Juncker: no all’Europa dei muri

Il Corriere della sera: “Le unioni civili entro l’anno”. “Il governo dopo il no di Bagnasco: rispettiamo la Chiesa ma andiamo avanti”. “Il capo dei vescovi scuote la maggioranza. I centristi e la Lega lo difendono”.

Di spalla una intervista a Susanna Camusso, segretaria della Cgil: “’Andare in pensione prima per creare posti di lavoro’”.

A centro pagina un reportage dalla Macedonia, “tra i migranti che abbattono il primo muro d’Europa”.

A fondo pagina Sergio Rizzo parla delle “lettere dall’Italia contro la corruzione”, ovvero delle “centinaia” di missive indirizzate alla Autorità presieduta da Raffaele Cantone, contenenti altrettante denunce, che “a sorpresa” sarebbero arrivate al suo ufficio. E ora il magistrato “lancia l’allarme per il Giubileo”.

La Repubblica: “Juncker: l’Europa che voglio non è quella dei muri”. “Migranti, interviene il presidente della Commissione”. “La Macedonia apre le frontiere, in Italia 4400 arrivi”.

Di spalla: “Jihadi John si toglie la maschera: inglesi, torno per uccidervi”. “In un video il boia dell’is si mostra a volto scoperto”. “’Colpirò gli infedeli’”.

A centro pagina la politica interna: “Berlusconi: no alle primarie. Fi nel caos, lite con la Lega”

Da segnalare anche un articolo di Ilvo Diamanti dal titolo: “La sfida di Salvini a Papa Francesco”.

La Stampa: “Migranti, si apre il fronte serbo. Passano in ottomila”. “Il racconto: ‘Così arriverò a Helsinki’. Governi divisi, dubbi su Schengen”.

Sotto: “Ecco il boia dell’Isis a volto scoperto. Jihadi John per la prima volta in un video. ‘Tornerò a Londra, taglierò altre teste’”.

Il Giornale: “Caos immigrazione. Invasione via terra. Continuano gli sbarchi ma ora è allarme soprattutto sul fronte della Macedonia”. “Migliaia di profughi spingono per entrare in Europa. E’ una emergenza infinita”.

A centro pagina: “Berlusconi chiude all’ipotesi primarie. Bagnasco contro le unioni civili. E sul tema si spacca la maggioranza”.

Nel “controcorrente” il quotidiano diretto da Sallusti si occupa di Annamaria Furlan, segretaria della Cisl, “la sindacalista che fa la guerra ai patrimoni e tace sui privilegi immobiliari dei suoi”.

Su tutti i quotidiani c’è molto sport: la vittoria di Usain Bolt ai mondiali di atletica a Pechino e il calcio, con la prima giornata di campionato, la sconfitta della Juventus e il ritorno di Balotelli al Milan.

Europa, Migranti, muri

La Repubblica affida le prime tre pagine ad un intervento del presidente della Commissione Europea Jen-Claude Juncker: “Nessuno Stato può farcela da solo”. Il testo, copyright Die Welt, parte dal dato che in Europa “vantiamo i massimi standard mondiali di accoglienza dei profughi” e che “mai rifiuteremmo asilo a chi necessita della nostra tutela” ma “mi preoccupa” il fatto che “l’accoglienza sia sempre meno radicata nei nostri animi”. Juncker cita anche casi di solidarietà (“i pensionati di Calais che mettono a disposizione i generatori”, “il fornaio di Kos che ha distribuito pane alla gente affamata” e ribadisce che “non esistono soluzione nazionali efficaci. Pone anche il problema del prossimo ingresso nella Ue di altri Stati, dai Balcani, perché “non è logico che i Paesi membri approvino la candidatura all’ingresso nella Ue di Paesi dei Balcani occidentali se al contempo non li classificano come sicuri”. “L’Europa fallisce se la paura prende il sopravvento”, “quando gli egoismi hanno più voce della solidarietà presente in ampie porzioni della nostra società”.

Il Messaggero intervista Francois Gemenne, presentato come esperto di flussi migratiori, insegna a Science Po a Parigi. Dice che in questo momento alcuni Paesi, come Italia, Germania o Svezia “fanno molto più di altri”, come Austria, Slovacchia o Regno Unito. Ricorda anche che su quattro milioni di profughi siriani, per esempio, due milioni sono accolti dalla sola Turchia, mentre l’Ue ne accoglie 250 mila. “E’ un grande sforzo rischiesto a isole come Lampedusa o Kos ma un piccolo sforzo per l’Europa. C’è un effetto lente che bisogna evitare”.

Dati e cifre anche dal Sole 24 ore: “Il 40 per cento ora arriva in Europa dal Mediterraneo orientale, il 30 per cento dai Balcani”. Risultano raddoppiati gli ingressi da Cipro, Grecia e Bulgaria e dai Balcani orientali verso l’Ungheria. In questo momento sono soprattutto siriani e afghani. Deu 340 mila arrivati in Europa da inizio 2015 circa 97 mila sono sbarcati in Italia.

Su La Stampa: “Dubbi anche in Germania e Belgio. Schengen sotto assedio in Europa. Ue in allarme. Governi divisi, ‘troppe gelosie tra i servizi’”. Il quotidiano riferisce delle tensioni tra alcuni Paesi europei anche dopo i fatti del treno Thalys tra Parigi ed Amsterdam.

Il Giornale: “Merkel e Hollande al tavolo: la sicurezza è una emergenza”. Il quotidiano ricorda che oggi è previsto un vertice franco-tedesco. “Per i due leader le decisioni prese dall’Ue sui migranti non sono né efficaci né rapide”.

Su La Stampa viene intervistato il sottosegretario all’Interno Domenico Manzione: “’Regole comuni sull’accoglienza per evitare tensioni tra gli Stati’. “Non si prendono impronte se poi non tutti li ospitano. I siriani puntano a Svezia e Germania perché c’è una forte rete sociale”.

I quotidiani hanno inviati a Gevgelia, teatro in questi giorni di quello che Repubblica chiama “l’assalto ai treni diretti in Serbia” da parte di profughi provenienti dalla Grecia. “Aperta la frontiera con la Grecia, 4000 profughi varcano il confine. ‘Siamo brutti e sporchi ma lo sareste anche voi dopo 15 giorni passati così e due anni di guerra”.

“In fuga dalla Siria con i nostri bambini. Qui c’è un futuro”.

Alle pagine successive il quotidiano dà conto della operazione di “maxi soccorso” ieri, con ventidue operazioni nel canale di Sicilia per salvare 4400 persone. “Mille migranti andranno in Sardegna ma scoppia la polemica. Il deputato Pili: decisione folle del governo”.

Anche sul Corriere si racconta il “viaggio dalla Turchia attraverso la Grecia e la Serbia”: “Occidente express: due mesi, tremila euro. La via dei Balcani”. Si ricorda che nel campo profughi di Presevo, in Serbia, sono già arrivate ottomila persone.

Unioni civili e Bagnasco

Ieri in una lunga intervista al Corriere della sera il presidente della Cei aveva tra l’altro detto che “la Chiesa non è contro nessuno. Crede nella famiglia quale base della società, presidio dell’umano e garanzia per vivere insieme; la famiglia come è riconosciuta dalla nostra Costituzione e come corrisponde all’esperienza universale dei singoli e dei popoli: papà, mamma, bambini, con diritti e doveri che conseguono il patto matrimoniale” e che “applicare gli stessi diritti della famiglia ad altri tipi di relazione è voler trattare allo stesso modo realtà diverse: è un criterio scorretto anche logicamente e, quindi, un’omologazione impropria. I diritti individuali dei singoli conviventi, del resto, sono già riconosciuti in larga misura a livello normativo e giurisprudenziale”.

“Lo stop di Bagnasco divide la politica” scrive oggi il quotidiano milanese spiegando che il Pd vuole andare avanti ma i centristi della maggioranza – oltre che l’opposizione di Lega e altri gruppi – approfitta del richiamo del Cardinale. Ieri Roberto Maroni ha detto – scrive il quotidiano milanese: “Questa è la Chiesa che mi piace”. Plauso anche da Ncd, Fratelli d’Italia, una parte di Forza Italia.

Secondo il Corriere c’è attesa per l’intervento del presidente del consiglio Renzi domani al Meeting di Rimini. Rimane nella sua agenda e in quella del governo l’impegno ad approvare entro la fine dell’anno la legge sulle unioni civili: “Rispetto per la Cei ma non ci fermiamo”.

Oggi il Corriere intervista il senatore Dem Tonini, presentato come “cattolico impegnato nel condurre in porto il ddl irinnà sulle unioni civili. Dice di non trovarsi in difficoltà dopo le dichiarazioni di Bagnasco: “Come parlamentare il punto di riferimento è la Costituzione e le sue interpretazioni da parte della Corte Costituzionale”. Cita la sentenza della Consulta numero 138 del 2010 secondo cui “i concetti di famiglia e matrimonio non possono rimanere cristalizzati all’epoca in cui la Costituzione entrò in vigore” ma “questa interpretazione non può spingersi fino al punto di incidere sul nucleo della norma”, ovvero “sull’inserimento delle coppie omosessuali nella normativa sul matrimonio”. Per questo nel disegno di legge in discussione non si parla di matrimonio, non ci si riferisce all’articolo 29 della Costituzione ma all’articolo 2 sui diritti inviolabili dell’uomo. Tonini dice di essere sicuro che il disegno di legge sarà approvato.

Forza Italia, centrodestra

Il Giornale: “Berlusconi detta la linea: le primarie non funzionano”. “Dopo giorni di silenzio il Cavaliere entra nel dibattito sulle consultazioni di coalizione per le Amministrative e denuncia: ‘Sono manipolabili’. Toti: è vero, guardate il Pd”. Il quotidiano ricorda che nei giorni scorsi “Renato Brunetta aveva lanciato il sasso nello stagno leghista” invitando il partito di Salvini a confrontarsi con il resto della coalizione con una forma di consultazione aperta in vista del voto amministrativo. Giovanni Toti, scrive ancora il quotidiano, “aveva offerto la propria disponibibiltà” seppur “con alcuni distinguo”. La frenata di Berlusconi “non viene vissuta come una sconfessione” da Toti, che ribadisce anche come la via maestra sarebbe una intesa con gli altri partiti, e che se manca l’intesa il ricorso alle primarie “può essere una possibilità”.

La Stampa intervista Renato Brunetta: “Ha ragione, ma senza regole saltano le alleanze”. Dice che lo strumento delle primarie è stato già deliberato da Forza Italia il 28 maggio 2014, che “siccome la Lega sta acquistando sempre più terreno il tema delle regole per scegliere i candidati comuni si porrà con forza” e che dunque Berlusconi ha ragione quando dice che possono essere manipolabili ma proprio per questo occorre chiarire in anticipo come tenere le primarie, con quali regole eccetera.

Raffaele Fitto, intervistato da La Repubblica, dice: “’Silvio così blocca il futuro. Le faremo lo stesso, con Lega e Fdi”. Spiega che quello di Berlusconi “è un modo per continuare a dialogare con Matteo Renzi”, dice che “si ostina a gestire il presente ma non pensa in alcun modo al futuro”, ricorda che Berlusconi per mesi ha evocato il Partito Repubblicano usa che proprio in queste settimane sta facendo le primarie.

Da segnalare sul Corriere una intervista alla parlamentare Ncd Nunzia De Girolamo che lascia il suo partito: “Mi ero illusa che il mio partito potesse contribuire alla ricostruzione di un centrodestra moderno. E mi ero illusa che onorasse il nome che porta, Nuovo centrodestra”, invece “stanno lavorando per aggregarsi al centrosinistra”, “temo che Angelino Alfano e il Nuovo centrodestra si candiderebbero con Matteo Renzi”. “La scelta non è formale. Ma le parole dell’ex ministro delle Politiche agricole non lasciano spazio a fraintendimenti o ripensamenti. A due anni dalla scissione da Forza Italia, De Girolamo torna all’opposizione. Dice anche: “Sono nata dentro Forza Italia attaccando i manifesti, e questo non può che avere un peso. Le decisioni più importanti della mia vita le ho sempre prese con il cuore e non facendo il calcolo dei vantaggi personali. Vorrei, ripeto, mettermi a disposizione per lavorare all’alleanza di domani, a un centrodestra di nuovo unito”.

Lavoro, economia

Intervistata dal Corriere Susanna Camusso ribadisce che “bisogna intervenire con la contrattazione” da un lato e “cambiare la legge Fornero”. Anticipando l’età di pensionamento? “I titoli sono giusti, lo svolgimento è sbagliato. Proporre che si vada in pensione prima ma decurtando l’assegno significa non sapere di che redditi si dispone in Italia e quali pensioni si preparano per il futuro”. “Andare in pensione a 67 anni non va bene e per certi lavori, come l’edilizia o i trasporti, è impossibile. Serve un meccanismo di flessibilità che però non penalizzi i trattamenti”. Come trovare i soldi per farlo: “Dobbiamo per forza togliere la tassa sulla casa? E poi, non possiamo ridefinire una progressività fiscale e fare una vera lotta all’evasione incentivando, ad esempio, la moneta elettronica?”. La Tasi “togliamola a chi ha solo una casa, ma a chi ne ha più d’una o ha immobili di pregio, no. E poi non capisco questo piano triennale di Renzi, perché a regime dobbiamo rimanere con due sole aliquote Irpef? É iniquo”. Sui dati sulla occupazione Camusso dice “c’è una precarizzazione della stabilità. Vedremo tra qualche anno gli effetti dell’aver cancellato l’articolo 18 in nome del nuovo contratto”.

Su La Stampa intervista al viceministro all’economia Morando: “Pensioni anticipate purché non costino nulla allo Stato”. Dice che il welfare italiano “resta fortemene sperequato” e che – a parte la Grecia – siamo ancora il Paese europeo con il più alto rapporto tra spesa pensionistica e ricchezza prodotta.

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