Oggi il cda Rai

Il Corriere della sera: “La frenata sulla concorrenza. Slitta la legge sulle liberalizzazioni”. “Servizi e imprese. Altri 350 emendamenti, molti del M5S. Le assicurazioni prevedono rincari”. E poi: “Oggi il nuovo cda Rai, ecco i favoriti”. “Ascoltare i cittadini e non le lobby” è il titolo dell’editoriale firmato da Alesina e Giavazzi.
Di spalla un articolo di Aldo Cazzullo: “Il conflitto permanente che fa male al Pd (e al Paese)”.
In prima anche un articolo di Milena Gabanelli: “Così si scelgono i vertici della tv. Regole e merito”.
A centro pagina: “Il piano di Alfano: pronti a chiudere altre discoteche”. “L’idea perbenista di sballare col permesso del questore” è il titolo di un commento di Beppe Severgnini.
A fondo pagina: “Moschee a Milano, l’asta diventa un caso. Ai gruppi islamici tutti e tre i lotti per i luoghi di culto, uno deve ritirarsi. Polemiche e proteste”.

La Repubblica: “Svolta di Orlando: rivedere l’immunità dei parlamentari”.  “‘Sull’arresto decida la Consulta, non le Camere'”. “Rai, in corsa Dell’Orto e Mansi. Ma Fi alza le barricate”.
“Atene, la crisi infinita. Torna la paura del Grexit”, a proposito dell’andamento della Borsa di Atene.
Di spalla: “Obama: ‘Sfidiamo il clima impazzito'”.
In evidenza anche un articolo sulla emergenza Sud: “Bloccati 90 miliardi. Saviano a Renzi: nessun piagnisteo”
A centro pagina: “Mafia, manette alla corte del boss Messina Denaro”.
A fondo pagina: “Calais, i migranti respinti con i gas. Esplode la lite Londra-Parigi”.

La Stampa: “Oggi la Rai di Renzi. ‘Voglio meno ansia e più tv di servizio’. Campo dell’Orto direttore generale. E i Cinque Stelle portano Freccero in cda”.
La grande foto è per Obama: “‘Dal clima la minaccia peggiore’. Obama: ‘CO2, in quindici anni un terzo di emissioni in meno'”.
E poi: “Traditi dai pizzini. La retata degli uomini di Messina Denaro”. “Quei capimafia che nessuno cercava” è il titolo di un commento di Francesco La Licata.
A centro pagina: “Exor vince negli Usa e conquista Partner Re. Il gruppo guidato da Elkann entra nelle riassicurazioni”.
In prima anche un richiamo a due pagine dedicate al tema immigrazione, in collaborazione con i quotidiani europei con cui il quotidiano torinese produce le pagine dedicate all’Europa (tra gli altri El Pais, Le Monde, il Guardian).

Il Giornale: “Renzi-Sud, la guerra incivile. Dopo le offese del premier la verità sui 400 miliardi già investiti nel Meridione. Tartassati e privilegiati: ecco chi paga e chi incassa dallo Stato”.
L’editoriale oggi è una “lettera di una imprenditrice”, Tina Corda: “Ai privati vietano tutto, al pubblico tutto è lecito”.
A centro pagina: “Il governo accelera sulla legge anti-depistaggio. Vogliono imbavagliare chi critica i pm. È reato contestare le tesi delle Procure. L’allarme di Forza Italia: ‘Liberticida’”.

Il Sole 24 ore: “Atene, la Borsa riapre e cade. Le banche perdono il 30 per cento. Dopo cinque settimane di stop il listino crolla del 16,2 per cento. Passi avanti con i creditori sulle pensioni”. “Non c’è impatto sugli altri mercati europei: Milano + 0,75 per cento”.
Sotto: “Exor conquista Partner Re. Accordo definitivo sulla società di riassicurazione: operazione da 6,9 miliardi di dollari”. “Salta il progetto di fusione con Axis, annullata l’assemblea dei soci”.

 

Rai, liberalizzazioni

Oggi è il giorno delle nomine del Cda Rai da parte della Commissione di Vigilanza e da parte del Ministero dell’economia. Il Corriere cita l’endorsement di Renzi, ieri da Tokyo, nei confronti di Antonio Campo Dall’Orto, uno “stimatissimo professionista, tra i più grandi innovatori, di grande qualità per autorevolezza e capacità. Però vediamo. Aspettiamo i nomi della commissione di Vigilanza e poi il Mef”. “Domani il governo farà i suoi due nomi, saranno professionisti di alto profilo, di grande competenza e indipendenza”, ha detto ieri il premier.  Sullo stesso quotidiano Milena Gabanelli scrive quali dovrebbero essere i requisiti per un amministratore della Rai.

Secondo Il Giornale “Va ora in onda Tele Vietnam. Così la tv di Stato sarà una trappola per Renzi”. Il quotidiano scrive che – anche per problemi di fuso orario con il Giappone – i contatti con Roma sono complicati. “E comunque il premier ha mandato più o meno a quel paese chi da Roma lo sollecitava sui nomi da candidare per il Cda”, si sarebbe “spazientito” dicendo “fate voi”, “anche perché il suo nome ideale per la presidenza della Rai, quello di Paolo Mieli, è tramontato per rifiuto del diretto interessato”. “Circolano nomi di giornalisti prestigiosi (Marcello Sorgi) e di grand commis (Antonella Mansi, ex presidente della Fondazione Mps; Franco Bernabè, ex dirigente di Eni e di Telecom), ma una cosa è certa: il nome dovrà trovare un gradimento in casa Forza Italia, perché il presidente deve essere votato a scrutinio segreto dalla commissione di Vigilanza, e serve una maggioranza qualificata di 27 voti su 40, mentre la maggioranza ne controlla circa 22”. Al Pd “il premier ha chiesto di proporre nome innovativi, fuori dai giochi e così ieri sera circolavano identikit di giovani blogger o manager con esperienze all’estero, poco noti alle cronache: dal giornalista Leonardo Bianchi all’ex dirigente di Endemol e Antena 3 Giorgio Sbampato, londinese di adozione e membro della prestigiosa Chatham House; fino al ben più noto Giovanni Minoli (oggi a Radio 24 )”.

Per tornare al Corriere, si dà rilievo alla notizia sullo stop al disegno di legge sulla concorrenza, il cui esame “doveva terminare prima della pausa estiva”. Invece, “nonostante le promesse del Pd, l’analisi del provvedimento è slittata a settembre soprattutto a causa dell’ostruzionismo del Movimento 5 Stelle che ha presentato centinaia di emendamenti e ha fatto così dilatare i tempi delle votazioni che dovevano essere contingentate entro il 7 agosto. Da esaminare ancora 350 emendamenti”. Il provvedimento aveva suscitato molte polemiche e “congela all’8 settembre molte decisioni sui servizi postali, bancari e professionali, insieme a quelli riguardanti lo svolgimento delle attività professionali in forma associata (per gli avvocati) e la concorrenza fra le farmacie. Da approfondire pure alcune norme sui rifiuti”.

Cocoricò

“Più controlli, tolleranza zero. Chiuderemo tutti i locali che non rispettano la legge”. È il titolo di una intervista al ministro dell’Interno Alfano, sul Corriere, accanto ad un articolo di Fiorenza Sarzanini che illustra “il piano” del ministro: “Pronti a chiudere altre discoteche”.
Ieri i portavoce della discoteca hanno tenuto una conferenza stampa a Roma. Dal Corriere le parole del “general manager Fabrizio De Meis (che è anche uno dei cinque proprietari) e il portavoce della società, Luigi Crespi” che “lanciano l’allarme: la chiusura disposta in seguito alla morte, lo scorso 19 luglio, del 16enne di Città di Castello Lamberto Lucaccioni, ucciso da un’overdose di ecstasy, potrebbe condurre la discoteca di Riccione (200 dipendenti) al fallimento”. Annunciato un ricorso al Tar. “Forse vincerà, forse no. Se il Cocoricò resterà chiuso, pronostica Crespi, i pusher si ‘sposteranno altrove’. Se invece riuscirà a rimanere aperto il problema dello sballo in discoteca sarà solo rinviato”.

Orlando

Su La Repubblica Liana Milella intervista il ministro della giustizia Orlando: “Non voglio certo rimettere in piedi l’immunità per i parlamentari, ma bisogna prendere atto di una realtà. L’autorizzazione all’arresto ormai ha cambiato pelle, è diventata un’anticipazione di giudizio di colpevolezza o di innocenza, comunque una valutazione politica. Quindi, forse, è arrivato il tempo di riflettere su come ristrutturarla”, dice Orlando. Secondo il quotidiano il ministro tuttavia “mette anche le mani avanti e dice: ‘È tema di discussione, ma non certo da affrontare adesso nel pacchetto riforme perché le rallenterebbe’”. Orlando dice anche di trovare giusta “la schermatura rispetto ad atti del magistrato che possono anche essere abnormi. L’ha prevista l’Assemblea costituente, è sopravvissuta alla bufera di Tangentopoli. È tuttora l’indirizzo giusto”. Ma “adesso, ed è sotto gli occhi di tutti, si scatenano delle campagne con tesi contrapposte sull’innocenza o sulla colpevolezza di un parlamentare raggiunto da una richiesta di autorizzazione. La questione si carica di un enorme peso politico. Anche se io non avrei mai pronunciato la frase della Serracchiani, quel chiedere scusa. Semplicemente credo sia meglio rimettere il giudizio a un soggetto terzo, che sia più libero di dire dei sì e dei no e sia meno sottoposto alla contingenza”. Per esempio la Corte Costituzionale.

Moschee a Milano

Sul Corriere si dà conto della apertura delle buste con le offerte economiche sulle aree destinate a luoghi di culto. Le offerte economiche, “combinate alla valutazione tecnica hanno prodotto punteggi e graduatorie provvisorie. Non senza sorprese. Il primo lotto, in via Marignano, contrariamente alle previsioni, andrebbe al Centro islamico di Milano e Lombardia (che già guida una moschea a Segrate) con 63,5 punti. Il secondo, via Sant’Elia, su una porzione dell’ex Palasharp, dovrebbe essere assegnato all’Associazione islamica di Milano che fa capo al Caim, con 77,5 punti. Il terzo, la struttura degli ex bagni pubblici di via Esterle, se l’è aggiudicato la Bangla Cultural & Welfare Association, ancora dell’area Caim, con 69,5 punti”. L’assessore alle politiche sociali Majorino ha sottolineato “l’innovazione assoluta” di questa procedura ma ha anche “sottolineato due punti che potrebbero riaprire le liste: come fissato prima della gara, a una sola confessione non potranno andare più di due aree, e bisognerà inoltre verificare che i vincitori presentino il ‘requisito essenziale'”. Dunque il primo rilievo potrebbe “creare problemi su via Marignano all’associazione di Segrate, che tra le sigle musulmane ha il punteggio più basso, rimettendo in gioco la seconda classificata: la Chiesa evangelica Shalom Gospel. La seconda nota sembra riguardare per via Esterle il gruppo bengalese che, dopo la chiusura del bando, è entrato in contrasto con l’amministrazione per la sede di via Cavalcanti. A trarre vantaggio da un’eventuale esclusione sarebbe la Casa della Cultura musulmana di via Padova, che è rimasta dieci punti sotto. In entrambi i casi, prima della fine sembra probabile l’ipotesi di una lunga battaglia legndo per le aree destinate a luogo di culto”

Obama

Tutti i quotidiani oggi danno conto del discorso del presidente Usa Obama che ieri ha presentato – come scrive La Stampa – il suo “ambizioso piano”, “un lungo discorso dai toni ispirati” per illustrare il piano per il taglio delle emissioni di anidride carbonica nelle centrali elettriche americane. “Quando il mondo incontra le sfide più dure, è l’America a guidare sulla strada da seguire. Ed è così anche con questo piano”, ha detto Obama, che ha citato rapporti del Pentagono secondo cui “i cambiamenti climatici pongono rischi immediati alla nostra sicurezza nazionale”. Il piano prevede un taglio delle emissioni del 32 per cento dai livelli del 2005 entro il 2030. L’Agenzia Usa per l’ambiente, ha annunciato, ‘sta fissando per la prima volta gli standard per mettere fine all’emissione senza limiti di carbonio dalle centrali elettriche, che sono la fonte di un terzo dell’inquinamento da monossido in America’, ha detto. Solo così, ha spiegato, ‘ridurremo le morti premature’ legate all’inquinamento ‘del 90 per cento’”.

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