Draghi: senza riforme non serve la flessibilità

Il Corriere della Sera: “’Non annacquate le regole’”. “La linea di Draghi: le riforme contano più della flessibilità”. “Il Presidente Bce: ‘Euro troppo forte. La mia uscita? Voci infondate’. Cresce il debito italiano”. In evidenza in alto il quotidiano torna su una notizia data ieri, quella di una presunta ostilità di alcuni Paesi alla nomina dell’attuale ministro Mogherini ad Alto rappresentante della politica estera e di sicurezza comuni dell’Ue: “Mogherini filorussa? Accusa senza senso”, di Franco Venturini.
A centro pagina, su Gaza: “Pressioni dagli Usa. L’Egitto propone un cessate il fuoco”. In prima anche: “Renzi scrive ai 5Stelle: incontriamoci”.

La Repubblica: “Renzi ai 5 Stelle: ‘Sull’immunità pronti a cambiare’”, “Lettera a Grillo sul Senato, domani primi voti in aula. Ecco il testo sulla responsabilità civile dei magistrati. Per i cittadini cause più facili, dubbi dell’Anm”.
In taglio basso: “Expo, avviso di garanzia a Maroni”, “Il governatore avrebbe favorito il contratto di due collaboratrici”.
A destra, il richiamo alle pagine R2 della cultura, con la morte della scrittrice Nadine Gordimer: “Gordimer, la donna che sfidò l’apartheid”. Con un testo della scrittrice stessa.

La Stampa: Riforme, Renzi detta i tempi”, “legge elettorale entro l’anno, il resto nel 2015. Il premier apre sull’immunità e dice ai 5 Stelle: incontriamoci giovedì”, “Draghi all’Europarlamento: il Patto di Stabilità non va annacquato”.
Sotto la testata, le foto del recupero della nave Concordia : “La Costa Concordia si stacca dagli scogli dopo due anni e mezzo”.
A centro pagina, su “politica e giustizia”: “Expo, indagato anche Maroni. ‘Sospetti su due consulenze’”, “La procura di Busto Arsizio: pressioni dal governatore. Il presidente della Lombardia: sereno, ma sorpreso”. E poi: “Piemonte, prime quattro condanne”, “Rimborsopoli: patteggiano altri 14,a giudizio in 25”.

Il Sole 24 Ore: “Allarme Europa, l’industria è ferma”. “A maggio la produzione dell’Eurozona torna a cadere (-1.1 per cento). Il calo più forte in due anni”. “Draghi: tassi bloccati a lungo. Fmi: ripresa troppo lenta”. Di spalla: “Expo, Maroni indagato: ‘Favorì due assunzioni’. Il governatore: sorpreso e sereno, tutto regolare”. Sulle riforme il quotidiano di Confindustria scrive dei “tempi più lunghi” in Aula.

Il Fatto: “Il Senato si suicida”, “Palazzo Madama, la riforma arriva in aula superblindata. Imbarazzo di Grasso al vertice di un’assemblea in via d’estinzione. ‘Sembro un capotreno di un treno in corsa’. Il voto finale la settimana prossima. Renzi: ‘Vedrò i 5 Stelle’. Ma il patto con B. non si tocca: il premier studia sui dossier di Verdini”.
Su questo tema, un’intervista al “senatore decano” Sergio Zavoli: “È un alegge spaventosa, ma siamo sotto ricatto”.
E il direttore Antonio Padellaro firma l’editoriale: “Presidente Grasso, perché non si dimette?”.
In taglio basso, l’inchiesta su cui il quotidiano punta l’attenzione: “’Il ministero della Sanità e le mazzette sui vaccini”, “Ceppi di virus ‘importati’ per poi lucrare sulle cure e irregolarità per la produzione di farmaci impiegati contro la ‘Lingua blu’ e l’infezione aviaria: in 41 rischiano di andare a giudizio. Lorenzin chiede ai magistrati le carte sui collaboratori infedeli”.
La foto in taglio basso è per il governatore della Lombardia Maroni: “’Le sue protette fatte assumere per Expo’: indagato Maroni”.

Il Giornale: “La burocrazia uccide la speranza dei malati”, per la chiusura di una sperimentazione sul cancro in un ospedale bolognese. In apertura: “Voto sul nuovo Senato, Berlusconi isola la fronda interna”.

L’Unità: “Renzi scopre le carte di Grillo”. “Riforme: sì all’incontro tra giovedì e venerdì. Apertura sull’immunità e sul premio di maggioranza. ‘Ma tutto il percorso va chiuso entro il 2015’. Senato, bocciate le pregiudiziali di costituzionalità”. A centro pagina: “Oggi Juncker, tensioni su Mogherini”. A fondo pagina la notizia su Maroni e l’Expo.

Draghi, flessibilità

Ieri, in una audizione al Parlamento Europeo, il Presidente della Bce Draghi ha detto che “la moderata ripresa in corso dovrebbe proseguire, i progressi su riforme e risanamento dovrebbero spingere la crescita per i prossimi due anni, l’export beneficiare dalla ripresa globale e la domanda interna continuare a salire”, scrive il Corriere della Sera. E si è anche soffermato sulla “flessibilità” delle regole europee: “Le regole attuali già contengono la flessibilità”, ha detto. “Ma “pensare che sia l’unico modo per far ripartire la crescita è limitato”. Per Draghi “il modo migliore” per la crescita sono le riforme strutturali con la riduzione della spesa corrente ed “abbassare le tasse”. A proposito di riforme, ha quindi fatto all’appello all’unità europea: l’Unione economica e monetaria “resta incompleta”, ha affermato, e c’è spazio per “una governance comune sulle riforme strutturali perché i loro risultati non sono solo nell’interesse dei singoli Paesi”. Infine Draghi ha escluso di avere intenzione di lasciare la Banca centrale europea: “Ci sono e ci resto”, ha detto in risposta alla parlamentare liberale francese Goulard. Si tratta di “chiacchiere”, “infondate e forse interessate”.
Ancora sul Corriere, Francesco Daveri commenta l’intervento di Draghi ricordando che il Presidente della Bce, rispondendo ad una domanda di un parlamentare spagnolo, ha spiegato “con un esempio” perché la Bce si occupa non solo di finanza e moneta ma anche delle riforme da fare in Europa: “A Francoforte si può provare a disegnare il migliore dei programmi di immissione di liquidità e di incoraggiamento del credito, ma ciò non farà tornare il credito in un Paese in cui un giovane imprenditore impiega nove mesi ad aprire una nuova impresa e, dopo averla aperta, la nuova azienda è oppressa dal fisco e da regole impossibili da seguire”.

Il Sole sintetizza così l’intervento di Draghi: “Il Patto non va annacquato”. “’Dobbiamo – ha detto Draghi – fare molta attenzione a non mettere a repentaglio’ le recenti riforme che hanno rafforzato il Patto o ‘ad annacquare la sua applicazione a tal punto che il quadro non sarebbe più credibile’”, anche perché le attuali regole contengono “già sufficiente flessibilità”, e “la stessa flessibilità deve essere associata a un ‘profondo processo di riforme il cui impatto di bilancio deve poter essere quantificato’”. E ancora, parole di Draghi: “’Non mi è chiara, ma forse perché non sono un uomo politico, la chimica di flessibilità che garantisca alle regole l’essenziale credibilità’. A molti, la presa di posizione è sembrata una critica alle richieste del premier italiano Matteo Renzi che da settimane chiede maggiore spazio di manovra sul fronte dei conti pubblici”, scrive Il Sole.

Per La Repubblica quella del governatore della Bce è una “frenata”: “La frenata di Draghi: ‘Regole Ue già flessibili’. Fmi: Bce acquisti titoli”.

Anche La Stampa si occupa delle parole di Draghi, alle pagine dell’economia (p.30): “Draghi: non annacquate le regole”, “Il presidente della Bce: ‘Attenti al Patto di stabilità, non c’è soltanto al flessibilità’”.

Ancora sul Sole 24 Ore Carlo Bastasin scrive dei “dati economici molto deludenti in Germania, Italia e Francia”, che “chiamano in questione la politica economica dell’euro area nel suo insieme, benché nascondano realtà tra loro diverse”, e si sofferma sul “coordinamento delle riforme strutturali in Europa, citando “Jeroen Dijsselbloem, presidente dell’Eurogruppo”, che “ne aveva fatto cenno a maggio a un convegno della Bce”, “il ministro dell’Economia Piercarlo Padoan”, che “ne aveva già discusso con i colleghi a una riunione a marzo e poi proposto un piano europeo in un recente articolo con il ministro tedesco Wolfgang Schaeuble”, e infine Mario Draghi, che ha “suggerito di recente di sottoporre le riforme dei singoli Paesi a ‘una disciplina a livello comunitario’”. E si cita un “esempio concreto”, l’Eurogruppo del 7 luglio scorso, in cui “si citano 11 Paesi – tra cui Italia, Germania e Francia – per i quali è necessario realizzare subito una riduzione del ‘cuneo fiscale’ che grava sul costo del lavoro. I Paesi sono identificati dalla Commissione nelle “raccomandazioni specifiche” che essa ha elaborato e che sono state sottoscritte dai capi di governo”. “L’aspetto interessante della proposta dell’Eurogruppo è aver riconosciuto che ‘il taglio del cuneo fiscale deve essere compensato, pur tenendo conto dei margini di manovra fiscale degli Stati membri, rispettando gli obiettivi di finanza pubblica’. Il taglio del “cuneo” rappresenta infatti una diminuzione delle entrate e quindi nel breve termine un aumento del disavanzo. L’Eurogruppo suggerisce di compensarlo con tagli alle spese pubbliche o con aumenti delle imposte sui consumi, sugli immobili o sulle attività inquinanti. Il coordinamento delle riforme si lega in tal modo alla politica di bilancio di ogni Paese e si stabilisce quindi il legame tra riforme e flessibilità discusso un po’ astrattamente nel dibattito italiano”. Il fatto è che “i governi non sembrano” aver dato molta pubblicità e importanza a queste decisioni, mentre per uscire dalla crisi serve proprio “l’uscita dalla logica delle politiche economiche e finanziarie segmentate lungo i confini nazionali, o al massimo coordinate”, come nella decisione dell’Eurogruppo.

Riforme

Il Corriere, in un retroscena: “Manderemo la palla in buca. La sfida del premier ai frenatori”. Renzi avrebbe detto che “male che vada una novantina dei nostri voteranno sì” alla riforma del Senato, e anche sui dissidenti di Forza Italia il premier sarebbe convinto che “non sono tanti” da far saltare la riforma.

Su Il Giornale: “Renzi non vuole trappole e affronta i dissidenti. La partita doppia del premier: stasera riunisce i parlamentari Pd, poi tocca ai grillini”. Il quotidiano ricorda che Renzi la prossima settimana sarà in viaggio nell’Africa sub-sahariana, e che spera che nel frattempo il “treno della riforma del Senato lasci il binario di Palazzo Madama” e “faccia posto all’Italicum”, che “il premier prevede di approvare definitivamente entro il 2014”. Il Giornale dice che Renzi oggi non sarà presente alla assemblea dei senatori del Pd, chiamata “probabilmente” a votare sulla riforma del Senato, con gli “eventuali dissidenti” che dovranno “venire allo scoperto”.

Secondo il retroscena del Corriere, al contrario, Renzi oggi andrà alla assemblea dei senatori per “spiegare il programma dei 1000 giorni di governo”. Un modo per dire “noi stiamo lavorando”, mentre i “frenatori”si prendono la responsabilità di “bloccare il Paese e la pur fragile ripresa”.

Intanto ieri Renzi ha anche scritto al Movimento 5 Stelle (la lettera integrale è pubblicata da L’Unità) per proporre un nuovo incontro in diretta streaming giovedì o venerdì prossimo. Su L’Unità: “Andare a vedere se si tratta di un bluff o se, davvero, anche il forno 5Stelle può essere aperto per cuocere il pane delle riforme. Renzi ha deciso di rispondere con un giorno d’anticipo sul previsto ai grillini e lo ha fatto spingendo di nuovo sull’acceleratore. Poco meno di tre cartelle che portano la firma (in rigoroso ordine alfabetico) di Alessandra (l’europarlamentare Moretti), Debora (la presidente del friuli e vicesegretaria Pd Serracchiani), Matteo (ovviamente il premier e segretario Pd Renzi) e Roberto (il capogruppo alla Camera Speranza) che alle aperture dattiloscritte inviate a via del Nazareno dai 5Stelle risponde con un vero e proprio rilancio ipotizzando un percorso che possa chiudersi già nel 2014 con l’approvazione della nuova legge elettorale e nel 2015 con la riforma costituzionale”.

Il Corriere: “La lettera di Renzi ai 5 Stelle: tutte le riforme entro il 2014. E apre su premio e immunità”. “Italicum quest’anno, poi Senato e referendum”. Unico “punto di dissenso” ribadito da Renzi al Movimento 5 Stelle è quello sulla elezione dei senatori. Per il resto, scrive il quotidiano milanese, dal premio di maggioranza della legge elettorale alla immunità alle soglie di sbarramento il quotidiano scrive che Renzi lascia aperto “uno spiraglio”.

Il Fatto intervista anche il professor Stefano Rodotà: “Avremo un governo padrone del sistema costituzionale”, dice, sottolineando anche che “accanto a un enorme accentramento dei poteri in mano a premier ed esecutivo, si limitano le forme di partecipazione dei cittadini”.

Su La Stampa: “Ma la pattuglia dei franchi tiratori già prepara lo sgambetto in Aula”. Al di là dei ribelli, scrive il quotidiano, si prevedono defezioni tra i leghisti, ma pure tra alcuni lealisti del Pd.
Del resto, come si legge, lo stesso relatore Calderoli “presenta la riforma in Aula e la critica: ‘Va modificata’”.
Su Il Fatto: “I capponi di Matteo meditano la vendetta sull’Italicum”, “Dissidenti rassegnati alla prima sconfitta. Mineo sarcastico: ‘Se il premier dura mille giorni abbiamo l’indennità per altri tre anni’. I grillini contro la ‘dittatura’”.

Sul Sole 24 Ore: “Berlusconi blocca la fronda azzurra: il patto non si tocca”. “La riforma del Senato sarà sostenuta da FI perché, come l’Italicum, fa parte del patto del Nazareno. Punto. Questo dirà il Cavaliere”.

Il Messaggero intervista Giovanni Toti: “’Fitto? Sfideremo Renzi sull’economia, per Palazzo Madama si vota e basta’”. La modifica della Costituzione “va nella direzione voluta da Forza Italia, sarebbe assurdo non votarla”, dice. Le questioni sollevate dai parlamentari dissidenti “sono assolutamente legittime”, ma “alla fine di ogni trattativa c’è una sintesi. Che tutte le parti devono rispettare”. Non rischiate di trovarvi indeboliti al tavolo dell’Italicum? “No”. “Noi rispetteremo l’accordo sulla riforma del Senato. Spero che gli altri siano altrettanto seri, quando discuteremo di legge elettorale”.

Mogherini

Sul Corriere Franco Venturini commenta la notizia della presunta ostilità di Polonia e Paesi baltici nei confronti di Mogherini (“filorussa”), e scrive che le voci attribuirebbero anche agli Usa qualche perplessità, ricorda che se il negoziato Ue-Ucraina fallì nello scorso novembre fu proprio per responsabilità di Polonia e Paesi baltici, che avevano condotto il negoziato “in chiave ideologica e geo-strategica (cioè antirussa)”, che ancora oggi a dialogare di più con la Russia e Putin e Angela Merkel. Insomma: “Che la questione (ucraina) venga invocata oggi per privare la Mogherini di una poltrona europea è la rappresentazione della consistenza della politica estera comunitaria. Forse il ministro farebbe davvero bene a rimanere alla Farnesina”.

La Repubblica: “Ue, Renzi tira dritto: ‘La nostra candidata resta Mogherini’”, “Il governo considera strumentali le obiezioni dei Paesi dell’est Europa: nessuna linea filo-Putin”.
In prima pagina, un intervento di Ferdinando Salleo: “La trincea anti-Italia dell’Europa dell’Est”. Dove si legge che “la crisi dell’Ucraina è stata la cartina di tornasole della diversa sensibilità tra ‘vecchi’ e ‘nuovi’ membri dell’Unione nella politica verso la Russia”.

Il Foglio scrive che “è nota” la sintonia tra il ministro degli esteri italiano Mogherini e il suo collega tedesco Steinmeier. Il tedesco “è uno dei grandi sponsor della candidatura di Mogherini per l’incarico di Alto rappresentante, nonostante le critiche di alcuni giornali tedeschi che riconoscono il vento di cambiamento nella diplomatica italiana ma ne sottolineano anche l’inesperienza. In queste ore poi la politica filorussa perseguita dall’Italia sulla scia di Steinmeier rappresenta il principale ostacolo all’ascesa di Mogherini al vertice della diplomazia europea. La Polonia e i tre paesi baltici hanno iniziato a muoversi per bloccare la possibile nomina di Mogherini che potrebbe arrivare già domani”.

Ancora sul Corriere una intervista all’ambasciatore della Lettonia Elhenbaums, portavoce del ministero degli esteri di Riga: “Non discutiamo le capacità del vostro ministro, ma servono personalità in grado di difendere i valori”. Insomma: il nuovo rappresentante della politica estera e di sicurezza europeo dovrà avere “un approccio libero da interessi regionali e una visione globale, attenta non solo alle dinamiche del mercato ma agli ampi movimenti geostrategici , che abbia a cuore le relazioni transatlantiche come i rapporti con l’Asia, il dialogo con la Russia ma anche il futuro dell’Ucraina”. Per il ruolo l’ambasciatore dice che occorre puntare sulle donne, e cita – con la Mogherini – la danese Thorning-Schmidt.

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