COSE DELL'ALTRO MONDO

Riccardo Cristiano

Giornalista e scrittore

Visto in TV: Report, Bergoglio e il ritorno dell’orda

“Il cristianesimo o è religione in movimento o non è cristianesimo.” Capire padre Paolo Dall’Oglio non mi era sempre facilissimo. Un po’ perché io sono duro di comprendonio, un po’ perché lui aveva grande dimestichezza con argomenti per me un po’ ostici. La nostra frequentazione partiva dal comune interesse per la Siria più che per la teologia. Ma più lo frequentavo più capivo che le due cose non erano separabili. Molte delle cose di cui abbiamo parlato insieme mi sono tornate tutte insieme in testa ieri mentre seguivo il programma di Report su Francesco,  “Dio, patria, famiglia”. 

Mi sono chiesto infatti come sia possibile che nel 2020 ci sia chi va in televisione a dire che Dio creò Adamo ed Eva, che il coronavirus è una vendetta divina per omosessualità, lesbismo e altri gravi peccati. Sono pazzi? No, non sono pazzi, sono sani… “Il cristianesimo o è religione in movimento o non è cristianesimo”, capito? Vuol dire che c’è stato un tempo lontano, molto lontano, in cui l’uomo era un bambino e aveva bisogno di un padre che gli dicesse “non fare questo!” “Quello no!”. Questo bambino non poteva che vivere in un mondo  chiuso, ma anche facile: questo sì, questo no. Poi il tempo è passato, l’uomo non era più un bambino in fasce, ma un ragazzo e sarebbe arrivato Gesù. Cioè, chi? E’ arrivato un amico che sedeva con lui su un muretto, in jeans, come lui. Lo ha scritto magistralmente Enzo Bianchi.

Questo amico con il quale discorrere, crescere, non usava più i metodi educativi di quella voce che ogni tanto da piccolo lo aveva aiutato ad interiorizzare dei comandi che dovevano diventare automatici, “non fare questo, non fare quello…” ma che lo aiutava a capire cosa fare, e come. Con questo compagno di strada era dunque possibile incontrare anche altri ragazzi, fare amicizia con loro. Giocare, divertirsi, cantare, questa era ormai la scoperta di un’età diversa dall’infanzia e di un sistema di vita divenuto necessario. 

Ci siamo fermati lì? Siamo rimasti ragazzi? Io non credo, siamo cresciuti, ma per crescere è importante preservare il sapore di  quella scoperta, di quel primo amichetto che ci ha portato fuori, nel mondo. 

Ci sono stati anni difficili, anni di sofferenza, di liti, di scontri. Pensare di tornare bambini è impossibile però. Non possiamo tornare bambini, ma pensarlo è comodo. E soprattutto quando si arriva a dover parlare da persone mature con gli altri, quell’illusione può essere una tentazione fortissima. Quanto era facile vivere in culla, quando c’era sempre una voce forte a fermarci, a dirci “no!”

Riprodurre quel meccanismo è l’obiettivo politico di chi dice che Francesco non è la soluzione del problema ma è parte del problema. Vogliono che torniamo a cospargerci di burro i capelli, convinti che chi non lo faccia sia un nemico. Vogliono dirci che noi siamo parte di un’orda: valori facili a unirci, confini netti a dividerci. E’ una pazzia, ma non è stupida pazzia. 

Report ci ha fatto capire la forza di quel messaggio elementare che ci riporta nella culla o nel lettone e ci dava dei no ininterpretabili: era così, basta… Ora che abbiamo paura, che a scuola, o all’università, o sul lavoro qualche amico o collega si dimostra violento, pensare di poter tornare a quel mondo sembra aiutarci. La questione è tutta qui. Fermarsi, vivere come quando non c’era l’acqua corrente e la carta igienica è un’illusione fantastica. Impariamo certi comandi elementari, abbiamo le nostre certezza… felicità! Ma il mondo cambia, io cambio… Non sono più un bambino anche se mi piacerebbe. E allora ecco i nemici di Bergoglio che vengono a dirci “guarda, sei ancora un bambino, credi ancora a Babbo Natale, è bello…” E’ bello certo. Ma Babbo Natale non esiste. 

Siamo disponibili a tornare selvaggi, a bruciare le streghe? Le verità, i vincoli spirituali necessari nell’orda sono leggeri, facili. Per tornare uniti come una folla indistinta bastano poche verità facili facili. Ieri sera Report ha avuto l’enorme merito di spiegare in modo accessibile a tutti che la grande questione che si svolge attorno a San Pietro è in gran parte questa. Per dirla con le parole di un immortale filosofo italiano,  “siamo uomini o caporali?”

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