Il Garante agli insegnanti: non bloccate gli scrutini

Il Corriere della sera: “I tempi della prescrizione saranno ridotti”. “Trovato l’accordo nella maggioranza tra il Pd e gli alfaniani”. “Mattarella: indigna la corruzione diffusa”.
L’editoriale, firmato da Gian Antonio Stella: “La questione morale in periferia”. In prima anche “il sondaggio” sulle elezioni Regionali: “Emiliano e Zaia dominano”.
Il titolo più grande: “Kabul, attacco agli stranieri”. “Strage in Afghanistan. Il commando ha perlustrato ogni stanza del residence per cinque ore: 14 vittime”. “Un italiano ucciso con la compagna kazaka. I talebani rivendicano l’azione”. ”
In evidenza: “La rete di Terna per l’operazione internet veloce”.
A fondo pagina: “Fecondazione, cancellato un altro divieto”. “La Consulta ammette la diagnosi preimpianto. Mamme quarantenni, il record italiano”.

La Repubblica: “Scontro sulla scuola. ‘Pronti a precettare i professori ribelli’”, “Il Garante blinda gli scrutini. Dai sindacati appello alle Camere”, “Corruzione, monito di Mattarella: in Italia concezione rapinatoria”, “Prescrizione più breve per i reati contro la pubblica amministrazione”.
Con un commento di Francesco Merlo: “La prevalenza del conflitto”.
In prima con foto del palazzo di Westminster: “Il Parlamento più gay del mondo, l’ultima rivoluzione di Cameron”, “Tra conservatori e laburisti 32 deputati: è il 5%”.
A centro pagina: “Rai, la riforma può slittare, allarme di Palazzo Chigi, nuovo cda eletto con la Gasparri”.
A fondo pagina, la sentenza della Corte costituzionale: “Fecondazione, via un altro divieto, diagnosi pre-impianto a coppie con patologie”.
E una foto di Alessandro Abati, ucciso ieri in Afghanistan: “Tornano i Taliban, italiano morto nell’assalto di Kabul al resort degli stranieri”.
Sulla colonna a destra, “la storia” che riguarda il cardinale Carlo Maria Martini: “Il segreto di Martini: univa vittime e terroristi”, “Dal Cardinale gli agenti feriti e gli ex Br Bonisoli e Semeria. Alcuni oggi sono ancora amici”.

La Stampa: “Scuola, il garante ai professori: ‘Scrutini o sarete precettati’”, “Ma Renzi cerca ancora il dialogo: trattare anche con la Cgil”, “verso l’ok della riforma alla Camera, poi passerà al Senato. Controvideo di studenti al premier”. E Gianni Riotta firma un commento dal titolo: “Il premier alla prova delle lobby”.
Sulle pensioni: “’Tremila euro agli assegni più bassi’”.
A centro pagina, foto dal Salone del Libro di Torino: “Il salone delle Meraviglie piace ai giovani”, “Torino, tra gli stand di libri molte le scolaresche. Fino a lunedì eventi e incontri con gli scrittori”.
In apertura a sinistra: “Mattarella: ‘In Italia corruzione diffusa’”.
E un intervento di Uago Magri: “Anche il Colle combatte il pessimismo”.
Nella colonna a destra: “Kabul: attacco al residence degli stranieri, muore italiano”, “14 vittime dei talebani”.
In prima anche la sentenza della Consulta: “Fecondazione legale per chi ha patologie”, “La Corte costituzionale: illegittimo il divieto per le coppie fertili con malattie genetiche”.

Il Fatto continua ad occuparsi in apertura della discarica di Bussi: “Prescrizione Montedison: 4 giurati volevano denunciare tutto”, “Discarica di Bussi, la bozza di un esposto al Csm per gli avvertimenti del presidente della Corte sulle ‘conseguenze’ in caso di verdetto di condanna per dolo: ‘Vi tolgono le proprietà…Non ascoltate l’avvocatessa dello Stato, quella rompe e basta’. La procura di Chieti apre un fascicolo”.
In evidenza anche il richiamo ad un’intervista del quotidiano ad Antonio Esposito, il giudice che ha presieduto la sezione feriale della Cassazione che ha confermato la condanna di Berlusconi per frode fiscale: “Caso vitalizi, la riabilitazione non cancella i reati dei condannati”.
A centro pagina, con foto di Graziano Delrio e Maurizio Lupi: “L’uomo di Incalza resta al Tav. Rissa alla Camera Delrio-Lupi”, “’Basta con i tuoi agguati’. Duro scambio di accuse a fine seduta tra il ministro delle Infrastrutture e il suo predecessore. Scontro sulla bretella autostradale Valdastico Nord. E Paolo Signorini, celebre per le vacanze pagate dalla cricca del Mose, è ancora il rappresentante del governo nella società dell’Alta velocità”.
Sulle elezioni regionali: “Il Veneto è perso, ora Renzi teme De Luca e la Liguria”, “Il premier domani a Napoli, ma non vuole più tornarci. Chiuderà la campagna a Genova”.

Il Giornale: “Caso pensioni. Renzi, il giallo dell’avvocato. Il legale che ha difeso la riforma Fornero alla Consulta attaccava il premier su Twitter”. E poi: “Mazzata sulla previdenza: addio pr tutti al sistema retributivo”.
A centro pagina: “Clandestini espulsi, ma scappano dall’aereo. Tre algerini aprono il portellone e si dileguano a Fiumicino. La sicurezza fa sempre più acqua”.
Una fotonotizia si sofferma anche su Gad Lerner “telebollito” perché “incolpa Mediaset della truffa smascherata” di un falso rom intervistato in una trasmissione Mediaset (il giornalista è stato licenziato).
In evidenza anche una “lettera di un’ebrea a Francesco”, firmata da Fiamma Nirenstein e dedicata al riconoscimento della Palestina da parte del Vaticano.

Il Sole 24 ore: “Draghi: il Qe taglia i tassi per famiglie e imprese”. “Il presidente della Bce all’Fmi: ‘Le misure resteranno fino a quando sarà necessario'”. “Si dimette Blanchard, il capo economista del Fondo”.
Di spalla una intervista al presidente di Confindustria Squinzi: “‘Efficienza energetica strada per la crescita’”.
A centro pagina: “Pensioni, avanza l’ipotesi rinvio”. “Padoan vorrebbe approvare il decreto lunedì, ma Palazzo chigi punta a superare le elezioni”. “Mattarella: patto generazione a rischio., Critiche alla Corte? C’è libertà”.

Scuola

Sul Corriere la cronaca della “battaglia” sulla scuola che “continua” nonostante “videolezioni, mail o garanti”. Si citano le parole di Roberto Alesse, Garante sul diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali: “‘Noi faremo la nostra parte, assicurando il rispetto rigoroso della legge sul diritto di sciopero a tutela degli utenti, ma spero davvero che il ricorso allo strumento della precettazione resti solo un’opzione teorica, perché, in caso di blocco degli scrutini, sarebbe la via obbligata e doverosa per evitare la paralisi dei cicli conclusivi dei percorsi scolastici'”. I sindacati, con la Uil, ricordano che “‘gli scrutini non ci impediscono di fare sciopero’ e che ‘la legge permette un loro spostamento non oltre i 5 giorni per le classi senza esami e obbliga a farli il giorno prima per le terze medie e l’ultimo anno di superiori'”.
La Stampa, pagina 2: “’Insegnanti precettati se bloccano gli scrutini’”, “Il garante interviene sul ventilato sciopero dei professori. Alla Camera si apre la discussione sulla riforma della scuola”. “Allo stato -ha scritto il presidente dell’Autorità garante sugli scioperi Roberto Alesse- non c’è alcuna comunicazione ufficiale di uno sciopero finalizzato a bloccare gli scrutini”, se però accadesse, “lo strumento della precettazione” sarebbe “la via obbligata e doverosa per evitare la paralisi dei cicli conclusivi dei percorsi scolastici (esami di terza media, maturità, abilitazioni professionali)”.
La Repubblica, pagina 2: “Scuola, l’alt del garante: ‘Blocco scrutini illegittimo, pronto a precettare i prof’”, “La riforma approda in aula tra le polemiche, mercoledì il voto finale. Appello dei sindacati ai parlamentari: ‘Venite in piazza a protestare’”.
Il Fatto, pagina 7: “Scuola, altro che dialogo: il governo precetta i prof”, “La minaccia del garante sugli scrutini. Nel ddl addio art. 18 per gli assunti”. Il quotidiano sottolinea che “la minaccia” del garante è arrivata ieri, ovvero nel giorno in cui la Camera ha iniziato la discussione generale della riforma della scuola. Dalle parole pronunciate ieri in aula dal ministro dell’Istruzione Giannini e dalla relatrice Coscia, “non si è percepita alcuna apertura né promessa di modifica dei punti più contestati”. Del resto, nel videointervento di Renzi, su punti come i poteri del dirigente scolastico o l’alternanza scuola-lavoro, “c’è stata una ribadita sottolineatura”. Nella discussione di ieri, scrive ancora il quotidiano, gli interventi più duri sono stati quelli di Sel e del M5S. E tra l’altro i pentastellati, hanno scovato un ulteriore problema nascosto nelle pieghe del ddl, in relazione alle nuove modalità di assunzione per i vincitori del concorso: secondo il sistema di reclutamento i docenti vincitori non entreranno direttamente in ruolo, ma, per i successivi tre anni, saranno assunti a tempo determinato con un contratto di formazione e apprendistato. Solo al termine del terzo anno, dopo apposita valutazione, saranno confermati a tempo indeterminato: ecco perché il quotidiano conclude che “di fatto, il Jobs Act si applica anche a loro”.
Su La Stampa a pagina 2 un “retroscena” di Carlo Bertini: “I pontieri del governo al lavoro per un accordo con la Cgil”, “Renzi non vuole rompere, anche in chiave elettorale”. Si legge che “con le piazze ostili e le elezioni alle porte, Renzi vuole provare a ridurre il malcontento di un bacino elettorale della sinistra come quello degli insegnanti, sindacalizzato al massimo grado: per questo il governo non vuole dare la sensazione di dividere i sindacati ed è in corso un’interlocuzione con tutte le confederazioni”.
Su La Repubblica, in prima un commento di Francesco Merlo: “La minaccia di precettare gli insegnanti italiani come se fossero tranvieri milanesi o netturbini romani o minatori inglesi è un oltraggio alla scuola pubblica, una di quelle prepotenze verbali che, dicevano i vecchi rivoluzionari, ‘fanno alzare la febbre dei popoli’, eccitano gli animi, accendono lo scontro sociale. E infatti nessun governo in Italia è mai ricorso davvero alla precettazione dei professori”. “E’ vero -scrive più avanti Merlo- che il blocco degli scrutini minacciato dai sindacati degli insegnanti è la meno elegante e la meno tranquillizzante delle proteste possibili. Ma è ancora diritto di sciopero, sia pure in una forma estrema. Non cancella infatti la valutazione finale degli studenti e neppure nega le pagelle, m solo le rinvia di uno o due giorni al massimo”.
Ancora su La Repubblica, pagina 2: “E i dissidenti del Pd tornano in trincea: ‘Se la riforma non cambia noi non la votiamo’”, “I paletti della minoranza sui poteri dei presidi, soldi alle private e precari da assorbire”, “Letta: ‘Il governo è andato troppo di corsa’. Fassina e D’Attorre tentati dall’addio al partito”.

Pensioni

La Stampa: “Pensioni, il premier prende tempo. Fino a tremila euro per gli assegni bassi”, “Il Tesoro spinge per il decreto lunedì, ma il via libera di Palazzo Chigi è ancora in forse. L’Ufficio parlamentare calcola i possibili rimborsi, polemica sull’Avvocatura dello Stato”. La polemica cui si fa riferimento riguarda Giustina Noviello, avvocato dello Stato chiamato a difendere il governo nella causa di fronte alla Corte costituzionale, dopo la sentenza sulle pensioni. L’economista ed esponente di Italia Unica Riccardo Puglidi le ha contestato la mancata valutazione degli effetti finanziari della sentenza, nonché alcuni tweet -poi criptati dalla stessa Noviello- in ci ha dato voce ai critici della legge Fornero. Proprio la legge che, in nome del popolo italiano, era chiamata a difendere di fronte alla Consulta.
Il “caso” torna anche su La Repubblica: “Se l’avvocato dello Stato twitta contro il governo”, “Il legale che ha difeso la riforma delle pensioni davanti alla Consulta ha usato i social per criticare l’esecutivo”.
Per quel che riguarda le soluzioni al nodo pensioni, La Repubblica ipotizza che ci sarà “un rimborso di 2400 euro per le pensioni da 1300”. Si fa riferimento al documento dell’Ufficio parlamentare bilancio sulla sentenza della Consulta , che ieri ha messo a disposizione o conteggi esatti su quanto hanno perso i pensionati sopra tre volte il minimo Inps negli ultimi quattro anni per effetto del blocco delle indicizzazioni decretato con la legge Fornero. Il “signor Rossi”, come circa due milioni di suoi colleghi, percepiva una pensione mensile di 1.639 euro lordi, poi arriva la crisi e il governo Monti è costretto a bloccare l’indicizzazione per due anni, ovvero 2012 e 2013: nell’intero 2012 ha ricevuto una pensione più bassa di 567 euro, nel 2013 ha perso ulteriori 630 euro.
Il Fatto: “Pensioni, non ci sono i soldi per chi sta sopra i 1.400 euro”, “I primi calcoli dell’ufficio parlamentare di bilancio sul dopo-Consulta”, “Dicono i tecnici: assegni da 1.639 euro lordi hanno diritto a 1.229 euro; quelli da 2.500 euro a 1.833. Ma il governo, impiccato alla Ue, non ha le risorse”.
Sul Corriere Massimo Franco scrive che la sentenza della Corte Costituzionale sulle pensioni è un “ostacolo pesante” per il governo ed è “sempre più chiaro che a Mattero Renzi non sarà facile rimuoverlo in tempi brevi”, dovrà “graduare la restituzione” per non “ritrovarsi di nuovo nel mirino” della Commissione europea, e quella “massa di soldi” rischia di “prosgiugare preventivamente qualunque progetto di ‘tesoretto'”. Di qui l’esigenza per il governo di “non scoprirsi troppo”, e la “cautela e genericità” nel dire come e quando saranno prese decisioni sul tema.
Secondo Il Giornale settembre il governo potrebbe introdurre – sul tema pensioni – una modifica, ovvero una “estensione a tutti, compreso chi già percepisce una pensione, del sistema contributivo”. Si cita un “esponente di maggioranza” che dice “speriamo di no, sarebbe un disastro sulle pensioni basse” e che confermerebbe “la voce”. “A riportare in auge e fare diventare concreta quella che era solo un’ipotesi di scuola è stata paradossalmente la sentenza della Consulta sulla rivalutazione delle pensioni e l’esigenza di equità tra generazioni che ha fatto emergere”.
Sul Sole 24 Ore un intervento di Nicholas Barr, docente di Economia pubblica alla London School of Economics e di Peter Diamond, che ha vinto il Nobel per l’economia nel 2010. “Anche se frutto di urgenze la riforma delle pensioni non va demolita”. Si cita un recente rapporto Ocse secondo cui l’Italia “sta invecchiando rapidamente”, si ricorda che comunemente si ritiene che “elevare l’età pensionabile aggravi la disoccupazione giovanile”, la “teoria e gli esempi internazionali dimostrano come tale argomentazione sia sbagliata”, si scrive che la riforma Monti Fornero era “giusta e indispensabile”, avendo “anteposto gli interessi a lungo termine ai vantaggi politici immediati”.

Libia, asilo, immigrazione

La Repubblica intervista Harlem Désir, già fondatore dell’associazione “Sos Racisme” e ora viceministro francese agli Affari europei, che dice: “Sugli immigrati la Ue aiuti l’Italia, la Francia è pronta a prenderne di più’”, “Bruxelles si è svegliata sopo lo shock dei naufragi. Se arriva il sì dell’Onu via a una missione navale per fermare i barconi sulle coste libiche”.
Alle pagine precedenti: “L’Italia chiede il comando della missione anti-scafisti ma ora i militari frenano”, “Alfano: ‘Pronti ad assumere la leadership di azioni mirate sulle coste della Libia’. La Marina: ‘E’ solo uno degli strumenti, serve strategia per trattare con governi locali’”.
La Stampa: “Libia, nella risoluzione dell’Onu c’è il sì al colpire i barconi nei porti”, “La bozza invoca il capitolo VII: ‘Legittimo l’uso della forza’. Ma si tratta ancora”.
Sulla stessa pagina: “Intelligence, commando e incursori. Così l’Italia vuole sabotare i trafficanti”, in riferimento all’audizione del ministro della Difesa Roberta Pinotti in Parlamento.
Sul Giornale si legge di “Fiumicino come Lampedusa”: su un volo Algeri-Istanbul via Roma tre algerini, mentre l’aereo era in rullaggio per decollare dall’aeroporto diretto in Turchia, hanno aperto il portellone e si sono dileguati. Secondo fonti del quotidiano almeno dieci persone ogni giorno tentano così la sorte. Qualche tempo fa in una assemblea sindacale di Polaria si parlò di 35 algerini che sarebbero riusciti ad entrare in Italia dileguandosi a Fiumicino.
Sul Sole Karima Moual (“Dall’agenda resta fuori la vera immigrazione”) si sofferma sul fatto che nel dibattito europeo sono tutti concentrati sul tema dell’asilo mentre è “citata ma ancora debole” una politica “strutturale dell’immigrazione legale”, che riguardi non solo coloro che fuggono dalle guerre ma anche coloro che fuggono dalla povertà.

Politica, regionali

In prima pagina sul Corriere si parla dei “candidati impresentabili” che sarebbero “al setaccio” della Commissione Antimafia per iniziativa della presidente Bindi. Sul suo tavolo ci sarebbe infatti “un fascicolo alto così, con i nomi dei candidati che negli ultimi giorni hanno riempito le pagine politiche dei giornali”. I risultati di questa “indagine” saranno resi noti prima del 31 maggio. “L’intento non è certo quello di condizionare il voto, ma di fornire agli elettori un vademecum che consenta di tracciare una linea netta tra i candidati puliti e gli altri, i cui nomi non andrebbero scritti sulla scheda”. I candidati sono “tutti in regola” dal punto di vista della legge Severino, ma “il punto, per Bindi, è l’opportunità politica di infilare, nelle liste civiche che appoggiano l’aspirante presidente, persone che non sono affatto al di sopra di ogni sospetto”.
Sul Corriere Nando Pagnoncelli si sofferma sulle Regionali in Veneto e Puglia, dove sono in testa nettamente Zaia ed Emiliano. In Veneto il Pd può puntare ad un 30 per cento, meno del “non replicabile boom europeo” ma almeno 9-10 punti sopra i risultati delle ultime politiche e regionali. Zaia avrebbe tra il 42 e il 45 per cento.
In Puglia Emiliano è accreditato di un risultato che potrebbe sfiorare il 50 per cento. I due candidati del centrodestra insieme totalizzano – secondo la più ottimistica delle previsioni – il 37 per cento. Anche in Puglia il Pd ha risultati “in linea” con le precedenti regionali e politiche, lontano dal “boom” delle europee.
Su Il Giornale: “Berlusconi in Puglia: ‘Tornerò alla grande su giornali e tv’. Tour dimezzato causa influenza. ‘Il mio progetto di partito Repubblicano è a lungo termine. Tra due anni saremo pronti’. E su ribelle: ‘Fitto chi’?”.
Anche sul Corriere: “Berlusconi: Fitto chi? Nel ring della Puglia scontro con il ribelle”. “‘Se vuole un nuovo partito agisca come crede. La replica: glielo ricorderò io chi sono”.
La Repubblica: “La tentazione di Berlusconi: ‘Tornare al tavolo con Renzi, dobbiamo evitare le urne, ora siamo più deboli’”, “Dopo le regionali il Cavaliere vuole che le riforme saltino. I contatti di Verdini per dare vita ad un gruppo di ‘responsabili’”, “Il leader è prudente sulla leadership: ‘L’ultima parola spetterà ai cittadini. Fitto? Chi è? Faccia come crede’”, “Dopo il crollo in Trentino l’ex premier teme la disfatta e si decide ad andare in Puglia solo dopo il pressing dei fedelissimi”.
La Stampa: “In Puglia tra Berlusconi e Fitto. La giornata dei flop incrociati”: è il reportage di Mattia Feltri, che racconta che “alla fine l’ex cavaliere arriva a Bari, ma solo in 200 lo aspettano”.
E si riferiscono le parole di Berlusconi: “Il centro-destra in Puglia non è diviso. Frange eterogenee si sono messe insieme per una piccola operazione di vecchie logiche notabiliari”, “io sono felice di venire a dare un segno di vicinanza alla nostra candidata, Poli Bortone. Fitto? Chi é?”.
Ancora su La Stampa, ma sul versante centrosinistra, essendoci tanto una candidata renziana (Raffaella Paita) che un candidato civatiano (Luca Pastorino): “Liguria, sfida campale. Civati a Renzi: ‘Sarà la nostra Scozia’”. Spiega Civati che la Liguria può diventare una sorta di laboratorio politico, ovvero un modello di ispirazione “per quello che vorremmo fare dal 2 giugno”: “un soggetto politico completamente nuovo”. Un partito, spiega La Stampa, e prima un gruppo al Senato anche con ex grillini. Un’alternativa al Partito della Nazione.
Ancora sul Corriere da segnalare una intervista a Riccardo Nencini, segretario del Partito Socialista: “Sarà l’esito del voto in Liguria a svelarci il futuro del Pd”, nel senso che il voto in quella regione è un “laboratorio per la parte di Pd che avversa Renzi”.
Da segnalare sul Sole un articolo di Roberto D’Alimonte sul sondaggio Cise-Sole 24 Ore sull’idea di Europa nei Paesi dell’Ue. Gli italiani sono in maggioranza favorevoli all’unione politica e monetaria (54 per cento contro 32 contrari e 11 che non sanno) ma “la differenza tra elettori di sinistra e quelli di destra è netta”. Il 64 per cento degli elettori di Forza Italia ritiene che l’Italia non abbia beneficiato dell’appartenenza all’Ue, contro il 25 per cento degli elettori del Pd. Quelli della Lega Nord sono il 59, quelli del M5S sono il 57. Sulla uscita dall’Euro i numeri sono diversi: solo il 14 per cento degli elettori del Pd vorrebbe uscire dall’eurozona, tra gli elettori della Lega e del M5S la percentuale “sale ma resta tutto sommato contenuta”, e la maggioranza è per l’euro. I numeri cambiano tra gli elettori di Forza Italia, perché “la maggioranza di loro vorrebbe che l’Italia uscisse dalla moneta unica”. Questa è la “sorpresa” per D’Alimonte.

Anticorruzione

La Stampa: “La maggioranza fa pace. Prescrizione a 18 anni con la legge anticorruzione”, “Il voto entro il 22 maggio, reinserito il falso in bilancio”.
La Repubblica: “Giustizia, compromesso sulla nuova prescrizione per i reati di corruzione”, “Verrà rivisto il testo della Camera che triplicava i tempi: saranno solo raddoppiati. Il pressing Ncd”. E in una intervista, la presidente della Commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti, Pd, dice: “Se il Senato annacqua troppo correggeremo”. Il punto chiave -spiega.- resta quello di mantenere “un tempo di prescrizione differente e più lungo per i reati di corruzione rispetto a quelli comuni”, “la nostra finalità è raddoppiare gli attuali tempi di prescrizione per la corruzione”.
Il Mattino di Napoli intervista Renato Schifani: “Patto giustizia, ma Ncd è alternativo al Pd”. Schifani dice che la preoccupazione del suo partito era “volta ad alcuni articoli nei quali l’eccesso di prolugamento della prescrizione violava apertamente i principi del giusto processo”. Quanto alle norme della cosiddetta “anticorruzione” preannuncia un “tavolo tecnico” in partiolare sulle norme sul falso in bilancio “laddove i piccoli imprenditori manifestavano il timore che le indagini portassero a una paralisi dell’attività”.

Fecondazione

Su La Repubblica, le pagine 12 e 13 sono dedicate alla sentenza con cui la Corte Costituzionale ha bocciato la legge sulla fecondazione assistita nella parte che prevedeva il divieto di diagnosi pre-impianto per le coppie fertili ma portatrici di malattie genetiche: “Fecondazione, cade l’ultimo tabù, ‘Via libera alle coppie fertili se hanno malattie genetiche’”, “La Consulta: anche loro hanno diritto di fare la diagnosi pre-impianto. La legge 40 smontata dai giudici: in dieci anni norme cambiate da 36 verdetti”. “Siamo felici, questa è una vittoria dei malati”, hanno commentato la decisione Filomena Gallo (segretaria dell’Associazione Luca Coscioni), Gianni Baldini e Angelo Calandrini, i legali che ha anni seguono i procedimenti sulla legge 40. Di fianco, le interviste ai coniugi che hanno vinto il ricorso (“Abbiamo perso già 6 figli, per noi finisce un incubo”) e ad altri due che sono portatori di atrofia muscolare (“La nostra bambina nata sana grazie al test sull’embrione”).
Sul Corriere: “La Consulta sui test preimpianto: ‘No al divieto per le coppie fertili’. Accolta la tesi dell’illegimità. Un’altra sentenza che smantella la legge 40”. Si ricorda che l’udienza sulla questione c’è stata un mese fa, e che la “Consulta lascia trapelare notizie sulla sentenza attesa da migliaia di persone”. Nell’articolo si legge anche che la decisione non sarebbe arrivata prima per “non intralciare con temi eticamente sensibili il lavoro del governo” nei giorni della fiducia all’Italicum, e che ieri “è circolata la voce che la Corte sarebbe tornata a riunirsi per modificare, in senso restrittivo, una precedente decisione”. Bisognerà attendere le motivazioni per capire in quali termini i giudici hanno dichiarato incostituzionale questa parte della legge 40.

Rai

La Repubblica, pagina 6: “L’allarme di Palazzo Chigi, slitta la riforma della Rai, l’ipotesi di un nuovo cda nominato con la Gasparri”, “La legge stenta in Parlamento, e il governo studia un piano B. No al decreto, ma nemmeno una proroga dell’attuale vertice”.

Squinzi

Sul Sole 24 Ore una intervista al presidente di Confindustria Squinzi. Si scrive che “a breve” Confindustria organizzerà una giornata di confronto sul tema della energia. “È necessario un quadro regolatorio certo e stabile”, dice Squinzi sul tema. Sulla situazione economica: “Il dato sul primo trimestre è positivo. E questo è importante. Vedere un dato con il più davanti dà fiducia, anche se non possiamo dire che siamo fuori dalla crisi”.

Palestina, Vaticano

Sul Giornale Fiamma Nirenstein scrive a Papa Bergoglio a proposito del riconoscimento della Palestina da parte del Vaticano. “Si dice che ancora il documento non è firmato. Papa Francesco, ci pensi ancora un poco. Sospenda la firma”. “Il Vaticano non ignora che il mondo palestinese è una voragine di incessante e propagato antisemitismo nei libri di testo, nelle vignette, nella tv, persino nell’incitamento a uccidere gli ebrei. Da quando Fatah e Hamas sono alleate nel governo dei palestinesi, è ancora peggio. Lei Santo Padre, non vorrà di certo avallare uno Stato antisemita dato che una sua parte fondamentale, Hamas, obbliga a uccidere gli ebrei nella sua carta”. E ancora: “Caro Papa, sappiamo che lei è molto preoccupato per la sorte dei cristiani in Medio Oriente. Giusto, ma non è così che guadagnerà loro più protezione e simpatia, anche se magari Abu Mazen gliel’ha promesso e vorrebbe farlo”. Piuttosto “inviti le parti alla trattativa bilaterale, e i palestinesi alla cessazione della denigrazione antisemita. Questo aiuterà la pace”.

Afghanistan

Due pagine de La Repubblica sono dedicate all’uccisione dei 14 civili ieri in Afghanistan: “Kabul, assalto dei Taliban all’albergo degli stranieri, un italiano ferito fra le 14 vittime”, “Kamikaze contro il pubblico radunato per un concerto. Alessandro Abate ucciso insieme alla fidanzata kazaka”. Il quotidiano intervista Ahmed Rashid, analista anglo-pakistano autore di celebri saggi sui Taliban. Spiega il riaccendersi della crisi e spiega perché sarà impossibile per gli Usa ritirarsi del tutto. “Una lista infinita di errori, ora il Paese esplode di nuovo”, dice. “C’era una nazione da ricostruire: nessuno lo ha fatto. Ecco il risultato”, “Non ci sono rapporti diretti tra gli estremisti qui e in Siria”.
Sul Corriere Lorenzo Cremonesi: “Caccia agli stranieri stanza per stanza”. “A Kabul in azione un piccolo commando. ‘Non sprecavano i proiettili’. Tra le 14 vittime un bergamasco e la compagna”. Attaccato ieri il Park palace guesthouse, “noto residence del centro di Kabul frequentato in preferenza da operatori umanitari, dipendenti delle agenzie internazionali e giornalisti”. 14 morti accertati, almeno 9 stranieri. I talebani che hanno rivendicato l’azione hanno parlato di un solo militante autore della strage. Se fosse confermato “risulterebbe ancora più grave il ritardo delle forze di sicurezza locali, che hanno impiegato un tempo spropositato a giungere sul posto”.
Alla pagina successiva un ritratto della vittima italiana, Alessandro Abati, “professionista specializzato nel trovare finanziamenti per le grandi opere”. Aveva lavorato venti anni fa nel primo governo Prodi come consulente del ministro Costa.
Alla pagina dei commenti il quotidiano di via Solferino offre un articolo di Franco Venturini: “Le troppe incertezze nel dialogo con Kabul. Negli ultimi ventisei anni l’Afghanistan è cambiato in meglio. L’attacco dei talebani che ha provocato anche la morte di un italiano spinge a fare chiarezza per trovare d’uscita dalla guerra, per il momento ancora possibile”.
Sul Sole Roberto Bongiorni affronta il tema del rischio di “una saldatura con l’Isis” in Afghanistan, dove “non sarebbe attivo solo l’estremismo dei talebani ma anche quello del Califfato”. Si ricorda l’attentato suicida di Jalalabad, meno di un mese fa, smentito e criticato dai talebani, rivendicato “da un loro importante portavoce passato alle file dello Stato islamico. La notizia della saldatura tra gruppi estremisti pakistani, alcuni ex talebani e l’Isis, già nota da alcuni mesi, non è affatto tranquillizzante”.

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