Zygmunt Bauman è morto ieri all’età di 91 anni. Scompare con lui uno degli intellettuali europei più noti e seguiti. Aveva conquistato consensi e simpatie diffuse grazie alla sua capacità di dare la voce e un linguaggio alla società contemporanea orfana della grande industria di massa su cui si era costruito un ordine solido e duraturo tanto da apparire indistruttibile. Il tramonto del fordismo – il grande tema di Bauman negli ultimi tre decenni – e il passaggio alla “società liquida” hanno dominato la sua riflessione e sono diventati senso comune. L’ultimo suo saggio per Reset-Dialogues on Civilizations su “Trump, l’uomo forte e la classe ansiosa”

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