Strage di ostaggi in Algeria

Corriere della Sera: “In Algeria la strage degli ostaggi”, “Assalto delle forze militari all’impianto in mano ai terroristi: sarebbero morti decine di rapiti”, “L’ira di Usa e Gran Bretagna. L’Europa valuta l’intervento in Mali”.

In taglio basso: “Bersani: i partiti personali cancro della democrazia”, “Monti: non votate con rabbia. Berlusconi contro i pm”.

La Repubblica: “Algeria, massacro di ostaggi”, “Blitz dell’esercito con gli elicotteri. Hollande: nel Mali situazione drammatica. Scontro sul ruolo dell’Italia”, “Attacco a Al Qaeda, uccisi 34 rapiti. Protesta di Usa e Londra”.

Di spalla: “Bersani: basta cabaret, i partiti personali male della democrazia”.

In taglio basso: “I mille consulenti di Alemanno”, “La spesa record del sindaco di Roma: venti milioni di euro l’anno”.

La Stampa: “Algeria, la strage degli ostaggi nel blitz contro Al Qaeda”, “Obama e Cameron chiedono chiarimenti alle autorità per l’attacco”, “Almeno 30 morti, dagli Usa via libera ai droni”.

A centro pagina: “Voto in tv, Berlusconi da record”, “Da Natale due apparizioni al giorno. Subito dietro Monti, staccato Bersani”.

In taglio basso: “Bce: dall’Italia fuga di capitali”.

Il Sole 24 Ore: “Bce, allarme investitori, ma lo spread scende a 264”, “Per l’Eurotower ha pesato ‘l’accresciuta incertezza politica’”.

In taglio basso, le parole del presidente di Confindustria: “Squinzi: no a facili promesse della politica”, “’Evitare avventurosi passi indietro rispetto alle riforme già intraprese’”.

Il Giornale parla di “Alleanza banco-catto-comunista” e titola: “IL mucchio selvaggio”, “Peggio di Prodi: pur di battere Berlusconi, Bersani e Monti pronti a mettere insieme tutti, da Fini a Ingroia”, “Il Cavaliere: ‘Pm politicizzati. Ho le prove’. E sarà capolista al Senato in tutt’Italia”.

A centro pagina, la foto del premier britannico Cameron: “Anche l’Inghilterra si è stufata dell’Europa di Monti e Merkel”, “Il premier Cameron valuta l’addio alla Ue”.

Il Fatto: “La cricca sinistra-destra viaggia sull’Alta velocità”, “Nell’affare: coop rosse, camorra, l’ex Presidente della Regione Umbria Lorenzetti ed Ercole Incalza, vicino all’ex ministro berlusconiano Lunardi. Il costo degli appalti è lievitato da 500 milioni a 800 milioni di euro. 31 indagati dalla Procura di Firenze”.

A centro pagina, sulle polemiche legate alla trasmissione “Servizio pubblico”, si riferiscono le parole pronunciate dal suo conduttore, che “replica ai ‘fanti di sinistra’ che lo accusano di aver favorito B.: “’Non siamo addetti stampa di Bersani’. Santoro contro Grillo e Repubblica”.

Libero: “Redditometro: bonifici anche per la paghetta”, “Da oggi in poi per ricevere soldi da un familiare si deve andare in banca: è l’unico modo per evitare di finire nelle grinfie dell’Agenzia delle Entrate”.

A centro pagina, con vignetta, un Frankestein a due teste: quella di Monti e quella di Bersani, sotto il titolo “Vedi Monti, ti prendi Vendola (e forse Ingroia). Tutti contro Berlusconi, come ai tempi dell’Ulivo: stessi inciuci, stessi slogan. E, vedrete, stesso fallimento”.

L’Unità: “Bersani: non li faremo tornare”, “Il leader Pd comincia dai giovani: ‘I partiti personali cancro della democrazia’”.

A centro pagina: “Le guerre di Al Qaeda” (rimando alle prime tre pagine del quotidiano, che offrono ai lettori analisi e opinioni sulla situazione in Mali, Sahel, Algeria.

Algeria

Non si conoscono ancora tutti i dettagli dell’operazione delle forze speciali algerine, che ieri hanno attaccato l’enorme impianto di gas naturale in pieno Sahara per liberare gli ostaggi detenuti da gruppi islamisti jihadisti (algerini, egiziani, tunisini, più un misterioso anglosassone che parlava un arabo rudimentale, racconta La Stampa). Né si conosce, al momento, l’esatto numero delle vittime tra gli ostaggi stessi. Le trattative sarebbero fallite e i sequestrati avrebbero tentato la fuga.

Il Corriere scrive che secondo le prime valutazioni, il commando terrorista sarebbe venuto dalla Libia. La Repubblica, con una lunga analisi di Bernardo Valli, focalizza l’attenzione proprio su “quelle armi lasciate ai jihadisti eredità della guerra a Gheddafi”: “dalle rovine libiche i fantasmi che minacciano la regione”.

La Stampa dà conto delle opinioni sul blitz ,c he sembrano conocrdi: “fretta e poca intelligence”, “un blitz destinato al flop”. L’ex capo dell’unità della Cia che diede la caccia a Bin Laden, Michael Scheuer, spiega così la fretta che ha portato tanti errori da parte algerina: “per l’Algeria contava più eliminare subito ogni minaccia nei confronti dell’industria eneregetica che non salvare le vite di ostaggi occidentali”. Jeffrey White, ex analista di intelligence del Pentagono, spiega che per operazioni di questo tipo servono informazioni minuziose su luoghi, porte, guardie, serve tempo e tanto lavoro: “in questo caso gli algerini hanno attaccato neanche 24 ore dopo il sequestro di massa e non potevano avere tutte le informazioni necessarie”.

La Repubblica intervista il ministro della cooperazione Riccardi: “L’Italia appoggia un intervento necessario”, dice, “L’operazione francese non è colonialista, è l’Africa a chiedere aiuto. In gioco la nostra sicurezza”.

Il Corriere della Sera parla della “irritazione” di Francia e Gran Bretagna. Entrambi avrebbero preferito esser maggiormente coinvolti nella preparazione del blitz. Algeri avrebbe risposto che non c’è stato tempo. E avrebbe chiesto chiarimenti anche il Pentagono. Pare che il premier Cameron abbia deciso di rinnviare, per via della crisi in Algeria, l’atteso discorso sui rapporti della Gran Bretagna con l’Ue.

Partiti

La Repubblica, in un retroscena, racconta come il leader Udc Casini si sia affrettato a smentire un incontro segreto che ci sarebbe stato tra Pierluigi Bersani e Mario Monti, perché “se c’è una cosa che mandia in bestia Casini è la raffigurazione di un centro ‘subalterno’ alla sinistra”. Quando il leader Udc ha letto la notizia su La Repubblica di un patto di non belligeranza, di un incontro segreto per siglare un accordo in funzione anti-Berlusconi, ha deciso di intervnire subito bollando come “un film di fantascienza” l’ipotesi di un’allenza post-elettorale con il centrosinistra, “perché il nostro programma non potrà mai convivere con quello di Sel”.

Il Corriere: “Alleanza Pd-centristi dopo il voto? Il ‘giallo’ del colloqui segreto”, “Ma nello staff di Monti c’è irritazione per i toni duri”.

Il Foglio ipotizza che “qualcuno” abbia voluto diffondere la notizia di un incontro tra Bersani e Monti: notizia smentita ieri da Palazzo Chigi e dal vicesegretario Pd Enrico Letta, che hanno spiegato come ci fossero stati collqui telefonici con tutti i leader di partito. Cui prodest? , si chiede Il Foglio, secondo cui a dare enfasi alla notizia è il quotidiano La Repubblica, che avrebbe indicato al Pd la strategia di “trasformare il professore in un partner di governo qualsiasi del centrosinistra, una specie di Rutelli, in versione tecnocratica (o di nuovo Casini)”. Ma il Prof non ci sta, “il patto Monti-Bersani era una velina”, perché Monti sta preparando un’agenda bis, che comprende una riforma del lavoro che, secondo il quotidiano, sarebbe “capace di procurare svenimenti dalle parti della Cgil di Susanna Camusso e del Pd a tradizione laburista di Stefano Fassina”. Il Montiano Calenda spiega: “Il Professore non vuole fare la costola della sinistra”, “Vogliamo condensare i riformisti sparsi nei due poli esistenti”.

La Stampa intervista il commissario Ue all’economia Olli Rehn: “Cghiunque vinca le elezioni in Italia, ha la strada segnata”, “Il Paese sta meglio, ma è cruciale continuare le riforme”.

E poi

Il Corriere della Sera si occupa delle elezioni legislative che si terranno martedì prossimo in Israele: “Finisce l’epoca dei kibbutz. Nessuno dei leader in parlamento. Sancito il declino politico dello storico movimento cooperativo”. Si descrive quindi “la crisi delle comuni agricole israeliane che per decenni hanno incarnato gli ideali socialisti del sionismo, sfornando deputati e ministri”.

Sulla prima de La Repubblica Roberto Saviano scrive che “più Berlusconi va in tv, più dileggia chi gli sta di fronte, più piace. Perché sa disinnescare chi lo intervista. Non ha paura, anzi sembra divertito dalla paura degli altri”, “Berlusconi non può più essere considerato un interlocutore, chi lo fa gli dà la possibilità di mentire laddove i fatti lo hanno già condannato. Fatti politici, ancor prima che giudiziari. Più lo si fa parlare, più lo si aiuta”, “smettiamola di prenderlo sul serio”. Ma “non sarò mai per la cesnura: Berlusconi deve ovviamente parlare in tv”, “siamo noi che dobbiamo smetterla di giocare con lui. Lasciamolo senza platea”.

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