Renzi annuncia la riforma della Pubblica Amministrazione

Il Corriere della Sera: “Dirigenti licenziabili e prefetture dimezzate. Le misure ‘anti-burocrazia’ di Renzi”. A centro pagina il titolo più grande: “Il giudice frena Berlusconi”. “L’ufficio di sorveglianza boccia le richieste di ‘maggiore libertà’ dell’ex Cavaliere”, “’Le sue offese in contrasto con le finalità dei servizi sociali’”.

 

La Repubblica: “Statali, si cambia, manager licenziabili, prefetture dimezzate”, “Renzi: colpiamo i fannulloni, taglia ai permessi sindacali. Il ddl solo a giugno dopo quaranta giorni di confronto”.

La vignetta di Altan: due Cipputi con le loro tute blu, una ha la bandiera rossa in spalla. “Primo maggio, Cippa”. “Quanti ricordi…”.

A centro pagina: “Aldrovandi, l’ira del Colle: vicenda indegna”.

 

La Stampa: “Burocrazia, sindacati, prefetti. Arriva la sforbiciata di Renzi”, “Licenziabili i dirigenti senza incarico. Madia: mobilità anche obbligatoria”.

Sotto la testata: “Aldrovandi, Napolitano condanna gli applausi: ‘Una vicenda indegna’. Il premier: disonorate migliaia di divise”.

A centro pagina, la foto di una donna che manifesta in Oklahoma contro la pena di morte, dopo l’iniezione letale sbagliata somministrata ad un condannato a morte che è deceduto dopo 43 minuti: “L’esecuzione chic che sconvolge gli Usa”.

 

Il Sole 24 Ore: “Mobilità e niente esuberi”. “Ruolo unico per i dirigenti, stretta sui magistrati amministrativi”, “Renzi annuncia le linee guida, decreti attuativi a giugno. Stop a liti temerarie e sospensive più difficili”. A fondo pagina il quotidiano dà notizia della morte del patron di Ilva, Emilio Riva, “’ragioniere dell’acciaio’”.

 

Il Fatto: “Non si uccidono così i cittadini innocenti”, “Dopo gli applausi infami ai poliziotti condannati per la morte di Adrovandi, la madre di Federico accusa: ‘Ora ci deve pensare la politica’. Ma le ordinarie violenze degli agenti continuano ad essere ‘coperte’ da convenienze e giochi di potere”.

A centro pagina: “B. dai malati di Alzheimer, ‘Ma andrò in tutte le tv’”.

E poi attenzione per il presidente del Consiglio, nel capitolo “chiacchiere & affari”: “Renzi, annunci sulla P.A e 600 milioni al G8 di Firenze”, “Sulla riforma del pubblico impiego, il premier rinvia tutto a dopo le Europee. Evitato il taglio degli stipendi per non perdere voti, riduzione dei prefetti da 200 a 40. Intanto, Palazzo Chigi sarà decisivo per finanziare l’evento fiorentino del 2017”.

 

Il Giornale: “La polizia si spacca. Sindacati divisi, ministro e vertici contro gli agenti. Troppo cao e poco rispetto per chi ci difende”. E poi: “Altra cambiale di Renzi, sugli statali prende tempo: rimanda la riforma per non perdere voti”. E ancora: “Berlusconi assisterà i malati di Alzheimer. <e i giudici gli negano i comizi”.

 

L’Unità, sul Primo maggio: “Primo, il lavoro. Festa amara all’insegna della disoccupazione”, con articolo firmato da Susanna Camusso dal titolo “Il coraggio di cambiare”.

 

PA

 

Presentando la riforma della Pubblica Amministrazione annunciata da Renzi insieme al ministro Marianna Madia ieri ai giornalisti, e che il governo intende varare il 13 giugno, La Repubblica ne riassume i contenuti dividendoli in quattro grandi capitoli. I dipendenti: “Premi in base alle performances, ‘I fannulloni saranno stangati’”. Gli enti: “Fondi pensione a Bankitalia, uniti Aci, Pra e Motorizzazione”. I sindacati: “Niente tavoli di concertazione, 40 giorni di proposte, poi si parte”. Imprese e cittadini: “Cade l’obbligo di iscrizione alle Camere di Commercio”. Il quotidiano intervista lo stesso ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, che dice: “Anche dove ho partorito, statali pronti alla staffetta generazionale”, “Abbiamo vincitori di concorso a spasso e 300mila precari. E’ chiaro che è ormai tempo di cambiare registro”, “Ci sarà la possibilità di andarsene prima. Non con scivoli o baby pensioni, ma con anticipi di sei mesi al massimo”. Sui dirigenti, al cronista che chiede perché la ‘regola ruolo unico e paga legata al merito’ già introdotta dall’ex ministro Bassanini dovrebbe funzionare ora, risponde: “Chiarito il fatto che la parte variabile dello stipendio non sarà distribuita a pioggia, daremo degli obiettivi precisi, ma a mio avviso non dovrà essere valutata la persona, non l’ufficio. Daremo importanza al merito perché solo attraverso buone valutazioni si potranno ottenere incarichi e avanzamenti in carriera. Senza incarichi e senza buone valutazioni il dirigente avrà diritto solo alla parte fissa dello stipendio”. Una rivoluzione fatta senza il sindacato? Madia: “Al contrario, la riforma sarà possibile solo perché coinvolgeremo dipendenti e sindacati con i quali, sono sicura, abbiamo molti punti di vista in comune”.

La Stampa titola: “Burocrazia, rivoluzione in 44 mosse”, “Renzi scrive la sue proposte a 3 milioni di statali: tagli, risparmi ma anche l’assunzione di 10mila giovani”. Il presidente del Consiglio ha infatti deciso di lanciare la sua “rivoluzione” scrivendo direttamente ai dipendenti pubblici, “scavalcando i sindacati”, scrive il quotidiano. Che intervista il segretario della Cisl Raffaele Bonanni: “Pronti a discutere se l’esecutivo ha intenzioni serie”, “I dipendenti pubblici meritano un risarcimento, prendono un migliaio di euro al mese e vengono vilipesi”. Di fianco, intervista al capogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta, che è stato proprio ministro della Pubblica amministrazione: “Solo annunci, ma se va avanti saremo con lui”, “Il rinvio a dopo le elezioni mi fa pensar male, non vorrei fosse un modo per perdere tempo”.

Il Fatto la legge così: “Statali, stipendi salvi, ci sono le Europee”, “Nienet decreto, Renzi racconta la ‘rivoluzione’ della P.A. Rimandata al 13 giugno e scavalca i sindacati: consulterà direttamente i lavoratori”. E parla di “bastone e carota”: “La linea: mobilità obbligatoria e turn over”, “per la prima volta il governo non cerca di ridurre gli organici, ma di favorire il ricambio sperando che alla fine questo faccia risparmiare”.

Sulla consultazione dei lavoratori il Corriere scrive che ieri sera è stato diffuso il testo di “una lettera indirizzata ai dipendenti pubblici che spiega le intenzioni del governo, in particolare per quanto riguarda riorganizzazioni ed esuberi. E viene aperta una casella di posta elettronica con il singolare indirizzo rivoluzione@governo.it per ricevere i loro suggerimenti e i loro pareri: ‘Scriveteci a Rivoluzione@governo.it – dice Renzi rivolto ai dipendenti pubblici – . Dal 30 aprile al 30 maggio ci sarà la consultazione online’”. Quanto ai sindacati, “’non ci fanno paura’ ha poi risposto Renzi a chi gli chiedeva se prevedeva che questi ultimi potessero ostacolare la riforma. Il premier ha poi annunciato che vorrebbe ridurre del 50% i permessi sindacali nella pubblica amministrazione”

 

Aldovrandi

 

La Stampa dedica ampio spazio agli applausi tributati durante il congresso del sindacato di polizia Sap agli agenti condannati per la morte di Federico Aldrovandi: “Napolitano: applausi indegni”. E in un’analisi che si occupa della posizione in cui si trova il Viminale: “miscela esplosiva tra salari bassi e indagini del pm”, “Ma sul sindacato arrivano sospetti di strumentalità politica” contro il ministro dell’Interno Angelino Alfano. Il quotidiano intervista Beatrice Lorenzin, ministro della Salute ed esponente del Nuovo Centrodestra, che dice: “A mio fratello agente dico che sto con quella donna”, ovvero la madre di Aldrovandi, “Il ministro: punire chi sbaglia, il Sap non doveva farlo”.

Su La Repubblica: “Giro di vite del Viminale, ‘Nuove regole sui fermi e via gli agenti violenti’. Aldrovandi, ira del Colle”, “Napolitano scrive alla madre: indegni gli applausi. Il piano del governo per evitare nuovi abusi”.

E un “retroscena” del quotidiano descrive così la situazione: “Democratici e arrabbiati, tra le due polizie ormai è scontro”. Poi si dà conto delle parole che avrebbe pronunciato il capo della polizia Pansa in un colloquio con la madre di Aldrovandi : “Capisco il suo dolore ma non posso cacciarli”, “le norme per il reato colposo non prevedono la destituzione”.

Stefano Rodotà, ancora su La Repubblica: “Ma non basta la solidarietà”.

Il Fatto intervista il segretario del Sap Tonelli: “quella standing ovation di 5 minuti non c’è mai stata, l’avete enfatizzata voi sui giornali”, “quello che è avvenuto martedì sera al congresso è avvenuto a porte chiuse, sia per solidarizzare coi colleghi, sia per promuovere un’operazione verità. Spesso vengono veicolate informazioni false”.

 

E poi

 

La Repubblica intervista Arundhati Roy, che parla delle elezioni in India e dell’ascesa del “fondamentalista” del Bjp Narendra Modi: “Poteri forti e ultrà hindu, le mani di Modi sulla mia India”.

 

Su La Repubblica, alle Pagine R2, le anticipazioni dei temi di un intervento che il filosofo americano Michael Waltezer terrà in uno dei tre incontri previsti tra il 6 e l’8 maggio a Roma e Milano, promossi dalla rivista Reset, Università Luiss e Centro Studi Americani: “L’Occidente salvato dalla lotta di classe”, “Politica in declino, populismi in crescita, attivisti che ‘emigrano’ con le Ong. Ma la sfida per la democrazia va affrontata a casa nostra”.

 

Il Sole 24 ore si sofferma sulla notizia che la Cina già nel 2014 è la prima economia mondiale: dedicati a questo l’editoriale di Fabrizio Galimberti (“Quando l’economia del mondo cambia verso”), e il commento di Stephen S. Roach sulla “disfida delle monete”.

 

Il Corriere parla di una telefonata intercorsa ieri tra Renzi e Putin “per discutere di gas ed energia”, quindici minuti di conversazione telefonica dopo pranzo, ieri, in cui Renzi avrebbe chiesto alla Eussia il “rispetto degli accordi di Ginevra”. La risposta del Cremlino: tutte le parti devono rispettare le intese di aprile”.

 

Il Sole dà conto delle valutazioni del Fondo Monetario Internazionale, che “taglia ancora le stime sulla Russia: ‘è in recessione’”.

 

Ancora dal Corriere la notizia dell’arresto di Gerry Adams, che ieri si è consegnato alla polizia per essere interrogato (tecicamente è un fermo). Adams è uno dei leader storici del Sinn Fein irlandese, e la vicenda per cui è interrogato risale al 1972, quando l’Ira uccise una donna accusata di essere una informatrice degli inglesi e di aver aiutato un soldato. Si chiamava Jean Mc Conville.

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