Un giovane su due non lavora

Il Corriere della Sera: “Lavorano sempre meno giovani”. “Tra chi cerca un impiego occupato solo un ragazzo su due”. “Padoan: ripresa molto debole”. E poi: “Rinvio sugli ottanta euro alle famiglie numerose e monoreddito”.
A centro pagina, “il voto tra le macerie” in Siria e il “trionfo-farsa” per Assad.
Ancora in prima pagina, il discorso di Obama a Varsavia: “Un miliardo di dollari in difesa dell’est. La strategia di Obama”.

La Repubblica: “Lavoro, sempre peggio, un giovane su 2 a casa. Il bonus alle famiglie”, “Dramma disoccupazione, siamo ai livelli del 1977”, “Poletti: aiuti alle imprese e basta vincoli da Bruxelles”.
A centro pagina: “Boom di furti e rapine, allarme al Centro-Nord”.
In taglio basso: “Malpensa e Ue, le spine di Alitalia”, “L’Unione: la società resti europea. Maroni: lo scalo non si tocca”.
In taglio basso anche la foto del presidente Usa: “Obama in Polonia sfida Putin: ‘Un miliardo per jet e soldati”.
Di spalla a destra un intervento di Timothy Garton Ash: “4 giugno 1989, il giorno che cambiò il mondo”, “Dalla tragedia di Tienanmen alla Polonia di Solidarnosc, il destino opposto dei regimi”.

La Stampa: “’Il bonus sarà allargato’”, “Il provvedimento stamattina in Aula al Senato, non c’è ancora l’intesa sulle famiglie monoreddito con più figli”, “Ma è braccio di ferro nel governo. Disoccupazione record: è al 13,6%”.
Di spalla a sinistra: “Obama: un miliardo per difendere l’Europa dell’Est”.
In taglio basso, il richiamo ad una intervista del quotidiano al nostro ministro degli Esteri: “Mogherini: sull’Ucraina occasione persa, Bruxelles doveva favorire il dialogo”.
Sulla fusione Alitalia-Etihad: “Allarme Malpensa, poi le smentite. ‘I voli? Potenziati’”.

Il Sole 24 Ore: “Disoccupazione record, tra i giovani tasso al 46 per cento”. “Nel primo trimestre sale al 13,6 per cento”. “Poletti: accelerare sul Jobs Act”. E poi: “Squinzi: basta austerità in Europa; avanti Renzi con le riforme”. A centro pagina: “Irpef, duello sul bonus famiglie”.
Di spalla: “Domani la riunione decisiva dell’Eurotower. Misure per il credito e taglio dei tassi: il piano Bce contro la deflazione”.

Il Giornale: “La Rai presa in ostaggio. Sciopero confermato”. “I sindacati si oppongono ai tagli. Vogliono continuare a sperperare i soldi del canone”. A centro pagina, con foto di Fini e Cicchitto: “Un tradimento tira l’altro. Fini-Ncd, flirt alle spalle di Alfano”. Si parla di un “incontro segreto” per “impedire ad Angelino di tornare con Berlusconi”.

L’Unità: “Battaglia finale sulla Rai”. “Per il garante sciopero illegittimo, sindacati divisi. Cgil e Uil confermano, la Cisl si sfila. Il governo conferma il taglio da 150 milioni ma salva le sedi regionali. Usigrai: valuteremo. Il piano di Renzi: canone in base al reddito e riorganizzazione delle strutture”. A centro pagina, con foto: “Obama all’Europa: la sicurezza si paga”, nel senso che oltre a promettere un miliardo alla Polonia il presidente Usa “chiede agli alleati di aumentare le spese militari”. Sotto: “Disoccupati record, al livello del 1977”.

Il Fatto apre con le dichiarazioni del professor Mario Sabatelli, neurologo dell’ospedale cattolico Policlinico Gemelli di Roma “’Al Gemelli i malati possono scegliere di morire’”.
A centro pagina: “E Renzi spaccò la Rai: scene di lotta di classe in viale Mazzini”.

 

Lavoro

Sul Corriere Enrico Marro si sofferma sui dati Istat sulla disoccupazione, e scrive della “generazione mille euro”, anche se “in Italia sono tantissimi i giovani che magari avessero mille euro al mese”. Oggi “il 90% dei giovani fino a 24 anni vive ancora con i genitori, mentre riesce a rendersi indipendente dalla famiglia d’origine non più del 38% di quelli tra 25 e 29 anni”. Sono collaboratori a progetto, iscritti alla gestione separata Inps, quasi 650 mila giovani, “che nel 2012 hanno avuto un reddito medio di 9.953 euro lordi, meno di 830 euro al mese”. Sei anni fa gli occupati nella fascia 15-34 anni erano 7,1 milioni. Nel primo trimestre del 2014 sono scesi a 5 milioni. In altre parole ci sono più di 2 milioni di giovani in meno a lavorare rispetto a sei anni fa, di cui solo 900 mila si giustificano col calo della popolazione in questa fascia d’età (13,2 milioni nel 2013)”. Di quelli che lavorano, la maggioranza entra con forme non standard: il 68 per cento su 100 nuovi occupati. E quanti si stabilizzano? “Nel periodo 2012-2013 il 56,4% degli atipici, passato un anno, non aveva trovato ancora un lavoro stabile. A stabilizzarsi è riuscito solo il 16,5% mentre era il 24% nel periodo 2007-2008. E il 21,8% è finito addirittura nella disoccupazione contro il 16,1% nel periodo pre-crisi. Va molto forte anche il part-time che coinvolge un milione 131 mila giovani fino a 34 anni, ma nei tre quarti dei casi l’orario ridotto non è una scelta, bensì l’unica possibilità di lavorare”.
Oggi, ricorda Marro, scioperano i call center: ci lavorano 80 mila addetti, molti giovani.

La Repubblica dedica le pagine 2 e 3 alle cifre sulla disoccupazione: “Mai così tanti senza lavoro, tra i giovani sale al 46%, giù anche i contratti precari”. Il quotidiano intervista il ministro del Lavoro Giuliano Poletti: “Basta con i vincoli Ue che bloccano gli investimenti”, “Il Jobs Act sarà legge entro l’anno. Ci sono tutti i capitoli: ammortizzatori, flessibilità anche in uscita, contratto a tutele crescenti”.

Sul Sole 24 Ore la “risposta” che Alberto Orioli propone è “meno fisco e più investimenti”, solo così si può invertire la tendenza. “Purtroppo una vecchia impostazione induce a pensare il lavoro come un coacervo di regole”, e anche il ddl delega in discussione in Parlamento si occupa più di questo. Giusto lo “sblocca Italia”, giusto l’Aiuto alla crescita economica (Ace), ma quel che serve è il “taglio al cuneo fiscale (finora solo accennato) e la “maggiore facilità di accesso al credito”.

Su Il Giornale si legge che “i dati della disoccupazione sono coerenti con un quadro di ripresa stagnante. Il presidente della Confindustria Giorgio Squinzi attacca: ‘Stiamo strisciando sul fondo, non raccontiamoci storielle. Dal 2007 a oggi, il Pil cresce a livelli inferiori dell’1% rispetto alla media Ue, non ci sono più consumi interni, dobbiamo lottare su questo fronte’, aggiunge. Il centro studi confindustriale vede un leggerissimo miglioramento in maggio della produzione industriale. Ma le attese per i prossimi mesi non sono confortanti: le imprese manifatturiere si aspettano un calo degli ordini”.

Il Sole 24 Ore intervista Wener Hoyer, presidente della Banca Europea per gli Investimenti, da ieri a Roma per una riunione del cda della Banca. Dice: “’L’Europa ha perso competitività durante la crisi, bisogna recuperarla agendo adesso. Le decisioni vanno prese ora. È necessario aumentare gli investimenti in ricerca e sviluppo, innovazione, apprendistato per i giovani. La Bei è pronta a studiare formule nuove di intervento, come il primo fondo speciale che istituirà in Italia in collaborazione con il Tesoro e il ministero dello Sviluppo economico: fino a 500 milioni per le imprese che investono in R&D, un’operazione rompighiaccio, la prima per la Banca, un modello da riprodurre in Europa. Ma va anche aumentato il credito alle Pmi con il rilancio delle cartolarizzazioni: perché per le banche in prospettiva sarà sempre più difficile prestare denaro alle Pmi e alle mid-caps e small-caps”. Annuncia che nei prossimi “’firmiamo prestiti per 5 miliardi con controparti italiane e ci aspettiamo di fare altrettanto nel secondo semestre. L’obiettivo è di mantenerci nel 2014 al livello del 2013, quando l’Italia ottenne oltre 10 miliardi: +50 per cento rispetto al 2012 grazie all’aumento di capitale della Bei’”. E ancora: “’Il credito non può essere un sostituto delle riforme strutturali: bisogna agire su entrambi i fronti. In Italia avverto che il clima è cambiato, c’è più ottimismo’”.

 

Rai

Anche oggi il Sole 24 Ore dedica molto spazio alla vicenda Rai, e alle differenti posizioni emerse tra i sindacati. Ieri Raffaele Bonanni ha deciso di non partecipare alla conferenza stampa sulla Rai con gli altri segretari confederali. La replica di Susanna Camusso: “Se le condizioni cambiano, si valuta, ma se non cambiano che cosa si dice al lavoratore? Che a condizioni invariate abbiamo cambiato idea noi?”.

Sul Giornale, Alessandro Sallusti (“La Rai presa in ostaggio”) scrive che “con tutti i problemi che abbiamo” il “nuovo psicodramma nazionale” si chiama “sciopero Rai”. “Quel giorno perderemo una replica di Don Matteo, una puntata dell’Immortale e una puntata di Chi l’ha visto. Ce ne faremo una ragione, potendo scegliere tra altri 230 canali (solo restando al digitale terrestre)”. Insomma: lo sciopero in Rai non è uno schiaffo a Renzi né un dramma, è “un insulto ai disoccupati, ai cassintegrati, ai pensionati. È l’arroganza dei miracolati”.

In Rai e sulla Rai è il “momento del coraggio” per Stefano Balassone, che firma un commento su L’Unità.

 

Alitalia-Etihad

È anche il Messaggero ad occuparsi dell’imminente chiusura dell’accordo tra Etihad ed Alitalia, con i dati sugli “esuberi”: si tratterebbe di 2500 dipendenti e, scrive il quotidiano romano, Etihad insiste su un taglio pesante pesante e non ha alcuna intenzione di entrare direttamente nel negoziato: dovrà essere Alitalia a gestire il confronto con i sindacati.

Su Il Giornale: “Alitalia, pagheremo noi i 2500 esuberi. I costi si scaricano sullo Stato e sui passeggeri”. Si ricorda che il “fondo volo” dedicato al settore, per la copertura dei costi di mobilità e cassa integrazione, è stato prorogato fino al 2018 e viene finanziato in parte dallo stato e in parte da una sovratassa di due euro per ogni biglietto.

Sul Sole, si ricorda che tra i punti aperti della operazione c’è anche un decreto che starebbe preparando il Ministro dei trasporti per lasciare ad Alitalia, o ad altre compagnie partner di Etihad (come Air Berlin e Etihad Regional), gli slot a Milano Linate che Alitalia non userà più con la prevista riduzione dei voli. L’intenzione è anche quella di aprire Linate a voli navetta verso Abu Dhabi, fatti con Airbus 320. Oggi da Linate si vola solo verso capitali nella Ue e una revisione del regolamento richiederà un confronto con la Ue e le altre grandi compagnie europee che temono di essere discriminate”. Questo comporterebbe un ridimensionamento di Malpensa, “aeroporto che piace meno ai passeggeri milanesi perché più distante dalla città”.

La Repubblica intervista il governatore della Lombardia Roberto Maroni che, parlando di Malpensa, dice: “Quell’aeroporto deve esser un hub, ridimensionarlo distruggerebbe il triplo dei posti”, “Malpensa non solo è sopravvissuta, ma ha ripreso traffico anche senza Alitalia. Ha una potenzialità enorme in Europa”. E poi respingendo l’ipotesi di un declassamento di Malpensa dice di aver incontrato il sindaco Pisapia: fronte comune, “chiederemo un incontro con Renzi e Lupi”.

“Alitalia, è scontro sui 2500 esuberi”, scrive La Stampa: “L’Ue avvisa: resti europea. Ipotesi Montezemolo per la presidenza. Cassano (ex Grandi navi veloci) a.d.”. Nella pagina di fianco: “Malpensa, il futuro è un’incognita. Il fronte del Nord sulle barricate”, “Maroni e Pisapia chiedono garanzie. La compagnia: previsto un rilancio”.

Di Alitalia parla anche Sergio Rizzo, sulla prima pagina del Corriere, che ricorda come se si sia arrivati a questo punto è anche per colpa di chi – nel 2008 – si oppose con molta risolutezza all’accordo tra Alitalia ed Air France. “Lo stesso Lupi bollò l’operazione come un regalo ai francesi”, ricorda Rizzo. “Almeno una piccola autocritica, accanto all’esultanza, sarebbe stata doverosa”, anche da parte di quei sindacati, Cgil il testa, che “tecnicamente” fecero saltare l’alleanza con Air France nel 2008.

 

Senato

“Senato, intesa tra governo e Pd”, titola La Stampa ipotizzando un “sì al modello francese”, ma sottolineando anche che “restano i malumori”. E riferisce l’opinione del senatore Pd Felice Casson: “Orripilante”. E quella di Vannino Chiti, altro senatore Pd che è stato il capofila di coloro che nel partito hanno insistito per un Senato elettivo: “no ad anatemi”. Complessivamente, ricorda il quotidiano, sono stati depositati 5200 emendamenti al testo del governo, presentato dal ministro Boschi. Nella pagina di fianco: “E Berlusconi non ci sta: ‘Siamo pronti a rompere’”, “’Renzi vuole un’assemblea rossa’. Gelo sul mediatore Verdini”.

La Repubblica: “Renzi: ‘Entro giugno il sì sul Senato’”, “Il premier convoca Boschi e Finocchiaro e detta i tempi. Ma Forza Italia boccia la mediazione sul modello francese, possibile nuovo incontro con Berlusconi. Valanga di oltre 5.000 emendamenti, 3.800 solo della Lega”.

 

Internazionale

Sul Sole 24 Ore: “Un miliardo per la difesa dell’Est. Fondi per il sostegno delle truppe nei Paesi Nato dell’area. Il presidente Usa: i partner Ue aumentino la spesa”. Ieri, scrive il quotidiano, il presidente polacco Komorowki ha annunciato di voler aumentare le spese militari al 2 per cento del Pil. Un annuncio seguito da analoghi impegni da parte dei dieci Paesi che nel pomeriggio hanno partecipato alla Conferenza per la Solidarietà (Croazia, Ungheria, Lettonia, Estonia, Lituania, Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania, oltre alla Polonia). “Il messaggio è chiaro per gli altri Paesi europei”, che “dovranno seguire l’esempio” di quelli dell’est e aumentare le spese militari.

Su La Stampa: “Obama all’Europa: investite sulla Difesa”, “L’America stanzia un miliardo per aiutare i Paesi dell’Est: ‘Ogni Stato dovrebbe spendere il 2% del Pil”.

La Repubblica: “Obama sfida la Russia: ‘Dagli Usa più jet e soldati per la sicurezza europea”, “Da Varsavia striglia gli alleati: stop alle spese militari, ‘Altre sanzioni se Putin sostiene ancora i ribelli in Ucraina’”.

Un “retroscena” su La Stampa da Bruxelles racconta come il G7 abbia deciso di abbracciare il nuovo corso di Kiev: “’Putin si è messo fuori dalla legalità’”, “I Grandi oggi al vertice di Bruxelles: pronti a sanzioni irate anti Mosca”.

Nella pagina di fianco, il ministro degli Esteri Mogherini, in un’intervista dice: “Sull’Ucraina occasione persa. L’Ue doveva favorire il dialogo”, “Le sanzioni non sono un fine, devono servire a spingere verso le trattative”. Sulle spese militari: sono da “rivedere per puntare all’efficienza”. E quanto alla richiesta Usa: “L’obiettivo Nato di avere il 2% del pil in spese per la difesa è stato centrato solo da 2 Paesi”.

Da La Repubblica segnaliamo un reportage dalla Siria di Alberto Stabile, dedicato alle elezioni presidenziali tenutesi ieri: “Con i miliziani cristiani, ‘Votiamo contro i jihadisti’. Ma l’opposizione accusa: ‘Le elezioni, farsa di Assad’”. Delle elezioni in Siria parla anche Franco Venturini, sulla prima pagina del Corriere della Sera: “Il calvario siriano e la l’Occidente debole”.

Su La Repubblica, attenzione anche per Israele: “’Wiesel presidente’. E Israele insorge”, “Il premier proponeva il Nobel, ma ha incassato solo no, ‘È uno straniero’”.

 

E poi

Sul Corriere, Marco Ventura racconta di un convegno organizzato dall’Al-Mahdi Institute di Birmingham, dedicato ai diritti umani. Al convegno, in febbraio, era stato invitato Asher Maoz, “uno dei più autorevoli studiosi di diritto ebraico, le sue pagine su diritti umani e religione sono una pietra miliare”. Ma una settimana fa il consiglio di amministrazione dell’Istituto ha disdetto l’invito. “Troppo forte la protesta, troppo energica la pressione di chi non vuole un illustro israeliano sul podio”. Nella mail a Maoz si legge che la sua presenza “minaccerebbe l’apolicità” dell’Istituto. “Lo schema è classico: da un lato una pavida élite musulmana vorrebbe ma non può e fa un passo avanti e due indietro. Dall’altro un reticolo di violenti e violenze oscura il pensiero”, e così il professore invitato si “trasforma in molesto invasore”.

Il 1989 viene ricordato, per quel che riguarda la Polonia, da un protagonista della stagioni di transizione come Adam Michnik che, intervistato da La Repubblica, spiega: “Così 25 anni fa abbiamo realizzato il miracolo polacco”, “Walesa realizzò il ‘triangolo magico’ mettendo insieme voci diverse tra loro: cattolici, intellettuali, operai”, “La libertà? Abbiamo dovuto impararla. Ma oggi Mosca è tornata ad essere ostile”.

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