Draghi prova a domare la Bundesbank

La Repubblica: “Jobs Act, scontro nella maggioranza. Draghi: pronto a comprare titoli di Stato”, “Oggi l’emendamento del governo sul lavoro, ma l’Ncd si ribella. Borse positive dopo l’annuncio Bce”.
Sulle alluvioni e l’emergenza maltempo, le parole del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio: “Delrio ai Comuni devastati dalle alluvioni: ‘Potete sforare il Patto di stabilità’”.
A centro pagina, un fotogramma del video diffuso dall’Is domenica scorsa con i miliziani pronti ad uccidere gli ostaggi: “Gli europei tra i boia dell’Is: allarme da Londra e Parigi”. Nella foto, cerchiati in rosso, il britannico Nasser Muthana (20 anni) e il francese Maxime Hauchard (22 anni). A questo tema è dedicato il lungo commento di Adriano Sofri: “Prima e dopo”.
Di spalla a destra, la “storia”: “Sono vuoti i faldoni dell’Archivio delle stragi”, “delude l’operazione verità: su Piazza della Loggia, Ustica e Peteano, documenti inutili”. Di Filippo Ceccarelli.
La “copertina” dell’inserto R2 viene richiamata in prima ed è firmata da Ettore Livini e Tomaso Montanari: “Il suolo a consumo zero, un’altra Italia è possibile”. E si cita il caso di Cassinetta di Lugagnano, primo Comune a consumo di suolo zero.

La Stampa: “Alluvione, licenza di spendere”, “Il governo corre ai ripari. Delrio agli amministratori locali: investite sulle opere urgenti. Mutui a tasso zero per 3 miliardi”, “I Comuni di Liguria, Piemonte e Lombardia potranno sforare il patto di stabilità”.
A centro pagina: “Isis, ecco i boia della porta accanto”, “Fra i terroristi dello Stato islamico anche due inglesi, due francesi e forse un tedesco”. Con una grande foto del ventiduenne francese Maxime Hauchard e del gallese Nasser Muthana. E in prima l’inizio di un commento di Domenico Quirico: “Salviamo la mia Aleppo assassinata e dimenticata”.
Nella colonna a destra: “Scontro sul Jobs Act”, “Ncd sfida Renzi: ‘Non votiamo l’emendamento dei Democratici’”.
E la tensione nelle periferie romane: “Da Tor Sapienza all’Infernetto, ‘Non vogliamo immigrati’”, Roma ,cacciati i 5 Stelle”.
Il Corriere della Sera: “Draghi: fate poco, non si cresce”. “Le mosse della Bce per la ripresa: ‘Più impegno sulle riforme, pronti a comprare titoli di Stato'”. E poi: “Emendamento del governo alle norme sul lavoro, tensione tra il Pd e Alfano”.
L’editoriale, firmato da Lucrezia Reichlin: “Mal comune, nessun gaudio”.
In alto: “Pietre sulla polizia. La battaglia degli sgomberi”. “Milano, scontri e feriti”.

Il Sole 24 Ore: “Piano anti-dissesto, subito 700 milioni alle grandi città. Il governo accelera sul programma da 9 miliardi. Delrio: deroga al Patto per i comuni alluvionati”. E poi: “Opere, stipendi e tasse: i conti che non tornano nelle Regioni”.
Di spalla: “Juncker lancia ‘Bei 2’, dote fino a 40 miliardi per nuovi investimenti”. “Fondo per operazioni anche con i privati”.
A centro pagina: “Draghi apre ai bond sovrani. Borse in rialzo sulla svolta Bce”. “L’acquisto di titoli di Stato entra tra le opzioni di Francoforte. ‘La ripresa è a rischio'”.

Il Giornale: “E’ Renzi che fa acqua”. “Lascia allo sbando le vittime dell’alluvione, protegge Marino che non paga le multe, i suoi permettono gli ultrà e agli stranieri di distruggere gli stadi e Milano”. “E sul Jobs Act fa uno scherzetto ad Alfano & C.”.
A centro pagina: “Reportage dall’Iraq. Nella ‘stanza della forca’ dove l’Isis giustizia gli infedeli”, di Fausto Biloslavo.

Il Fatto: “Condoni e alluvioni, politica criminale”, “Oltre alle sanatorie da Craxi a B., negli ultimi quattro anni sono stati 22 i tentativi (spesso riusciti) di legalizzare l’abusivismo. Ma il governatore Burlando non può fare la morale a nessuno: fu lui a cementificare la Liguria”.
E sul decreto “sblocca Italia”: “Basilicata, la rivolta dei ragazzi contro il patto della trivella”, “Si passerà da 85 mila a 154 barili prodotti al giorno. Da Pittella a Bubbico, da Speranza a De Filippo: i pezzi grossi della Regione ‘arruolati’ con il premier. L’Opa delle compagnie petrolifere e i casi di tumore. Ma c’è chi dice no”, di Antonello Caporale.
In taglio basso, attenzione per gli ex consiglieri regionali: “’Resistere, resistere, resistere’. Ecco la Lobby del Vitalizio”, “Diffida alle assemblee regionali: ‘Non tagliate, la Consulta sta con noi’”, “Nel Lazio e in Sicilia costano 20 milioni, in Friuli 9, in Piemonte e Calabria 8: in tutto 180 milioni. Ora rischiano pesanti decurtazione e subito scatta la ribellione dei politici con assegno a vita: ‘Non accettiamo espropri’. Il paradosso: le associazioni degli ex, che ora ricorreranno in Tribunale, son pagate dalle stesse Regioni”.
Sul governo che “s’ingrippa”, secondo il quotidiano: “Sondaggi e astensione, gli incubi di Renzi”.
In taglio basso: “Periferie in fiamme”: “’Non siete mica la Caritas’. Cacciati i M5s”, “Tor Sapienza respinge la deputata Taverna: ‘Niente politici’. Alle ultime elezioni, in quel quartiere il movimento di Grillo aveva superato il Pd”.

Draghi

A pagina 6, su La Repubblica, le parole del presidente Bce, ieri in audizione al Parlamento europeo: “Crisi, Draghi alza il tiro, ‘Acquisti di bond sovrani se l’economia peggiorerà’”, “Il presidente della Bce: ‘Faremo di tutto per difendere l’euro ma non possiamo obbligare i Paesi a restarvi’. Borse su”.
Su La Stampa, alle pagine dell’economia: “’Troppi senza lavoro, crescita a rischio’”, “Draghi: riforme insufficienti e tensioni geopolitiche indeboliscono la ripresa, pronti a comprare titoli di Stato”, “Il presidente della Banca centrale europea difende la moneta unica: nell’ultimo trimestre il Pil di 14 Paesi su 18 è aumentato”.
Il Fatto: “Draghi punta allo shopping di Btp”, “Il presidente della Bce mai così esplicito: dopo i derivati Abs potrebbe comprare anche titoli di Stato”.
In prima su La Repubblica il “retroscena” di Federico Fubini descrive “la doppia missione di Francoforte”. Si tratta di “domare i mercati” e allo stesso tempo la Bundesbank. Sulla ipotesi di acquisto di titoli di Stato pesa infatti un’interrogazione della Corte costituzionale tedesca su cui dovranno decidere, entro la metà del 2105, i giudici della Corte di giustizia europea. Il cosiddetto “bazooka” della Bce viene considerato “illegale” dalla Corte costituzionale tedesca: è probabile, invece, che la Corte europea dia il via libera a Draghi, ma la sfida non finirebbe lì, perché i giudici tedeschi potrebbero accettare il dispositivo della Bce per l’area euro, ma allo stesso tempo ingiungere alla Bundesbank di non partecipare. Ecco perché “se Draghi non gioca d’anticipo, nel 2015 o nel 2016 l’Europa e l’Italia rischiano di trovarsi senza l’ombrello che le ha protette begli ultimi anni”.
Il Corriere della Sera: “Acquisto di titoli di Stato per aiutare la crescita”. Si dà conto dell’allarme di Draghi (“Senza riforme ripresa a rischio”) e anche del riferimento fatto da Draghi alla vicenda Luxleaks: “Un problema legato alla necessità di armonizzazione fiscale”.
Ancora sul Corriere Lucrezia Reichlin torna a chiedere “perché la Bce esita a intervenire con massicci acquisti di titoli di Stato (il cosiddetto Quantitative Easing) come hanno fatto la Federal Reserve negli Usa, la Banca d’Inghilterra e la Banca del Giappone”, e risponde che l’unica preoccupazione reale è quella “politica”, quella della Germania che non vuole che la Bce abbia sulle spalle un eventuale rischio fallimento dovuto ai titoli di Stato italiani, per esempio. Una preoccupazione “politica, non tecnica”, che “ci paralizza perché ci lascia tutti senza cartucce di fronte alla minaccia di una stagnazione prolungata”.

Dissesto

Su La Stampa, pagina 2: “Delrio ai sindaci: ‘Potete sforare il Patto di stabilità’”, “Ai Comuni alluvionati mutui a tasso zero per 3 miliardi”. “Al governo -ha spiegato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio- stiamo mettendo a punto un emendamento da inserire nella Legge di Stabilità”. Alla pagina seguente, un’intervista al sindaco di Olbia Gianni Giovannelli, ad un anno dall’alluvione che ha colpito la sua città: “La stessa promessa fatta a noi, ma stiamo ancora aspettando”, “Abbiamo 50 milioni, ci hanno permesso di usarne cinque”. Ricorda Giovannelli che a fare promessa analoga era stato l’allora Presidente del Consiglio Enrico Letta: “era venuto a rassicurarci e a dirci che i nostri fondi, sottolineo i nostri, sarebbero stati sbloccati immediatamente”. E invece? “Invece non ci hanno neanche permesso di spendere le risorse che avevamo in cassa”. Cosa avete fatto in questi mesi? “A mala pena la pulizia e la bonifica dei canali, la sistemazione delle scuole e alcuni interventi di ripristino delle reti fognarie. Niente di più”. Chi ha pagato i lavori? “Il Comune di Olbia. Il tutto è costato circa venti milioni di euro. Ma sapete quale cifra ci è stata rimborsata? A malapena tre milioni”.
La Repubblica: “Delrio tra gli alluvionati: ‘Deroga al Patto di stabilità per i Comuni colpiti’”, “Tre ipotesi per reperire i fondi. E il sottosegretario indica la strada ai sindaci: ‘Intervenite senza aver paura delle inchieste: la sicurezza prima di tutto’”.
Le parole di Delrio sono oggetto della caustica critica di Marco Travaglio, in prima su Il Fatto. “Delrio ha subito dato aria alla bocca incolpando ‘i governi precedenti’. Tesi originale quant’altre mai: peccato che fra i governi precedenti ci siano quelli di centrosinistra che ha sostenuto anche lui e quello di Letta in cui era ministro agli Affari regionali. Ma la moda furbastra dei renziani di spacciarsi per marziani è troppo comoda per rinunciarvi”. Travaglio critica poi le parole di Delrio che -scrive- se l’è presa coi magistrati (“Uno Stato serio -ha detto Delrio- dev’essere al fianco di coloro che ripristino la sicurezza dei cittadini senza il timore di essere inquisiti o di non avere risorse”). Quanto al timore di non avere risorse sottolinea Travaglio- “dipende esclusivamente dalla promessa mai finora mantenuta di rivedere il Patto di Stabilità interno per i Comuni virtuosi. E per quel che riguarda il timore di essere inquisiti, “quando mai un amministratore è stato inquisito per avere rimesso in sicurezza il territorio?”, “con buona pace di Delrio, i magistrati non indagano per sfizio o a casaccio: intervengono quando gli appalti sono truccati, o quando i lavori non vengono fatti o vengono fatti violando le leggi dello Stato”.
La Repubblica intervista la governatrice del Friuli, nonché vicesegretaria Pd, Debora Serracchiani: “Prevenire si può, in Friuli più pioggia che in Liguria ma meno danni”. Spiega che a novembre nelle Regioni del Nord sono caduti 500 millimetri d’acqua, mentre in Friuli sono stati 600. “Siamo una Regione modello”, dice la Governatrice, perché dal1978, anno del terremoto: “la protezione civile è nata qui”, “altrove hanno preferito riempire le buche, opere che si vedono. Noi abbiamo rifatto gli argini”.
Sul Sole 24 Ore un commento di Giorgio Santilli sul problema del dissesto idrogeologico e sull’utilizzo delle risorse, perché oggi il piano “resta l’espressione massima del caos istituzionale in cui versa lo Stato italiano dalla riforma del titolo V”. Nell’articolo si invoca un “fondo unico a risorse costanti negli anni, competenze straordinarie alle Regioni e poteri sostitutivi (anche di revoca delle risorse) allo Stato, progetti esecutivi, esclusione dal patto di stabilità. Abbiamo, invece, un minestrone di inefficienze che segna il massimo di distanza fra politica e cittadini”. Sarebbe questo “il vero salto che Renzi dovrebbe far fare al governo sul fronte Economia-Ragioneria: pochi fondi unici a risorse costanti per le priorità di investimento. Un fondo per le infrastrutture, uno per l’edilizia scolastica, uno per la difesa del suolo, con importi predeterminati che tolgano alla legge di stabilità annuale il potere di fare e disfare”.

Centrodestra, regionali

Sul Corriere intervista a Maurizio Lupi, che parla del centrodestra e commenta l’appello di Toti per un “nuovo predellino” e un nuovo partito dei moderati: sono “segnali apprezzabili” anche se “sarebbe stato meglio mandarli prima che si consumasse l’ennesima ferita” visto che domenica il popolo di centrodestra “si leccherà le ferite” in Calabria ed Emilia “per scelte molto ottuse di FI”, che ha “subito il diktat della Lega”. Dice che se “predellino” significa “solo una sommatoria di liste non ci interessa” e che la Lega, “estremista e populista che vuole chiudere con l’Euro” non può “essere una parte trainante di un nuovo progetto politico”. Il titolo dell’intervista: “‘Patto sulla legge elettorale per riunire tutto il centordestra’”.
Un altro articolo del Corriere si sofferma sul percorso dell’Italicum: “Parte oggi in Senato la ‘volata finale’ della legge elettorale”, si legge. Si punta ad un voto dell’Aula a dicembre e sul voto definitivo entro il febbraio 2014 alla Camera.
Sul Sole 24 Ore: “Calabria, Pd verso la vittoria. Si profila accordo con Ncd. Si legge che la vittoria di Mario Oliverio è probabile, ma che i 17 seggi su 30 che otterrebbe la sua maggioranza “amministrare sarebbe impossibile o possibile solo a costo di stare pesantemete sotto schiaffo. Per questo potrebbe accettare l’abbraccio con Nico D’Ascola, il candidato governatore Ncd, che però deve superare la soglia di sbarramento dell’8 per cento. E’ alla finestra Wanda Ferro, candidata di Forza Italia, che ha ottenuto l’appoggio del noto imprenditore calabrese Pippo Callipo. Senza possibilità la Lista Tsipras e il Movimento 5 Stelle.
Il Sole elenca i nomi dei molti casi della “ultima transumanza della politica calabrese”, di passaggi da un partito all’altro tra Catanzaro, Reggio Calabria e Cosenza.
Il Corriere scrive che venerdì sarà in Calabria Renzi, “a sostegno del cuperliano Oliverio” e che nelle elezioni regionali “sembra che rottamazione” invocata dal segretario Pd “possa attendere”, visto che tra i candidati “non è la maggioranza Pd a prevalere”.
Sul voto in Emilia Romagna un articolo del Giornale: “Allarme rosso Pd tra inchieste e astensionismo”. “I dem temono il crollo dell’affluenza. L’ultima tegola: si sospende l’ex capogruppo. Intanto Lega e Forza Italia insieme avanzano”. Il candidato presidente per il centrodestra si chiama Alan Fabbri e la Lega “si gioca la possibilità di un sorpasso non solo sugli azzurri” ma anche sul Movimento 5 Stelle, scrive il quotidiano.
Il Sole 24 Ore: “In Emilia un test per Renzi. Tra secessioni e alluvioni – e scandali giudiziari locali – il voto in Emilia diventa un testa anche per Renzi. Il rischio si chiama astensionismo”.

Internazionale

Due pagine de La Repubblica sono dedicate all’Isis: “Quegli occidentali tra i carnefici dell’Is. Parigi sulle tracce di due boia francesi”, “Riconosciuti nel video della decapitazione. Kerry: ‘Bisogna rifiutarsi di pagare riscatti’”. E la lunga riflessione di Adriano Sofri: “Prima e dopo la jihad, ecco i volti dei ragazzi convertiti alla morte”, “Guardando i ritratti, corriamo però un grande rischio: di leggere la vita di oggi nella fisionomia di un tempo”. Il quotidiano intervista lo scrittore pakistano Mohsin Hamid, autore de “Il fondamentalista riluttante”, che dice: “Pieni di rabbia scelgono la guerra santa. Ma sono pochi”. Per un verso va considerato il fatto che sono giovani “e da sempre i giovani sono pronti a seguire la chiamata delle ideologie, per quanto violente” (cita le adesioni entusiastiche alla gioventù hitleriana o al fascismo in Italia). E d’altra parte è giusto sottolineare che, “per quanto pericolosi, parliamo di una minoranza. La maggior parte dei musulmani che vivono in Occidente trova disgustose le azioni dell’Is e le condanna”.
Il Corriere della Sera: “Identificati i boia stranieri dell’Isis. Tra loro e un gallese e due francesi”. “Compaiono nel video della decapitazione di Kassig e dei quindici soldati siriani”. Il corrispondente da Londra scrive che è “aumentato il numero di giovani radicalizzati dall’Isis”. Alcuni sono partiti (“26 morti”), altri sono rimasti in Galles e in Inghilterra.
Anche sul Sole: “Sempre più occidentali tra i carnefici jihadisti”. Si legge che dall’Europa arriverebbero in Siria “almeno 3 mila estremisti”: 1000 dalla Francia, 800 dal Regno Unito, 400 dalla Germania, 400 dal Belgio, una cinquantina dall’Italia.
Il Sole 24 Ore intervista il ministro degli esteri del Qatar Khalid Al Attiya. Titolo: “‘Serve una Siria senza Assad'”. In “nessun modo” il leader siriano può essere un alleato nella lotta al terrorismo, dice. A proposito del ruolo del suo Paese e della Turchia come potenza sunnita contrapposta ad Egitto ed Emirati nella situazione libica, dice che il Qatar “non sta facendo un gioco di potere. Siamo stati i primi ad invocare il dialogo nazionale”. Sulla Siria rilancia la proposta dello sceicco Al Thani di un corpo di caschi blu della Lega Araba sul terreno, “non si batte il terrorismo combattendo solo dal cielo”. Dice che la causa della brutalità del terrorismo dell’Isis è anche dovuta alla “brutalità del regime siriano”, e che “la causa è il regime siriano”. E poi: “Non consideriamo terroristi tutti coloro che combattono in Siria. Non pensiamo che altre fazioni siano estremiste. Se sei in mezzo a una crisi ti rivolgi a Dio: questo non è essere estremisti”. Nega (“i nostri amici occidentali sanno benissimo che non è vero”) che il suo nel suo Paese e in Kuwait finanziatori privati continuino a sostenere i terroristi dell’Isis.

E poi

Vittorio Feltri su Il Giornale interviene nel dibattito sul liceo classico: “Classico o scientifico pari sono. Si salvano solo le elementari”.
Il Corriere intervista il regista Emir Kusturica, a Milano insieme al presidente della Repubblica Srpska, entità serba della Bosnia. Dice: “La nostra maledizione non è la passione ma l’incapacità di elaborarla”.

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