La dottrina Obama. Ovvero come togliersi sassolini dalla scarpa.

Il Corriere della Sera: “La spinta di Draghi all’economia”, “A sorpresa la Bce azzera i tassi. Alle banche prestiti mirati per imprese e famiglie. Mercati giù”, “sale a 80 miliardi l’acquisto di titoli di Stato e di bond di aziende. Replica a Berlino: senza interventi deflazione disastrosa”.

Due le analisi su questo tema: “La caduta dei tabù” di Federico Fubini e “Gli obiettivi di Francoforte”, di Danilo Taino.

Di spalla, intervista a Massimo D’Alema: “’Dal malessere a sinistra del Pd può nascere una nuova forza”.

A centro pagina: “Battaglia sui dazi per difendere l’olio dell’Italia” (sulla temporanea eliminazione dei dazi sull’olio tunisino,ndr)., “Più import. Il timore di sofisticazioni”.

Sul vertice della scorsa settimana tra Ue e Turchia: “Profughi, la Turchia frena”, di Ivo Caizzi.

In prima la foto della tennista Maria Sharapova: “Doping, baci e molte bugie., Le storie segrete del tennis”.

A fondo pagina, sull’uccisione di Luca Varani a Roma: “’Così è stato ucciso, lottava per vivere’”, “Delitto di Roma, le confessioni. ‘Prato vestito da donna’. Il giudice: fredda ideazione”.

Dell’uccisione di Failla e Piano in Libia scrive Giovanni Bianconi: “Quei tre inganni dei libici sui rapiti”, “’Tracce cancellate’”.

Su “’Ndrangheta e farmacie” un articolo di Luigi Ferrarella: “E il fax (segreto) finì all’indagato”.

La Repubblica: “Bce, la valanga di Draghi”, “Tassi a zero, 80 miliardi al mese sul mercato, ossigeno alle banche e acquisto di bond societari. Le misure antideflazione rilanciano le Borse, poi il dietrofront. L’ira di Berlino: è tutto inutile”.

Con due analisi: “Le fatiche di Supermario” (di Ferdinando Giugliano) e “La scelta federalista” (di Andrea Bonanni.

Di fianco, con foto dell’abbraccio, ieri, tra il presidente Usa Obama e il premier canadese Justin Trudeau: “Obama, schiaffo agli alleati, ‘Opportunisti e scrocconi’”.

A centro pagina: “Regeni, la svolta dell’Egitto: indagini con i pm di Roma”, “I genitori di Giulio: è un nuovo inizio”. Ne scrive Giuliano Foschini. E Carlo Bonini firma un commento dal titolo: “Una strada sola”.

A fondo pagina: “TeleCronaca nera, e lo share vola”, “Viaggio nella tv dei delitti dopo lo stop di Campo Dall’Orto”. Ne scrive Antonio Dipollina.

Poi, le notizie dal Brasile: “’Lula corrotto’. Chiesto l’arresto dell’ex presidente” (di Daniele Mastrogiacomo).

Sulla colonna a destra, R2/La Copertina: “I marziani siamo noi, l’Italia sbarca sul pianeta dei sogni”.

La Stampa: “Il blitz di Draghi contro la crisi”, “Azzera il costo del denaro, aumenta la liquidità e la Bce potrà comprare i bond delle aziende”, “Il presidente della Banca centrale sfida le resistenze tedesche. Critiche dalla Germania. Dalle Borse reazione incerta”.

Questa volta è l’Europa che guida” è il titolo del commento di Stefano Lepri. Di fianco, il richiamo al confronto tra economisti sulla svolta Bce: “’Bene Supermario, ora tocca ai governi’”, “A confronto Bruni, Guiso. Guerrera e Reichlin”.

In prima anche un focus su “L’economia tra 20 anni”, di cui scrive Mario Deaglio: “Sarà verde il futuro dell’Italia con hi-tech, agricoltura e arte”. Con interviste a Carlo Petrini e Alberto Bombassei.

A centro pagina, con foto di una agricoltore maghrebino: “Import dall’Africa, l’ira dei siciliani”, “’I pomodori marocchini ci riducono alla fame’. E la Lega cerca voti”.

Più in basso: “Dall’Ue via libera all’olio tunisino”.

Di fianco: “Processo civile veloce. Primo sì dalla Camera”, “La riforma in Senato per l’ok definitivo”, “Caos Pd, Bassolino lancia la sfida, ‘Se avremo le forze, mi candiderò’”.

Sulla riforma del processo civile l’analisi di carlo Rimini: “Un rimedio ai riti inadeguati dei tribunali”.

Poi una vicenda che riguarda Alessandria: “Ruba 100 euro. Arrestato consigliere M5S”, “L’ex candidato sindaco accusato di un furto in palestra: espulso dal movimento”.

Il “Buongiorno” di Massimo Gramellini è dedicato al rifiuto dell’attrice francese Sophie Marceau dell’onorificenza della Legion d’onore, perché qualche tempo fa il presidente Hollande l’aveva attribuita al principe ereditario dell’Arabia saudita: “Il tempo delle mele mature”.

Il Fatto: “Perché no al referendum sulla controriforma della carta”, “Noi, intellettuali e artisti di robusta Costituzione”, “Governo preoccupato per la battaglia d’autunno. Boschi: ‘Sono un fronte autorevole che non possiamo sottovalutare, ecco perché il nostro impegno è ancora più importante’. Pronte le truppe ‘pro-sì’ benedette dal Pd”. E il quotidiano preannuncia che da oggi sul sito del quotidiano si può sottoscrivere l’appello firmato, tra gli altri, da Alessandro Pace, Gustavo Zagrebelsky, Tony Servillo. Di fianco: “Perché sì al referendum di aprile per fermare lo scempio”, “Trivelle da Nord a Sud: un voto per l’ambiente”, “Ancora pochissima informazione, spot tv solo a 28 giorni dalla consultazione del 17. Sui social impazzano fusilli e cavatappi contro le perforazioni. Scontro sui dati dell’inquinamento e dell’impatto occupazionale”.

Il titolo in maggiore evidenza si trova a centro pagina: “Riciclaggio: indagati e perquisiti i compari massoni di papà Boschi”, “L’inchiesta. Flavio Carboni e Valeriano Mureddu nei guai con la legge”, “Sono accusati di associazione a delinquere. Per i pm riciclavano denaro evaso al fisco per acquisire aziende in crisi. Quando incontrarono il padre del ministro delle Riforme erano già nel mirino di Roberto Rossi, procuratore capo di Arezzo che investiga su Banca Etruria”.

Di fianco, sulla Libia: “Straziati i cadaveri di Piano e Failla”, “’Macelleria sui corpi, cancellata la verità’”.

Il Giornale: “Le misure choc di Draghi”, “Arrivano i soldi, ecco cosa fare”, “Tassi a zero e più acquisti di titoli. I mercati non ci credono, ma i risparmiatori possono guadagnarci”, “E la Germania furiosa dichiara guerra a SuperMario”. Il commento è firmato da Francesco Forte: “Ma all’Italia il bazooka porterà soltanto briciole”.

Di fianco, con foto di Pietro Grasso, Paolo Gentiloni, Alessandro Di Battista e Beatrice Lorenzin: “Romani ‘in trasferta’ a Roma”, “Quei furbetti Vip della politica che scroccano il rimborso spese”, di Francesco Cramer.

Più in basso, “Il caso Roma”: “Berlusconi stoppa la fuga di Salvini”, “Il leader leghista boccia Bertolaso. Ma il Cavaliere lo conferma: ‘Candidato di tutti i romani’”.

E “Il retroscena” di Augusto Minzolini: “Quello zampino americano dietro la catastrofe dei partiti”.

Sulla colonna a destra: “Macelleria libica. Italiani massacrati anche da morti”.

Più in basso: “Legittima difesa, la sinistra affossa la riforma”.

E sulle “Follie dell’Ue”: “L’olio tunisino invade l’Europa”.

A fondo pagina: “La multa infame al padre che lascia un fiore al figlio”. “Punito per avere ricordato il piccolo morto sulle piste”.

Infine, un appello di 50 intellettuali al Quirinale: “’Aprite gli archivi di Verdi e Puccini’”.

 

Draghi

 

In un editoriale sul Corriere (“La caduta dei tabù”) Federico Fubini spiega che , con la decisione della Bce, “gli acquisti di titoli di Stato aumentano al punto che le Banche centrali nazionali, su mandato della Bce, ne compreranno per circa 80 miliardi al mese. E’ una colossale operazione di creazione di moneta da 1.750 miliardi di euro. Al termine la Banca d’Italia avrà comprato oltre 200 miliardi in titoli del Tesoro, il quale verserà le cedole alla stessa Banca d’Italia la quale a sua volta renderà parte di quelle risorse al tesoro. E’ come se il debito pubblico diventasse più piccolo, più sopportabile, più spalmato nel tempo”. E “non è tutto. Per la prima volta, Francoforte ha deciso che inizierà a comprare anche titoli di debito delle imprese. Basta che non siano emessi dalle banche e che siano accettabilmente soldi, ma anche questo tabù è caduto”.

Questa volta è l’Europa che guida”, scrive in prima su La Stampa Sptefano Lepri: “C’è un’Europa che funziona. Proprio quando squallidi litigi fra gli Stati spingono a richiudere o confini, l’unica vera istituzione federale, la Bce, riesce a riaccendere -nonostante le contraddittorie reazioni dei mercati nella serata di ieri- la speranza nel nostro futuro. Per invigorire una ripresa economica che minaccia di spegnersi, la banca centrale arriverà perfino a regalare denaro alle banche (prestandoglielo a tassi inferiori allo zero) purché lo prestino alle imprese. Le misure annunciate ieri da Draghi rappresentano sotto alcuni aspetti una novità mondiale. Non si potrà più dire che la Banca centrale dell’euro imbocca con ritardo la strada già tracciata dalle sue consimili americana, britannica o giapponese”.

In prima su La Repubblica, in un’analisi, Andrea Bonanni scrive che “La Bce è, con il Parlamento europeo, l’unico organo veramente federale di un’Europa che ancora federazione non è. E ieri ha preso una decisione strategicamente cruciale in un una logica, appunto, puramente federale”.

Su La Repubblica, pagina 2: “Draghi usa il ‘bazooka’, più liquidità, tassi giù e maxi-aiuti alle banche”, “’Bisogna alzare crescita e inflazione, basta con i nein’. Bce: acquisti di titoli anche aziendali. Borse deluse”. Ne scrive Tonia Mastrobuoni. In basso, la reazione tedesca: “Ma Berlino attacca: ‘Mosse inutili’”, “Dalle banche al governo, in Germania coro di critiche per le scelte del governatore”, “Nel consiglio i soliti ‘falchi’ votano contro, ma la turnazione esclude Weidmann (il presidente della Bundesbank, ndr)”.

Su La Repubblica il dossier di Mario Ricci a pagina 3: “Una spinta per imprese e famiglie, ecco cosa cambierà”. Sul fronte delle imprese: “Più prestiti ai piccoli per far ripartire produzione e lavoro”; per le banche “una scossa al credito, tenere i soldi in cassa non conviene più”; e per le famiglie “Mutui vantaggiosi, ma per i risparmi rendimenti zero”.

E l’analisi di Ferdinando Giugliano: “L’Eurotower prova il rilancio ma i mercati adesso temono che le munizioni siano finite”, “Il pacchetto di stimoli monetari va ben oltre le aspettative, eppure l’euro è risalito e le Borse hanno perso: preoccupa la frase di Draghi sui tassi che non saranno ridotti nel prossimo futuro. Il caso dell’inflazione allo 0,1%”.

Il Fatto: “I tassi sotto zero della Bce di Draghi funzionano a metà”, “Le sorprese. Azzerato il costo del denaro, incentivi per le banche che finanziano le imprese. Ma ci sono dei limiti che spaventano i mercati”, scrive Stefano Feltri. E l’economista Stefano Micossi, in un’intervista, dice: “Sono quasi le ultime cartucce, ma è difficile che diano risultati”, “Crescono i dubbi: l’impatto sull’economia è debole”.

 

Il caso Regeni

 

Su La Repubblica: “Regeni, svolta dell’Egitto. ‘I magistrati italiani al Cairo per indagare’”, “Gli investigatori di Roma invitati nella capitale. La condanna di Strasburgo: non è un caso isolato”. Spiega il quotidiano che ieri mattina l’ambasciatore egiziano a Roma, Amr Helmy, si è presentato negli uffici del procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone per invitare gli inquirenti italiani al Cairo a nome del procuratore generale della Repubblica araba d’Egitto, Nabil Ahmed Sadek. Anche il Parlamento europeo, ieri, ha chiesto con una risoluzione approvata a larga maggioranza, di cooperare con l’Italia sul caso Regeni. La risoluzione “condanna con forza la tortura e l’assassinio in circostanze sospette del cittadino Ue Giulio Regeni” e invita le autorità del Cairo a fornire tutti i documenti e le informazioni necessarie a stabilire la verità, facendo “tutti gli sforzi per assicurare alla giustizia al più presto i responsabili dell’omicidio”. Soprattutto alla luce del fatto che il caso Regeni, secondo l’assemblea di Strasburgo, “non è un incidente isolato, ma è accaduto in un contesto di torture, morti in carcere e aumento delle scomparse in Egitto negli ultimi anni”.

Sulla stessa pagina un articolo dell’inviato al Cairo Giuliano Foschini: “’Giulio cercato da uno 007′, i servizi segreti di Al Sisi avevano un dossier su di lui”. Il quotidiano ha ricevuto questa informazione da “tre diverse fonti qualificate”. Il servizio segreto civile egiziano avrebbe chiesto informazioni su Regeni a una persona a lui molto vicina due giorni prima che scomparisse e il giorno dopo il sequestro.

A pagina 7, intervista di Giuliano Foschini ai genitori di Regeni. Commentano la svolta sulla collaborazione della magistratura egiziana con quella egiziana: “E’ un nuovo inizio, grazie ai nostri pm si scoprirà la verità”, “Trovare i colpevoli non è un fatto privato ma l’obiettivo di una comunità: in gioco c’è la dignità dell’Italia”. Sull’incontro con il presidente Mattarella: “Abbiamo raccontato al presidente che Giulio voleva cambiare le cose. E che aveva deciso che uno strumento per farlo fosse lo studio, la ricerca”.

 

La dottrina di Obama

 

Il presidente Usa ha concesso a “The Atlantic” una lunga serie di interviste: “ha ancora dieci mesi al potere ma evidentemente non vede l’ora di regolare i conti. Con nemici e alleati”, come scrive Federico Rampini su La Repubblica. A pagina 10: “’Europei parassiti sulla sicurezza’. Obama fa i conti con gli alleati”, “Il presidente Usa traccia un bilancio della sua politica estera con ‘The Atlantic’. L’Is è ‘come Jocker in Batman’, ‘Una serie di Paesi Ue chiesero l’intervento in Libia’”. L’espressione che usa Obama per definire gli scrocconi della sicurezza è “free rider”. Sono quelli che non pagano il biglietto sui mezzi pubblici. “Non sopporto quei comportamenti -spiega Obama- perciò ho detto a Cameron che l’Inghilterra non può aspirare a una relazione speciale con noi se non spende almeno il 2% del Pil per la Difesa”. Per la stessa ragione -scrive Rampini- Obama volle che francesi e inglesi prendessero il comando delle operazioni in Libia nel 2011 per cacciare Gheddafi: “Era parte della campagna anti-scrocconi”. Ma Sarkozy ha strombazzato “le gesta della sua aviazione, dopo che noi avevamo eliminato tutte le difese antiaeree di Gheddafi”. Proprio sul caso Libia, Obama ha spiegato perché si lasciò trascinare in quell’operazione: “C’erano proteste di massa contro Gheddafi, lui mandò l’esercito verso Bengasi promettendo di uccidere i rivoltosi come topi. Una serie di Paesi europei invocarono l’intervento. Volevano che fossimo noi a farlo: scrocconi. Io posi le condizioni: mandato Onu, niente scarponi sul terreno, coinvolgimento degli alleati europei e del Golfo”. Il bilancio che ne traccia è negativo: “Abbiamo evitato una guerra civile ancora peggiore ma nonostante tutto è un caos”, “avevo più fiducia negli europei, pensavo che essendo più vicini sarebbero stati maggiormente coinvolti nel dopo-Gheddafi”. Poi, sulla minaccia di un attacco militare alla Siria se avesse varcato la “linea rossa” delle armi chimiche, nel 2013: “sono fiero di avere avuto la capacità di tornare indietro all’ultimo, nell’interesse dell’America e della democrazia. Ho voltato pagina rispetto ai manuali di istruzioni di Washington, che tendono a prevedere sempre la risposta militare”. Sull’Arabia saudita, per anni alleato privilegiato: “si misura il successo di una società da come tratta le sue donne. Un Paese non può funzionate nel mondo moderno se reprime metà della sua popolazione”. Poi respinge le critiche dei sauditi per aver sdoganato l’Iran con l’accordo sul nucleare: “Sauditi e iraniani devono instaurare una pace fredda, imparare a condividere il vicinato. Non sta a noi usare la nostra potenza militare per i loro regolamenti di conti tribali”. E smentisce che ci sia un “disegno persiano”, qualcosa di simile al disgelo Usa-Cina sotto Nixon-Kissinger: “C’era un pericolo concreto da evitare, il piano nucleare. Di quello mi sono occupato”. A proposito dei jihadisti di Isis, secondo Rampini Obama ha ammesso di averli sottovalutati per difetto di informazioni della sua intelligence, quando li definì “la squadra giovanile di Al Qaeda”: ora passa ad un’altra metafora, il Jocker di Gotham City, perché l’Is si è inserito in un’area controllata da “criminali corrotti” ed ha appiccato l’incendio. Ha fatto riferimento anche ai rapporti difficili con il premier israeliano Netanyahu, a proposito del quale ha raccontato un aneddoto. Gli avrebbe risposto, irritato dal senso di superiorità con cui lo trattava: “Sono nero e figlio di una mamma single. Nonostante questo sono riuscito a diventare presidente. Se pensi che sono un incompetente sbagli”. Sulla crisi ucraina, secondo Rampini, ha usato realpolitik, pur restando ferma la condanna dell’aggressione russa+: “L’Ucraina non è uno Stato membro della Nato e resta vulnerabile verso un dominio militare della Russia. Bisogna essere chiari su quali siano i nostri interessi strategici, e in quali casi noi siamo pronti a entrare in guerra”.

 

 

L’olio tunisino

 

Su La Repubblica: La Ue apre le porte all’olio tunisino, rivolta in Italia”, “Senza dazi altre 35 mila tonnellate l’anno. Il ministro Martina: fortemente contrario. Coldiretti in piazza”. Spiega Luisa Grion che per due anni, tra il 2016 e il 2017, 35mila tonnellate di olio tunisino entreranno sul mercato europeo senza pagare dazi. La quota va ad aggiungersi alle 56mila tonnellate esentasse già previste da un precedente accordo.

Su La Stampa: “Via libera Ue all’olio tunisino in Italia”, “L’Europarlamento autorizza l’import di altre 35 tonnellate l’anno senza dazi. Il governo: contrari all’aumento, rafforzeremo i controlli. Coldiretti: attenti alle frodi”.

Di fianco, reportage da Ragusa di Amedeo La Mattina: “Tra i coltivatori siciliani, ‘Siamo ridotti alla fame dai pomodori marocchini’”, “la rabbia nei campi. E oggi arriva Salvini a caccia di voti”

Libia

Su La Stampa si dà conto dell’autopsia italiana eseguita sui corpi dei due tecnici della Bonatti uccisi in Libia: “’I due tecnici uccisi in un agguato’”, “Autopsia a Roma sui corpi di Piano e Failla: colpi di kalashnikov, non fu un’esecuzione. Gli esami fatti in Libia rendono però impossibile stabilire la traiettoria dei proiettili”, “Da Tripoli non sono stati trasmessi né il video dell’intervento medico, né un referto, mancano anche gli abiti”.

Sul Corriere: “’Niente colpi alla testa, tracce cancellate’”, “I medici del Gemelli: Failla seduto, Piano colpito al torace dai kalashnikov. ‘Uno scempio le autopsie in Libia’”. E di fianco l’analisi di Giovanni Bianconi: “Le tre grandi bugie”, “Le raffiche, le finte telefonate, il gioco di Tripoli. Così i servizi italiani hanno dovuto affrontare versioni sempre diverse. E interlocutori inaffidabili”. Sulla voce registrata: le chiamate con la voce di Failla servivano ad alzare il prezzo del riscatto. Nonera vero che Failla fosse stato separato dagli altri tre ostaggi. E dopo l’autopsia gli accertamenti hanno escluso il colpo alla nuca e confermato le raffiche.

 

Jihadisti in Tunisia e in Libia.

Su La Stampa: “Quel gruppo di jihadisti tunisini arrivati in Italia da Guantanamo”, “Molti miliziani di Tripoli e Sabratha hanno combattuto con Bin Laden. Noureddine Chouchane e la compagna erano il loro punto di riferimento”, scrive Francesco Semprini.

 

 

Profughi in Turchia

Sul Corriere: “Profughi, arriva la frenata della Turchia”, “’Ne riprenderemo migliaia, non milioni’. L’Austria guida la protesta contro Ankara-, sono inaffidabili. L’ira di Merkel per i confini chiusi nei Balcani. Roma e Berlino: attenti alle rotte in Libia e Albania”.

 

 

Primarie, politica italiana

 

Il Corriere della Sera intervista Massimo D’Alema: “Il partito della Nazione già c’è ma perderà. E il malessere può creare una nuova forza”, “Renzi distrugge le radici del Pd. Fondatori ignorati, devo andare in ginocchio da Guerini?”. Aldo Cazzullo gli chiede della possibile candidatura di Massimo Bray e della protesta di Bassolino a Napoli. D’Alema: “Sono sbarcato all’alba a Fiumicino dall’Iran. Dove Vodafone non prende”, “Non so nulla di quello che è successo in questi giorni. So solo che il Pd versa in una condizione gravissima, e la classe dirigente reagisce insultando e calunniando con metodi staliniani”. Lei a Roma sostiene Bray? “E’ un mio carissimo amico, ma è un uomo libero e indipendente. E’ anche una delle persone più testarde che ho conosciuto”, “non è neppure iscritto al Pd”. Vota per Giachetti? “Non so ancora chi siano i candidati”, la candidatura di Bray “sarebbe quella di maggior prestigio per la Capitale. Siamo alla scissione? “Sta crescendo un enorme malessere alla sinistra del Pd che si traduce in astensionismo”. A Napoli bisogna annullare le primarie? “I dati sono impressionanti. Nelle aree di voto d’opinione, Bassolino è nettamente avanti. In altre zone è sotto di tremila voti: a proposito di capibastone e truppe cammellate, come le chiamano i nostri cosiddetti leader”.

Su La Stampa: “Bassolino: ‘Arroganza insopportabile. Se avremo le forze, mi candiderò’”, “L’ex sindaco chiama a raccolta i suoi per domani. E prova a stanare Renzi, che parlerà solo domenica”. Spiega Bassolino: “Io ho proposto di annullare il voto in quei seggi. Il partito potrebbe proporre di rivotare in quei seggi. Potremmo discuterne. Minimizzare è un’offesa ai 30.000 elettori, a Napoli”.

Su La Repubblica: “Bassolino ora sfida il Pd. E la minoranza attacca: ‘Renzi richiami Orfini’”, “Napoli, l’ex sindaco raduna i sostenitori dello strappo, ‘Ma tra i quattro in gara io sono il solo che votò per Matteo’” (dice Bassolino, ndr.). Il quotidiano intervista il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, che dice, parlando dei video ai seggi delle primarie Pd contestati: “Quegli episodi un danno agli elettori e a tutta la città”.

A pagina 13: “I dem sotto il fuoco amico, da nord a sud è lite a sinistra”, “A Milano Colombo ha deciso di non correre, ma altrove si moltiplicano i candidati di Sel contro quelli del Pd. E per loro aumenta il rischio di sconfitta, come in Liguria”, scrive Sebastiano Messina.

Il Giornale: “La manovra della fronda Pd: far perdere Renzi nei Comuni”, “Il sospetto dei fedelissimi: la minoranza vuole rompere per provocare la sconfitta alle amministrative. Ira del premier: ‘Giocano allo sfascio’”, “Rottamati in campo. D’Alema: ‘E’ un pericolo per la democrazia, dobbiamo fermarlo’”. Ne scrive Laura Cesaretti.

Sul Corriere: “’No ai gazebo’. La Lega rompe su Bertolaso”, “Berlusconi deciso ad andare avanti. Meloni incontra l’ex capo della Protezione civile: pronta a correre”.

Su La Repubblica: “Roma, Bertolaso a rischio. Salvini si sfila dai gazebo e rompe con Berlusconi”, “L’ira dell’ex premier: ‘Noi andiamo avanti’. Alleanza in bilico. Rispunta l’ipotesi di una candidatura della Meloni”.

 

 

E poi

Su La Stampa Luigi La Spina recensisce il libro “Compagni” di Elvira Pajetta, nipote della madre di Giancarlo. A sessant’anni di distanza, vengono anche pubblicate alcune lettere tra l’Elvira madre di Giancarlo e Norberto Bobbio: “Amici comunisti, così tradite voi stessi’. Una lettera inedita del 1956. Rispondendo alla madre di Pajetta, dopo la repressione sovietica in Ungheria, il filosofo anticipa la dura critica che articolerà vent’anni dopo in ‘Quale socialismo’”. “Perché non avete gridato ? -chiede Bobbio alla Pajetta, in risposta ad una sua lettera, il 20 novembre del 1956- E che cosa aspettate a denunciare l’orrenda mistificazione dei vostri ideali perpetrata dai sanguinari despoti di ieri e di oggi?”.

Su La Repubblica, intervista di Fiammetta Cucurnia a Mikhail Gorbaciov: “Venticinque anni fa provai a salvare l’Urss ma Eltsin mi tradì”.

Su La Repubblica un estratto, alle pagine delle Idee, dell’articolo di Karol Modzelewski, storico e dissidente polacco, autore, nel 1964, insieme a Jacek Kuron, della “lettera aperta al partito”, dal titolo “La svolta polacca: polizia politica e Radio Maryja”, che verrà pubblicato dalla rivista Micromega. Scrive che “Diritto e giustizia”, il partito al potere in Polonia, non condivide i fondamenti della democrazia, “non è il fascismo, non è neppure il regime di Putin in Russia, ma è già un governo che vuole che la sua polizia e in primo luogo i ‘servizi speciali’ possano agire senza più i controlli giudiziari di uno Stato di diritto”.

Su Il Giornale, un articolo di Gaia Cesare sulla scelta di Sophie Marceau: “Lo schiaffo di Sophie a Hollande”, “L’attrice rifiuta la Legion d’onore, la più alta onorificenza: ‘Concessa anche al principe saudita che l’anno scorso ha giustiziato 154 persone’”. Una settimana fa Hollande ha decorato infatti il principe Mohamed Ben Nayef.

Ne scrive anche Massimo Gramellini in prima su La Stampa.

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