà dirsi ancorata ai principi democratici e della cittadinanza attiva a condizione che, ancor prima del dialogo fra credenti – e anche con i non credenti -, avvenga un autentico incontro fra esseri umani di diversa provenienza religiosa, culturale, geografica.

In questo momento storico – questo è il postulato dell’intero volume e prima di esso del Documento di Abu Dhabi – nessuna fede può pensare di “vivere nell’isolamento e nella reciproca indifferenza”, sottolinea il ricercatore. L’incontro è inevitabile, lo impone la globalizzazione, dalla quale ogni angolo del creato è investita.

Tre gli orientamenti fondamentali che Papa Francesco indicava già nell’aprile del 2017 ai partecipanti alla Conferenza Internazionale per la Pace, tenutasi ad al-Azhar, al Cairo, per affrontare un dialogo proficuo: il dovere dell’identità, il coraggio dell’alterità e la sincerità delle intenzioni.

Attenzione, al Documento sinergico di Abu Dhabi si è giunti attraverso un lungo percorso di convergenza, ben evidente nella vasta bibliografia cui gli autori fanno riferimento e di cui citiamo, giusto come esempio fra decine di testi condivisi, il “Discorso agli esponenti religiosi” del pontefice Benedetto XVI, a Gerusalemme nel 2009, e la “Dichiarazione di Marrakesh”, del gennaio 2016, scaturita dai lavori di circa trecento personalità (leaders, studiosi e giuristi) provenienti da centoventi Paesi, per la maggior parte a maggioranza islamica. La “Dichiarazione” promuove il rinnovamento dei testi che disciplinano lo statuto delle minoranze non-musulmane nei Paesi a maggioranza musulmana: un’impellente necessità, di fronte all’emergere di derive islamiche radicali aliene a qualsiasi tipo di dialogo interreligioso.

Il volume delle edizioni Paoline valorizza dunque tali pietre miliari sul cammino del dialogo tra fedi e approda al “Documento sulla fratellanza umana” per rileggerlo nel dettaglio, nella consapevolezza che “tanto se ne è parlato”, ma poco lo si è letto.

Così i due studiosi ne evidenziano la profondità e lo sforzo teologico condiviso, teso a porre l’accento, innanzitutto, sull’importanza dell’autocoscienza (che senso ha parlare di ‘loro’ quando si è perso il vero ‘noi’?), e poi sulla conoscenza dell’altro, l’identificazione di quanto di bello e ricco può rappresentare, anche in prospettiva teologica.

Non manca nel libro di Branca e Cuciniello la riflessione sociale, in prospettiva italiana ed europea, sull’onda dei concetti di interazione ed integrazione, né è assente una ‘finestra’ sull’ ‘Islam in Europa’, ancora oggi di più facile individuazione rispetto ad un ‘Islam europeo’. Infine, alcuni cenni alle prime iniziative messe in campo dopo la diffusione del “Documento sulla fratellanza umana”, segno di un lungo processo di ricezione e ‘digestione’ del messaggio emiratino, appena iniziato: l’istituzione, nell’agosto del 2019, di un Comitato superiore per l’attuazione della Dichiarazione di Abu Dhabi, composto da membri cristiani cattolici e musulmani, che supporta il dialogo con progetti concreti internazionali.

Perché il testo di Francesco e al-Tayyeb può rappresentare una base di discussione anche per le altre religioni mondiali, monoteistiche e non: nel novembre del 2019, non a caso, durante la sua visita ufficiale in Thailandia, il pontefice ne ha donato copia alle massime cariche buddiste del Paese.

Titolo: Per una fratellanza umana. Cristiani e musulmani uniti nella diversità

Autore: Paolo Branca e Antonio Cuciniello

Editore: Paoline Editoriale Libri

Pagine: 128

Prezzo: 12 €

Anno di pubblicazione: 2021



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