La legge del branco a Colonia

Il Corriere della Sera: “L’affondo di Renzi su Europa e riforme. Grillo ‘dimissiona’ la sindaca di Quarto”.

In prima un “colloquio” con Massimo D’Alema: “D’Alema: perché sbagliamo a battere i pugni sul tavolo”.

Sullo scandalo banche: “Banche, le novità per le cooperative”, “Ecco gli istituti a rischio”, di Federico Fubini.

A centro pagina: “Colonia, più di 500 denunce”, “Molestie di massa in Germania, nuovo caso in una discoteca della Westfalia”, “Migranti e sicurezza. Palazzo Chigi allontana l’ipotesi di depenalizzare il reato di clandestinità”.

E un commento di Maurizio Ferrera: “L’Unione e il welfare limitato per gli stranieri”.

In prima la foto dell’attore e regista americano Sean Penn che stringe la mano al boss messicano El Chapo: “Penn e l’intervista al boss. Se l’artista sfida la legge”.

Di fianco, l’intervista del quotidiano al commissario a Roma Francesco Paolo Tronca: “Roma si svegli dall’incubo. Nella legalità”.

A fondo pagina: “Le indagini parallele del pm antimafia”, “Accuse a Donadio, oggi alla commissione Moro: 119 interrogatori all’insaputa dei colleghi”. Di Giovanni Bianconi.

L’editoriale è firmato da Paolo Mieli: “L’Italia dei dietrologi”, “Un Paese che odia la scienza”.

La Repubblica: “Colonia, attacco pianificato, ‘Molestate la donna bianca’”, “Il governo tedesco: branco nato online. Colpite 12 città e una discoteca”. Con le analisi di Angelo Bolaffi (“Il dovere della Merkel”) e di Valerio Magrelli (“Come ribaltare quell’orrore”). Giampaolo Caladanu raccoglie la testimonianza di un profugo iracheno: “Prima alcol e droga, poi la notte di violenza”.

Dalla pagina delle Idee poi un intervento della storica Ute Frevert: “Il femminismo è forte, non ci spaventeranno”.

In apertura a sinistra: “Quarto, la resa dei 5 Stelle, ‘Via il sindaco’”, “Il diktat di Grillo: noi diversi dal Pd. Ma la Capuozzo: non mi dimetto”.

Su questo tema l’analisi di Ilvo Diamanti (“Far finta di essere sani”) e il “retroscena” di Annalisa Cuzzocrea e Conchita Sannino (“Il duello finale tra Fico e Di Maio”).

A centro pagina, foto di Sean Penn con El Chapo: “El Chapo, l’ultima follia di Sean Penn”, “Intervista con il boss latitante. Washington: siamo furiosi. L’attore indagato”.

Sui temi del lavoro e dell’economia: “Flessibilità, Renzi sfida l’Europa: ‘Basta lezioni, Usa mio modello’”, “Lavoro, i sindacati rilanciano l’articolo 18”.

E sulla manovra: “Obiettivo Padoan, limare il deficit”.

A fondo pagina, in riferimento al ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi: “Sì alle trivelle, beffa del ministro. Comuni e verdi: sarà un inferno”, “Bufera sulla Guidi. Emiliano: traditi i patti”.

La Stampa: “Gas, Putin chiede aiuto a Renzi”, “Il Presidente russo ha bisogno che l’Italia entri in North Stream per superare le obiezioni di monopolio della Ue”, “Mentre Roma è allo sprint nella corsa a un seggio nel Consiglio di Sicurezza Onu”.

“Europa divisa alla partita dell’energia” è il titolo di un editoriale firmato da Mario Deaglio.

In prima anche l’intervista al ministro della Difesa Roberta Pinotti: “Difendere le donne è di sinistra”, “Chi vuole l’asilo s’impegni a rispettare le nostre leggi”.

Sul caso di Banca Etruria, attenzione per Luciano Nataloni, ex consigliere del Cda: “Collezionista di poltrone, ‘l’anima nera’ di Etruria”, “Dalle coop alla politica, ecco i legami del commercialista indagato per il crac”.

A centro pagina, foto del presidio di solidarietà con la sindaca di Quarto Rosa Capuozzo: “Sindaca di Quarto in bilico, Grillo la licenzia”, “Sul Comune campano l’ombra della camorra, Capuozzo resiste ma ammette: ‘Valuterò l’ipotesi dimissioni’, M5S divisi”.

Sulla colonna a destra, Lorenzo Simoncelli, inviato a Pretoria: “Africa”, “Stati complici nel massacro degli elefanti”.

A fondo pagina, con l’inviato Niccolò Zancan a Tenerife: “Esuli e felici, a Tenerife per cambiare vita”, “Tra i 60 mila italiani alle Canarie, dove i pensionati non pagano tasse”.

Il Fatto: “Etruria, la Boschi perde la testa”, “Incompatibile. La ministra salva papà e attacca Visco. Ma non doveva star fuori?”, “La responsabile delle Riforme si è sempre dichiarata estranea alle vicende della banca toscana, ma dimostra di conoscerne bene gli affari e ne commenta le strategie: ‘Mi stupisce che alcuni autorevoli esponenti oggi prendano certe posizioni: sono gli stessi che un anno fa suggerivano l’aggregazione con la Popolare di Vicenza con danni enormi per i correntisti’. Più conflitto d’interessi di così…”.

In prima la foto di Matteo Renzi nei panni di Fonzie: “Così Fonzie ha ucciso la sinistra di Calvino”. E il quotidiano si occupa dei “riferimenti culturali del capo del governo, protagonisti dei suo discorsi e dichiarazioni: dal protagonista di Happy Days fino a Jovanotti”. E intervista il linguista Tullio De Mauro, che dice: “Prevale il linguaggio della tv”.

Sulle elezioni amministrative e i casi di Roma e Milano: “Sala e Marchini, Milano e Roma sono un bell’affare”, “Chi c’è dietro e perché ai due candidati imprenditori”.

Sotto la testata: “La versione di Renzi: ‘Ho un solo Rolex’. Però tace sygli altri”, “Doni di Stato. Replica e conferme sulla rissa in Arabia Saudita”.

E il caso Quarto: “Quarto, Beppe Grillo ordina dimissioni, ma la sindaca resiste”, “Rottura. Il leader attacca sul blog. La Capuozzo: ‘Non lascio’”.

Colonia, Germania

Il Corriere della Sera, pagina 2: “Molestie di massa anche in una discoteca. Il ministro: ‘Gli attacchi erano pianificati’”, “Le denunce per le aggressioni di Colonia salgono a 516, il 40% a sfondo sessuale. Tra i nuovi casi, l’assalto di un gruppo a un locale di Bielefeld: ragazze liberate con la forza”. E’ l’inviata a Colonia Elena Tebani a spiegare che il socialdemocratico ministro della Giustizia Heiko Maas è convinto che le aggressioni alla stazione di Colonia fossero organizzate: “Quando un’orda simile si incontra per commettere reati -ha detto- è evidente che questo debba in qualche modo essere pianificato. Non credo che non ci sia stato un accordo o che la cosa non sia stata preparata. Dobbiamo assolutamente capire come si sia potuti arrivare ad atti così spregevoli”. Maas non ha escluso che possano esserci collegamenti tra gli attacchi di Colonia e quelli di altre città tedesche: “Dobbiamo verificare eventuali connessioni. C’è il sospetto che qualcuno abbia scelto la data e la massa di persone da riunire. Se fosse così i fatti acquisterebbero tutta un’altra dimensione”. Da informazioni raccolte dal Corriere risulta che gruppi di migranti provenienti da Siria, Algeria e Marocco si fossero dati appuntamento tramite i social network per passare il Capodanno in piazza tra la stazione centrale e il duomo: oltre un migliaio le persone che si sono radunate quella notte. Tra queste, anche gli aggressori accusati di furti e molestie: 516 i reati denunciati finora (il 405 sono a sfondo sessuale), 20 le persone identificate. Ieri è poi emersa una vicenda che si sarebbe verificata nella città di Bielefeld, sempre nella Renania Settentrionale-Westfalia: 500 uomini hanno cercato di entrare con forza nella discoteca “Elephant club” e hanno palpeggiato alcune delle donne presenti. Il capo della sicurezza del locale ha detto al quotidiano Westfalen Blatt: “siamo riusciti a liberare le ragazze solo con la violenza”.

Sulla stessa pagina, un intervento di Donatella Di Cesare: “L’affronto della donna libera. Quell’apertura (così brusca) dell’Islam alla modernità”. Dove si ipotizza che “quegli uomini, per lo più giovani, abbiano interpretato la festa di Capodanno come l’occasione per divertirsi all’occidentale, in modo disinibito, spregiudicato, sfrontato”, “si sono dati convegno in tanti, fra la stazione e il duomo, perché uniti ci si sente più forti”, “quel che è accaduto a Colonia mostra in modo drammatico i problemi che derivano dalla brusca apertura del mondo islamico alla modernizzazione occidentale. Ma indica anche che, se questo impatto non viene culturalmente mediato, saranno tutte le donne le prime vittime”.

Su La Repubblica, alle pagine 4 e 5: “Colonia, il ministro ammette: ‘Aggressioni organizzate’. Assalto anche in discoteca”, “Oltre 500 denunce per la notte di Capodanno. Spuntano nuovi episodi a Bielefeld. Il governo: ‘Più polizia in strada’”. E “il racconto” di Andrea Tarquini da Colonia: “’Molestate la donna bianca’, l’ordine al branco diffuso online”. Si fa riferimento ad un messaggio di invito a quello che noto come “Taharrush gamea”, che fu -ricorda Tarquini- il lato oscuro delle primavere arabe, ovvero le molestie e le aggressioni delle donne in strada.

Giampaolo Caladanu, inviato a Colonia, raccoglie la testimonianza di Mohammed, giovane iracheno di Kerbala, arrivato da quattro mesi: il suo racconto “è pieno di sdegno”, scrive Caladanu. Il ragazzo ricorda: “litigavano, lanciavano petardi. Erano ubriachi fradici. Li ho visti circondare una ragazza in quattro o cinque. Lei avrà avuto forse 25 anni, era sola e terrorizzata. Piangeva e non sapeva cosa fare. La toccavano, la palpeggiavano. Hanno smesso solo quando è arrivata la polizia”. Ma c’era qualcuno che dava ordini? “Ordini lo escludo. Ma queste persone si muovevano in gruppo. Sono sicuro che molti fossero ubriachi”, “credo che la gran parte fossero marocchini e algerini. Si spacciano per siriani o iracheni per chiedere asilo politico. Ma a loro non importa essere espulsi, perché nel loro Paese non c’è la guerra. Per noi, invece, è questione di vita o di morte”.

A pagina 7 le interviste alla storica tedesca Ute Freevert (“La nostra società sta reagendo anche grazie al femminismo”, “Difendo la polizia: è stata colta di sorpresa. Non era stato valutato il pericolo di quel raduno di piazza”, “Anche nei Pesi musulmani ci sono donne che lottano per i loro diritti. Il dialogo è sempre possibile”) e allo scrittore Gunter Wallraff (“Quella notte è stato uno shock ma la Germania resti accogliente”, “Sono avvenute violenze inaccettabili, c’è però, iniziando da quelli di Pegida, chi soffia sul fuoco”, “c’è troppa correttezza politica: se dici che non si può criticare qualcosa dell’Islam fai il gioco della destra”.

La Stampa intervista il ministro della Difesa Roberta Pinotti, che dice: “E’ un valore di sinistra difendere la sicurezza delle donne”, “Chi chiede asilo deve adeguarsi alle nostre leggi e ai nostri principi”.

Su Il Fatto: Non solo Colonia: Capodanno delle molestie, aumentano le denunce. Linea dura di Merkel”, Donne nel mirino. Blitz di 500 uomini in una discoteca a Bielefeld. Il ministro: ‘Attacchi organizzati’”.

M5S-Quarto

Su La Repubblica, pagina 2: “Quarto, Grillo silura il sindaco, ‘Dai l’esempio, dimettiti’. Ma lei resiste: ‘Non ho deciso’”, “L’ordine sui blog: ‘Capuozzo deve lasciare, è il prezzo dell’onestà’. Pizzarotti insorge: ‘Chi e come ha deciso? No al metodo Marino’”.

E a pagina 3, sul “personaggio” Rosa Capuozzo: “L’ultima trincea dell’avvocatessa. Lotterò ancora, la gente è con me”. Poi il “retroscena” di Annalisa Cuzzocrea e Conchita Sannino: “Alta tensione tra Fico e Di Maio, poi vince la linea dura, ‘Garantire trasparenza assoluta’”. Il presidente della commissione di Vigilanza Roberto Fico era “sponsor del primo cittadino contro il ‘falco’ di Pomigliano” (Luigi Di Maio), ma ha ceduto (“se anche un solo voto è stato inquinato, meglio tornare alle urne”). A pagina 3, intervista a Dario Fo che, sul caso M5S-Quarto, dice: “Un linciaggio spudorato, il Movimento fa paura a tutti”, “Come può il Pd ergersi a moralizzatore con tutti gli scandali in cui è coinvolto dappertutto?”.

Su Il Fatto, pagina 4: “Movimento-Capuozzo, rottura a Cinque Stelle”, “’L’onestà ha un prezzo’. Il blog di beppe Grillo invita la sindaca a dimettersi, ma lei -per ora- resiste”.

Immigrazione clandestina

Su La Stampa, pagina 5: “Le toghe: il reato di clandestinità è dannoso. Ma Renzi replica: non posso abolirlo ora”, “Per i magistrati la norma intasa i processi. E Pansa (capo della polizia, ndr.): la legge va migliorata”.

Sul Corriere, pagina 3, un’analisi di Giovanni Bianconi spiega come funzionano le norme del reato di clandestinità: “processi costosi e senza esito tra interpreti e avvocati d’ufficio”.

Sul Corriere, pagina 27, un commento di Luigi Ferrarella, che si chiede: “Sul reato di clandestinità vale di più la ‘percezione’?”. Dove si ripercorrono le opinioni espresse in questi giorni sulla possibile abolizione del reato: sono uno straordinario documento per il nitore con il quale dichiarano la resa della politica al populismo giudiziario: cioè alla strumentalizzazione delle valenze simboliche del diritto penale in chiave di rassicurazione collettiva rispetto a paure ingigantite o addirittura create proprio da campagne politiche e/o mediatiche volte a metterne a reddito elettorale gli enfatizzati rischi”. Poi si citano le opinioni espresse dai ministri Boschi (che ha snocciolato i dati sulla diminuzione dei crimini tra il 2014 e il 2015, ma ha poi specificato che “in questa specifica fase per poter depenalizzare i reati di immigrazione clandestina occorre preparare prima l’opinione pubblica”) e Alfano (secondo cui è normale in questa fase “giocare due partite intrecciate ma diverse: una sulla realtà e l’altra sulla percezione della realtà”).

Immigrazione

Sul Corriere a pagina 26 un lungo commento di Maurizio Ferrera: “Welfare per i migranti Ue tra diritti e limitazioni”, “le norme comunitarie vietano le disparità di trattamento fra nazionali e non nazionali. Ma Bruxelles dovrà rassegnarsi ad ammorbidire qualche regola, bilanciando la salvaguardia della libertà di movimento con i sentimenti negativi degli elettori”, “la soluzione sta nel mettere a punto percorsi di accesso differenziato”, “l’essenziale è che il nuovo arrivato non venga trattato come un intruso o sfruttato”.

Milano, Roma, le amministrative.

Su Il Fatto, le pagine 6 e 7 sono dedicate alle elezioni amministrative a Roma e Milano. Pagina &: “Per Marchini il Campidoglio sarebbe un gran bell’affare”, “Già candidato a sindaco nell’ultima elezione, si ripresenta. Per molti è l’outsider, né con la destra né con la sinistra (per ora), ma con molti amici trasversali, a partire dal potentissimo Francesco Gaetano Caltagirone. E in ballo, per il cinquantenne, ci sono anche questioni immobiliari”, “Le sue società si occupano di mattone, luce, gas e acqua: tutti punti chiave per la città”. L’articolo è firmato da Francesco Bonazzi.

A pagina 7: “Milioni di euro a pioggia e per tutti: ci pensa Sala”, “Mister Expo. Per l’esposizione, solo in comunicazione, sono stati spesi 50 milioni di soldi pubblici. Una parte di questi è andata a giornali e tv, ora molto sensibili alle sua campagna elettorale. Ha anche assegnato appalti e distribuito incarichi ad aziende e professionisti. Ora nasce il comitato elettorale”, “A Corriere e Repubblica oltre 500 mila euro; al gruppo Sole 24 Ore 64 mila; 85 mila al Foglio”. Articolo di Gianni Barbacetto e Marco Maroni.

Banche

Il Fatto, pagina 2: “Etruria, Boschi assolve papà e attacca Visco”, “Conflitti & famiglia. La ministra riemerge per difendere il padre. E contesta il piano di Bankitalia sulla fusione con la Popolare di Vicenza”.

La Repubblica, pagina 15: “Tutti i guai dei Boschi nello scandalo dell’Etruria”, “La mossa sbagliata del padre, il ruolo del fratello, la difesa del ministro. Da Arezzo a Roma il collasso della banca toscana sta facendo tremare i palazzi della politica. Mentre la procura sta per annunciare le sue prime decisioni nei confronti degli ex manager”, di Fabio Tonacci.

Internazionale

Sul Corriere Davide Frattini: “Un ponte aereo per Madaya”, la città siriana situata al confine con il Libano, assediata da luglio dalle forze di Assad e da Hezbollah, dove la gente sta morendo di fame: “la proposta: paracadutare gli aiuti (senza il sì del regime) nella città dove si muore di fame. Come a Sarajevo”, “a proporre la missione è Paddy Ashdown, ex alto rappresentante per la Bosnia”, che ha scritto una lettera al premier britannico David Cameron.

Su Il Fatto un’analisi di Ellie Geranmayeh, dell European Council on Foreign Relations: “Ryad contro Teheran”, “Iran- Arabia saudita, come evitare l’effetto domino”, “Islam e politica. L’esecuzione a Ryad dell’imam sciita Al Nimr ha scatenato uno scontro tra sunniti e sciiti che può travolgere tutta la regione e destabilizzare Iraq e Libano. Ma l’Occidente è ancora in tempo per arginare il contagio”, “Entrambi gli Stati devono capire che la loro rivalità può ostacolare il processo di pace in Siria”.

Sul Corriere a pagina 27 un editoriale di Paolo Salom: “Il silenzio di Aung San Suu Kyi sul destino dei Rohinga”. Suu Kyi governerà la Birmania dopo la straordinaria vittoria elettorale di novembre. I Rohyinga “sono là”, un milione di esseri umani chiusi in un campo di concentramento da dove è virtualmente possibile uscire. Musulmani, sono da decenni perseguitati dalla maggioranza buddhista. “Detestati per le loro origini (sono considerati bengalesi immigrati clandestinamente), hanno vissuto gli ultimi anni di apertura e democratizzazione del loro Paese in un tragico paradosso: più i generali si facevano da parte, meno le loro richieste venivano considerate. Richieste elementari: cittadinanza, istruzione, libertà di spostamento. Il riconoscimento del loro status di minoranza: nonostante la presenza secolare, per le autorità sono al massimo apolidi mal sopportati”.

Su La Repubblica: “Stragi di Parigi, solo pochi in piazza”, “Hollande, Valls e il sidnaco Hidalgo commemorano le vittime dei terroristi, ma la città non si mobilita. Polemiche per la presenza del cantante Johnny Hallyday: ‘Era stato preso di mira da Charlie Hebdo’”. E sulla stessa pagina un reportage di Anais Ginori da Parigi: “’Parliamo di Corano e anche di République’. Nelle moschee aperte per il té della fraternità”, “In tutto il Paese i musulmani hanno aperto le porte dei templi per vincere sospetto e pregiudizio”.

Su La Stampa Tonia Mastrobuoni, da Berlino, racconta una vicenda che riguarda l’attentatore di Parigi con la finta cintura esplosiva: “L’attentatore ucciso a Parigi era un profugo ospite in Germania”, “Condannato più volte, era riuscito a eludere i controlli cambiando semplicemente identità”.

Su La Repubblica alle pagine R2 Vittorio Zucconi ricorda che domani sera Obama terrà il suo ultimo discorso sullo Stato dell’Unione: “Da ‘cambiamento’ a ‘sicurezza’, ecco i vocaboli che hanno segnato i suoi sette anni alla Casa Bianca e che riaffioreranno nel suo commiato all’America. Come il debutto, l’addio segnerà l’eredità del leader statunitense”.

E Federico Rampini: “’Tutte le mie riforme per uscire dalla crisi’, così Barack saluterà la nazione”, “nella tribuna ospiti ci saranno un rifugiato siriano, uno degli eroi del Thalys e una sedia vuota a ricordare le vittime di sparatorie”.

Da Pretoria, Lorenzo Simoncelli su La Stampa: “Così gli Stati africani alimentano il contrabbando di avorio”, “Giro d’affari da 19 miliardi e migliaia di elefanti uccisi. Molti soldi finiscono ai terroristi”.

Il Corriere intervista Massimo D’Alema: “All’estero non siamo più protagonisti. Arabia e Israele da alleati a problemi”, “Usa e Ue dovrebbero smetterla di avere nella regione alleati privilegiati, ai cui interessi finiscono per sacrificare gli interessi della stabilità e della pace”. Come spiega la sfida dell’Arabia saudita all’Iran? “E’ un conflitto di potenze che tende a degenerare in un conflitto religioso; e i conflitti nazionali ammettono risoluzioni, quelli religiosi no”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *