Grillini a scuola di politica

La Repubblica: “Bersani: Grillo decida o tutti a casa”, “’Irreale governo con Berlusconi’. I parlamentari a 5 Stelle ‘invadono’ Roma”.

A centro pagina: “Conclave, crescono i consensi sul Papa straniero”.

 

Anche L’Unità apre con le parole del segretario Pd: “’Grillo decida o tutti a casa’”, “Bersani: niente mercati di poltrone, o si fa il governo o si vota. No patti con Berlusconi”.

A centro pagina, l’assemblea “blindata” dei parlamentari grillini a Roma: “Il leader 5 Stelle ai suoi: farete quel che dico io”.

 

Corriere della Sera: “Grillo avverte i parlamentari”, “I 5 Stelle a Roma. Il leader contesta l’articolo 67 della Costituzione: calci a chi cambia casacca”, “Bersani: decida o tutti a casa, ecco i miei 8 punti”.

In prima un’analisi di Paolo Lepri sull’ascesa di partiti “antisistema” in Europa.

A centro pagina, la regina Elisabetta II: “La Regina ricoverata: non verrà in Italia”, “Elisabetta in ospedale con sintomi di gastroenterite”.

 

La Stampa: “Bersani: o noi o il voto”, “Il segretario Pd: non apriamo tavoli e non trattiamo poltrone. Summit dei parlamentari di Grillo: l’eletto non fa ciò che vuole”.

In taglio basso, foto del cardinale O’ Brien, ex primate di Scozia: “Abusi sessuali, la confessione del cardinale”. Si era dimesso: “Inadeguata la mia condotta, chiedo scusa”.

 

Il Giornale: “Ecco che cosa vuole il Pdl”, “Ultimo appello a Bersani: niente Grillo, collaboriamo. Ma il Pd accelera verso lo sfascio totale. Tutta la verità sul caso De Gregorio: le prove che il senatore non fu comperato da Berlusconi”.

A centro pagina, grande foto del braccio destro di Beppe Grillo, Gianroberto Casaleggio, cui è dedicato un ritratto di Giancarlo Perna: “Il guru dei ‘Cinque Stelle’ che vuole salvare il mondo”.

 

 

Politica italiana

 

 

Un nuovo post di Grillo sul suo sito ha riacceso il dibattito. Si tratta di critiche alla Costituzione, secondo La Repubblica, allorché dice che “In Parlamento si pratica circonvenzione d’elettore”. Grillo cita insomma l’articolo 67 della Costituzione, secondo cui ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato. Commenta Grillo: “l’eletto può fare, usando un eufemismo, il cazzo che gli pare senza rispondere a nessuno”. E quindi, come racconta il Corriere, dalla sua villa in Toscana, Grillo ha pubblicato il post in cui scrive che bisognerebbe “prendere a calci” i parlamentari che cambiano casacca.

Il Corriere intervista il costituzionalista Augusto Barbera, che spiega come l’articolo 67 della Costituzione sia “una norma-pilastro della democrazia per sottrarre il ruoli ai ricatti di partito”, che rientra “tra i fondamenti delle democrazie in tutto l’Occidente liberaldemocratico”, “manca solo in Russia”. Barbera ricorda però che la questione era stata sollevata anche da forze politiche tradizionali, del centrodestra e del centrosinistra, ai tempi del fenomeno del ‘ribaltonismo’. Invece, se lo si abolisse, “deputati e senatori sarebbero in mano alle segreterie dei partiti e dei gruppi di pressione. Non sarebbero liberi di votare quello che ritengono più giusto”.

Il Giornale intervista un politologo “per simpatia” grillino, Paolo Becchi, professore di Filosofia del Diritto all’Università di Genova, che propone di “congelare il governo Monti”: “Se il governo Monti ora è in carica, perché non può continuare ancora un paio di mesi? Darebbe il tempo di fare le riforme e tornare al voto”. Quali provvedimenti dovrebbe prendere? “Legge elettorale e revisione dei trattati”.

Anche su La Stampa: “La mossa di Beppe: ‘Tenere Monti a Palazzo Chigi’”. Si sintetizza così il pensiero di alcuni interlocutori che intendono restare rigorosamente anonimi e che, evidentemente, il cronista ha incontrato in occasione dell’assemblea dei neoparlamentari grillini ieri a Roma: si tratterebbe di lasciare in carica il governo Monti per tre-quattro mesi

 

 

Ancora su Grillo, la democrazia e i partiti

 

Gad Lerner sulla prima pagina de La Repubblica firma un’analisi dal titolo “La democrazia senza partiti”: “Grillo non è un improvvisatore quando proclama, a pagina 79 del libro scritto con Dario Fo e Gianroberto Casaleggio (?Il grillo canta sempre al tramonto’ Chiarelettere): ‘Noi vorremmo che i partiti scomparissero radicalmnete’. E difatti prosegue: ‘Lo so, molti potrebbero domandare: ma in Parlamento, se non ci sono i partiti, chi ci sarà? Come può esistere un Parlamento senza partiti? Ci saranno i movimenti, i comitati, tutte espressioni di esigenze che provengono dalla società civile’. Prima di liquidarlo come velleitario utopista o, peggio, come eversore, dobbiamo riconoscere che il suo pensiero si iscrive in un filone movimentista di antica tradizione giacobina, anarchica, pansindacalista: da Saint Just a Bakunin, a Sorel.”. Da ultimo, Grillo si è richiamato ad un testo del 1940 di Simone Veil, uscito postumo con il titolo “Manifesto per la soppressione dei partiti politici”: “poco importa che la giovane pensatrice francese l’avesse concepito in polemica col totalitarismo stalinista, nell’ambito di un dibattito sulle forme organizzative che avrebbe dovuto assumere la Resistenza all’occupazione nazista”. Tuttavia il Pd non può ignorare “il trauma dei legami recisi con tanti protagonisti di conflitti economici, ambientali e civili. Non può liquidare come fenomeno di destra la confusa aspirazione a far senza questi partiti così malridotti. L’errore del Pd è stato quello di proporsi al conquista di un voto moderato del tutto esiguo, anziché farsi interprete della radicalità delle questioni etiche e sociali esplose con la Grande Depressione”. Poi una riflessione di Lerner sulle analogie con movimenti come Occupy o gli Indignados, “fenomeni giovanili di critica radicale al sistema capitalistico”, mentre il 5 Stelle è stato concepito da due “maturi benestanti”. Ma il loro destino è comunque quello di dari vita ad un nuovo partito, perché “la nostra democrazia sopravviverà solo se dalle macerie nasceranno dei veri partiti democratici”.

 

 

In prima sul Corriere un commento di Paolo Lepri: “Nuovi partiti antisistema e marce contro l’austerity. Il vento che scuote l’Europa”. Dove si analizzano situazioni analoghe e segnali che vengono da Atene, Lisbona, Londra e Berlino. Insomma, “non solo Italia, non solo Grillo. Il vento antisistema tira forte in Europa a ogni latitudine. A Lisbona protestano centinaia di migliaia di persone contro il governo di centrodestra e le politiche di austerità. Ad Atene il partito di estrema sinistra Syriza manifesta per far cadere l’esecutivo e farsi portare al governo dall’esasperazione delle masse senza lavoro. Ma si agita anchela Germania della Merkel: è nato ieri il partito ‘Alternativa per la Germania’ che predica il ritorno alle monete nazionali. Ed euroscettici sono anche quelli dell’Uk Independence Party, vittoriosi alle recenti suppletive britanniche”. Racconta Lepri che le immagini più eloquenti arrivano dal Portogallo, dove il nemico numero uno è l’austerità e lo slogan di una manifestazione che ha riunito migliaia di persone, organizzata via Internet, era “Que se lixe a Troika” (“Che la Trojka si fotta”). Un nome che è uno sberleffo all’Ue e al Fondo monetario internazionale, che stanno esaminando in questi giorni il percorso delle riforme annunciate dal governo. E la mobilitazione “è avvenuta senza il concorso dei partiti e dei sindacati e ha portato in piazza persone di ogni orientamento politico”.

In Germania il partito “Alternativa per la Germania” raduna economisti, esponenti del mondo delle imprese fra cui l’ex capo della Confindustria tedesca Helkel, politici un tempo vicini alla Cdu della Merkel: tutti convinti che sia meglio tornare alle monete nazionali e salvarsi finché si è in tempo per proteggere gli interessi nazionali tedeschi.

 

 

E’ dedicato a Gianroberto Casaleggio il ritratto di Giancarlo Perna che i lettori troveranno oggi su Il Giornale: “ex manager informatico, considera la Rete uno spartiacque tra due civiltà e preannuncia un nuovo ordine del pianeta nel 2054”. Si citano brani da sue opere: “L’Uomo è Dio, è ovunque e chiunque. Conosce ogni cosa: questo è il nuovo mondo di Prometeus. Tutto è iniziato con la Rivoluzione dei media e con Internet alla fine del secolo scorso”. Parla di un Nuovo Ordine Mondiale, detto “Gaia”, dal nome dato alla Terra: nel 2018 il mondo sarà spaccato in due blocchi, Democrazia diretta e libero accesso a Internet a Ovest, dittatura con poco Internet in Russia, Cina, e Medio Oriente. Poi si ricorda che ha lavorato nella Olivetti di Colaninno, in joint venture con Telecom, diventando ad di Webegg, azienda di marketing internettiano (fece costruire stanze a forma di uovo, l’egg della sigla aziendale, per le riunioni).

 

 

Conclave

 

Paul Joseph Poupard, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura e uno degli artefici del dialogo interreligioso, viene intervistato dal Corriere della Sera. Ha scritto un libero sulla “décroyance”, che traduce con “decredenza”. Spiega: “è un neologismo che ho inventato per rappresentare quel che sta succedendo. Non so dire chi sia in testa tra i Paesi del mondo, ma nell’Occidente i sacramenti non sono più il grande riferimento del fedele. Pensi a quel che accade al matrimonio o al battesimo. Abbiamo una vitalità religiosa inferiore all’Islam. C’è però un aumento del cristianesimo in Africa e in Asia (soprattutto nelle Filippine), in America Latina. I cardinali dovranno verificare quel che sta succedendo e scegliere di conseguenza”. Il prossimo Papa potrebbe dunque non esser europeo? “Forse è il Conclave della svolta. Certo, è pensabile ormai un Papa non europeo”, “tenga conto che nel 2025 l’80% dei cattolici vivrà nell’emisfero Sud del mondo”. Come immagina il futuro Papa? “Dovrebbe essere bilingue, ovvero parlare il linguaggio di Dio e quello degli uomini”.

Un retroscena di Andrea Tornielli compare sulla prima pagina de La Stampa sotto il titolo: “Scandali e potere. Curia da riformare”, “Nei primi colloqui tra i porporati cresce l’idea di rottura”.

Il Corriere riferisce le parole pronunciate dal cardinale scozzese O’ Brien, che aveva già rinunciato a venire a Roma per il Conclave: “la mia condotta sessuale è scesa al di sotto degli standard che ci si doveva aspettare da me come prete, arcivescovo e cardinale”. L’accusa di “condotta inappropriata”, cioè di aver molestato re preti ed un ex sacerdote negli anni Ottanta -allora erano seminaristi- era fondata, “chiedo scusa anche alla Chiesa cattolica e agli scozzesi”. Il Conclave, fa notare il Corriere, avrà, salvo altre malattie, 115 elettori ed un quorum di 77, e “non è una considerazione formale, perché la maggioranza di due terzi voluta da Ratzinger per evitare spaccature rende ancor più incerto il quadro di un Conclave che al momento si annuncia in ordine sparso”.

 

E poi

 

Su La Stampa un reportage dall’Etiopia, “assetata, scava a mano i pozzi nel deserto”. E’ la quarta volta in un decennio che la siccità ritorna, e non ci sono i soldi per arrivare alle falde profonde. Le prime gocce ottenute dopo ore di lavoro vanno alle capre, poi agli umani. 5 chilometri: è la distanza minima che le donne etiopi sono costrette a fare a piedi per arrivare ad un pozzo.

Su La Repubblica una corrispondenza dall’Egitto racconta “l’assalto delle cavallette”, l’ultima piaga d’Egitto: trenta milioni di locuste hanno distrutto interi raccolti e sono alle porte del Cairo, minacciando mercati e quartieri. Gli insetti puntano sul Delta del Nilo, dove c’è il cuore agricolo del Paese.

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