Il bonus e i gufi

Il Corriere della Sera: “In mano ai filorussi l’Est dell’Ucraina. E la Nato si mobilita”. A centro pagina: “Mini-redditi, bonus di 40 euro”. “Corsa del governo per trovare le coperture degli sconti Irpef. Renzi assicura: ci sono”. “Pareggio di bilancio rinviato, il caso della lettera alla Ue”.

 

La Repubblica: “Irpef, ecco il bonus, tagli agli stipendi di toghe e docenti”.

La foto a centro pagina è per gli scontri ieri a Roma e si rimanda ad un “nuovo video che accusa gli agenti” per le violenze di sabato scorso. Con un’intervista al prefetto di Roma Pecoraro così riassunta nei titoli: “Ora basta, sono i poliziotti le vere vittime”.

In prima “la polemica”: “Voto di scambio mafioso, approvata la legge, bagarre in aula dei senatori 5 Stelle”.

E il richiamo ad un’intervista al leader Ukip Nigel Farage, definito “il Grillo inglese” che dice: “Vincerò le elezioni, usciremo dall’Europa, saremo come la Svizzera”.

 

La Stampa: “Bonus, cambiano le regole”, “Niente detrazioni Irpef, taglio agli oneri sociali per aiutare i redditi più bassi”.

Sotto la testata, il richiamo ad un’intervista al ministro dell’Interno: “Alfano: immigrazione, se l’Europa non si muove fa il gioco della Le Pen”, “’La missione Mare Nostrum è a tempo’”.

A centro pagina: “Voto di scambio, sì alla legge. Ma scoppia la bagarre in aula”.

La foto a centro pagina raffigura il traghetto che si è capovolto in Corea del Sud: “Nave a picco in Corea, 300 studenti dispersi”. Finora sono quattro i morti accertati.

 

Il Fatto, tornando sulle vicende che hanno coinvolto Marcello Dell’Utri: “Roma trema per le microspie nel ristorante dei potenti”, “Nel privé di ‘Assunta Madre’ le cimici captano moltissime conversazioni, a partire da quelle sulla fuga del braccio destro di Berlusconi. Poi però un imprenditore si vanta di poter avvicinare le toghe. E la Procura ordina: ‘Non usatele’”.

E a centro pagina: “Dell’Utri, che Pasqua: esce di galera e spera nella lingua araba”, “L’ex senatore di Forza Italia trasferito in ospedale. Il governo libanese chiede al nostro ministero della Giustizia di tradurre tutti gli atti del processo per mafia: per l’estradizione la strada è tutta in salita”.

In taglio basso, in riferimento alla spending review di Cottarelli: “Gubitosi: ‘Tagliare 170 milioni alla Rai significa ucciderla’”, “Il direttore generale della tv pubblica contesta la lettera del commissario sui risparmi per il 2015. Intanto il governo è pronto al decreto per dare gli 80 euro anche agli incapienti, ma le risorse ci sono solo per il 2014”.

E poi la “rissa in Senato”: “Voto di scambio, reato dimezzato e pene abbassate”.

 

Il Giornale: parla di “Stato confusionale: caos sul canone Rai nella bolletta dell’elettricità, riforme al palo e voci su nuove sforbiciate”. Il quotidiano presenta anche “tutti i candidati” di Forza Italia alle europee. E poi: “Il centrodestra c’è e ha i voti. Basta prenderli”, di Vittorio Feltri. Al centro, fotonotizia: “Sbarchi di immigrati. Scatta l’allarme contagio”.

 

Il Sole 24 Ore: “Coperture Irpef, spunta il taglio delle detrazioni”. Editoriale di Alberto Quadrio Curzio: “Così l’Italia può giocare la partita della crescita”. Di spalla: “Borse in rally sul Pil cinese. Piazza Affari chiude a +3,4%”.

 

L’Unità sceglie di aprire con il voto di ieri in Parlamento: “Un voto contro la mafia”. “Approvata la legge sul voto di scambio. Sarò reato anche solo la promessa di favori. Il Pd: ha vinto la legalità. Magistrati e associazioni: una buona notizia. Caos al Senato: il M5S insulta e dice no”.

A centro pagina: “Padoan alla Ue: rinvio sul pareggio di bilancio”.E poi l’Ucraina, con una grande foto, dove si parla di “caos armato” e di “Nato in allerta”.

 

Voto di scambio

Su Il Fatto Gian Carlo Caselli parla di un “buon bisturi male assemblato”. La nuova formulazione del 416 ter sul voto di scambio “costituisce un significativo progresso rispetto al passato là dove aggiunge, alla promessa o dazione di denaro (statisticamente inesistente), quella ben più realistica di ‘altre utilità’”. Ma per Caselli è criticabile il fatto che si sia persa l’occasione “di introdurre una valvola di chiusura del rapporto di scambio con la formula della ‘disponibilità a soddisfare gli interessi e le esigenze dell’associazione mafiosa’. Tutti gli inquirenti che non hanno una concezione burocratica del proprio ruolo (cioè non si fermano né rallentano quando intervenire risulta scomodo), non possono che valutare con entusiasmo tecnico-investigativo la formula. Perché consente di corrispondere alle molteplici sfumature e sfaccettature di un fenomeno che investe la ‘zona grigia’”.

Scrive La Stampa che la legge sul voto di scambio “divide il mondo dell’antimafia”. Sulle posizioni del M5S si ritrovano Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso e Antonio Ingroia. Ma apprezzano i contenuti del provvedimento Maurizio De Lucia, sostituto alla Procura Nazionale Antimafia che, sulla polemica sul concetto di “altra utilità”, contrapposta alla “disponibilità” del politico, dice: “Penso che nelle aule di tribunale abbia più diritto di cittadinanza una fattispecie, e mi riferisco al più preciso concetto di ‘altra utilità’ piuttosto che una generica ‘disponibilità’ che si presta alla contestazione di ‘facile sociologismo’”. Analoga l’opinione di Giovanni Fiandaca, uno dei consulenti giuridici che hanno contribuito alla stesura del testo (e candidato alle Europee per il Pd, ndr.): “Più vaghe sono le leggi e più c’è il rischio che si prestino ad un uso politico o di faide politiche. Abbiamo visto come la libera interpretazione dei codici possa aver portato ad impiantare processi che si celebrano sui giornali, ma non vanno da nessuna parte”.

La Repubblica intervista Piergiorgio Morosini, Gip a Palermo: “Giusto non punire la sola disponibilità, ricordate Mannino”, “Disponibilità è un concetto troppo vago, come ci ha ricordato la Cassazione”. Utile il “domande e risposte” sul testo della legge approvata, che compare sullo stesso quotidiano a cura di Liana Milella.

 

Governo, economia

Massimo Franco sul Corriere scrive che tra Pd e FI tornano le tensioni, dopo che ieri Renato Brunetta ha chiesto “ruvidamente alla presidente della Camera, Laura Boldrini, notizie sulla lettera di Padoan”, ed ha criticato “il rinvio a oltre il 2015 delle misure sull’occupazione, il cosiddetto Jobs Act”, e tra i due partiti “il patto regge, ma sull’economia è soggetto a scarti e tensioni destinati ad aumentare. È come se l’intesa confermata l’altro giorno tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi fosse soggetta a verifiche e prove quotidiane. Con i gruppi parlamentari di Forza Italia pronti a ritirare decine di emendamenti sul voto di scambio; eppure altrettanto determinati a sottolineare ogni presunto ritardo o sbavatura di Palazzo Chigi sul Documento di economia e finanza. La notizia che il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, aveva inviato alla Commissione europea una lettera per informarla della decisione del governo di rinviare di un anno il pareggio di bilancio, si è trasformata per alcune ore in un motivo di scontro frontale”.

La cronaca della giornata parlamentare, su L’Unità: “la conferenza dei capigruppo era stata convocata per decidere i tempi per la votazione del Def che è stato licenziato, a maggioranza, dalla commissione Bilancio. Il calendario però non è stato deliberato perché il capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta, ha protestato per la mancata trasmissione al Parlamento della lettera che ieri in audizione il ministro all’Economia Pier Carlo Padoan ha detto di aver inviato alla commissione europea per informare Bruxelles di aver rinviato, nel Def, di un anno il pareggio strutturale di bilancio. A un certo punto, fuori dalla capigruppo, si sono udite voci alterate. Il presidente dei deputati di Scelta civica, Andrea Romano, per sdrammatizzare, ha detto ai cronisti: ‘Brunetta ha sequestrato la capigruppo… Lui ha posto delle questioni politiche che erano anche condivisibili ma non è la capigruppo la sede per discuterne. Noi dovevamo soltanto stabilire il calendario, ci sono i deputati che ci aspettano con la seduta che è stata sospesa in attesa di conoscere gli esiti della riunione’.
A quanto viene riferito, la lite è esplosa tra Brunetta e Boldrini, tanto che alla fine la presidente ha deciso di andarsene. Il capogruppo di Forza Italia uscendo ha riferito ai giornalisti: ‘Non so se Boldrini tornerà. La capigruppo intanto è sospesa. Io ho detto che qui qualcuno mente visto che la Commissione Ue fa sapere di non aver ricevuto alcuna missiva e mi pare strano a meno che che il Tesoro l’abbia inviata con un piccione viaggiatore. A pensare male si potrebbe dire che la lettera non è partita o che non si vuole far sapere al Parlamento cosa è stato scritto’.
Il sito del quotidiano offre il testo della lettera di Padoan e la risposta della Commissione.

 

Il Sole scrive che il governo, nella sua lettera “spiega di aver deciso di accelerare il pagamento di ulteriori 13 miliardi di debiti della Pa che peseranno sul rapporto debito/Pil 2014. Perciò ‘in linea con la clausola delle “circostanze eccezionali”‘ stabilite per legge, devierà ‘temporaneamente’ dagli obiettivi del pareggio di bilancio (rinviati dal 2015 al 2016, ndr)”.

 

Il Giornale scrive che la Commissione “ha risposto prendendo atto della comunicazione e annunciando che ‘vigilerà sul percorso di aggiustamento’. Partita chiusa? Forse no. Ieri, ad esempio, il vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani confermava che, in ogni caso, ‘non credo sia sufficiente una lettera, credo si debba trattare in maniera più approfondita la materia con il mio collega responsabile delle politiche finanziarie’. Il via libera al rinvio del pareggio, insomma, non è scontato.

Oltre al pressing parlamentare, ieri l’esecutivo ha continuato a lavorare sulle coperture. Ci saranno sorprese; un piano di tagli talmente drastico che ieri Matteo Renzi ha avuto la tentazione di andare in televisione. Per spiegarlo, ma anche per prendersene il merito. Idea tramontata dietro consiglio dei più stretti collaboratori”.

 

Per tornare al Sole, sugli 80 euro di aumento, si scrive che “a poco più di 24 ore dal decreto sul cuneo fiscale le ipotesi sulle coperture si rincorrono come in un gioco di specchi. L’atteso e stra-annunciato intervento per ridurre l’Irpef si appresta a entrare in Consiglio dei ministri senza alcuna certezza. Si ripete, in continuità con lo scorso governo, il concitato inseguirsi di ipotesi che trasforma l’approvazione di riforme importanti in una roulette da cui può uscire di tutto”, e ieri è spuntata come ipotesi per la copertura “un taglio delle detrazioni per i mutui, per le spese sanitarie e per l’istruzione, a carico di chi guadagna più di 55mila euro all’anno. Come dire che una parte di quegli 80 euro sarà pagata non dai tagli di spesa ma da più tasse sui redditi medio-alti. C’è da augurarsi che il premier smentisca oggi stesso questa ipotesi. La riduzione del cuneo fiscale va finanziata da tagli strutturali alla spesa pubblica. Senza scorciatoie e senza pasticci. Serve coraggio, certo. Ma è una qualità che a Renzi non manca”.

 

Internazionale

In prima su La Repubblica un intervento di Timothy Garton Ash: “Perché mezzo mondo tifa Putin sull’Ucraina”. “L’uomo forte della Russia – scrive Ash – raccoglie tacito appoggio e addirittura qualche muto applauso da parte di alcune potenze emergenti di statura mondiale, ad iniziare dalla Cina e dall’India”. Esiste poi “la molla del risentimento per i secoli di dominazione coloniale occidentale”, che “assume forme diversissime nei vari Paesi Brics e membri del G-20”.

Grande attenzione per la crisi ucraina su La Stampa. Con un’analisi di Marta Dassù (“Così i russi vedono la crisi”), un reportage di Michela Iaccarino (“Con gli insorti che bloccano l’offensiva di Kiev”), un retroscena di Anna Zafesova (“Separatisti e carri armati. Così il Cremlino indebolisce il governo del post Maidan”, “L’obiettivo è far fallire le presidenziali del 25 maggio”) e la corrispondenza da Bruxelles di Marco Zatterin (“La Nato blinda l’Europa dell’Est”, “L’Alleanza rafforza le difese: aerei, navi e più uomini ai confini orientali e nel Baltico. Putin: rischio guerra civile”).

Il Fatto intervista Lamberto Zannier, direttore dell’Osce, che ha chiesto a Bruxelles di autorizzare l’invio in Ucraina di 150 osservatori (“monitor”), perché vadano ad aggiungersi ai 120 già presenti sul campo, malgrado il governatore filo-russo della Crimea separatista non abbia voluto riconoscere la loro presenza e li abbia cacciati. Zannier non si arrende, insiste sulle possibilità di dialogo e spiega che “una guerra civile in Ucraina potrebbe essere destabilizzante anche per Putin”. Sottolinea poi che la Russia sta già facendo i conti con le conseguenze della fuga dei capitali.

Oggi si vota in Algeria e Aziz Bouteflika si presenta alle presidenziali per chiedere un quarto mandato. La Repubblica intervista Ali Benflis: “da braccio destro del presidente a sfidante, è diventato la voce di quelli che chiedono il cambiamento. C’è paura. ?Sul voto di oggi incombe l’incubo dei brogli’. ‘Ma se vincerò darò una scossa all’economia del mio Paese e combatterò la burocrazia’”.

 

E poi

Da segnalare sul Sole 24 Ore un approfondimento sulla crisi della carta stampata: “Nel 2013 giù del 13,5 per cento la diffusione di quotidiani e periodici”.

 

Il ministro dell’interno Angelino Alfano viene intervistato da La Stampa e parla di politiche sull’immigrazione: “L’immobilismo europeo rischia di dare ragione alla signora Le Pen. L’Europa non sceglie né di proteggere le frontiere esterne né di imporre vincoli”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *