Condanna Eternit

Le aperture

La Stampa: “Eternit, condanna storica”, “Torino, sedici anni ai due ex proprietari della fabbrica dell’amianto”.
In taglio basso: “Eurozona nel mirino di Moody’s. Nuovo taglio al rating dell’Italia”.

Il Fatto quotidiano, sulle primarie a Genova: “Vince l’indipendente. A Genova suicidio Pd”, “Marco Doria, appoggiato da Don Gallo e da Sel, batte il sindaco Vincenzi e la senatrice Pinotti. Il partito di Bersani è sotto choc”.
In taglio basso: “Eternit assassina, 16 anni ai manager”.

La Repubblica: “‘L’amianto uccide, sono colpevoli'”, “Sentenza storica sull’Eternit. Il pm: il sogno di giustizia diventa realtà”.
A centro pagina: Genova, terremoto nel Pd. Bersani: mai più così divisi”.
E poi: “Moody’s boccia l’Italia e altri 6 Paesi. Grecia, l’Europgruppo verso il sì agli aiuti”.

Corriere della Sera: “Eternit, condanna storica”, “Sedici anni per disastro doloso ai due proprietari”, “Il processo in primo grado per le vittime dell’amianto. Un risarcimento di 95 milioni”.
A centro pagina: “Moody’s declassa ancora l’Italia. Olimpiade, il governo verso il no”.

Il Giornale: “Il naufragio di Bersani”, “Dopo Firenze, Milano e Napoli, il Partito Democratico è in caduta libera. E regala le primarie all’uomo di Vendola”. “Caso Margherita, Lusi pretende l’articolo 18: vuole essere reintegrato”.

Eternit

Marco Travaglio su Il Fatto intervista il procuratore vicario di Torino Raffaello Guariniello, che trova “commosso e felice” per la sentenza Eternit. Come avete fatto ad alzare il tiro sui vertici massimi? “Nelle indagini di routine fai l’ispezione, senti qualche testimone, affidi una perizia e chiedi i documenti all’azienda. E così persegui soltanto i livelli più bassi della catena di comando, senza mai riuscire, con indagini penetranti, a coinvolgere i vertici più alti. Le perquisizioni, in casi come questi, vanno fatte entrando nei consigli di amministrazione per capire cosa è davvero successo. Se otteniamo condanne per ‘dolo eventuale’, non solo per colpa, è perché siamo entrati nei computer dei dirigenti trovando scambi di mail con direttive per risparmiare sulla sicurezza negli stabilimenti di tutto il mondo. Ma questo una piccola procura periferica non può farlo. E neanche una grande, ma inesperta. La nostra è l’unica che da 15 anni ha un osservatorio sui tumori professionali emonitora tutti i casi, sottraendola al pozzo nero di ospedali e comuni”. E poi le multinazionali hanno sede all’estero, dice Travaglio. Guariniello: “per indagare sulle casemadri estere, inoltriamo rogatorie ad altri Paesi, che rispondono dopo mesi, anni, o non rispondono. Come il Brasile, per i casi di lavoratori che hanno contratto il tumore nello stabilimento brasiliano e sono morti in Italia. Una Superprocura avrebbe più forza nei rapporti con gli altri Paesi”.

Genova

La Repubblica intervista Marco Doria, il candidato alle primarie Pd di Genova che ha sbaragliato gli altri contendenti. Ttitolo che riassume le sue parole: “I democratici non ascoltano i cittadini, parlavano dell’Udc, io di temi concreti”. “Doria: niente demagogia, se serve aumenterò le tasse”. Dice Doria: “A me l’antipolitica non piace. Non sono Grillo, non sono un qualunquista. Sono cresciuto in una famiglia dove la politica era considerata il più nobile degli impegni. Mi sono battuto contro un certo professionismo dela politica che è ormai diventato del tutto autoreferenziale, davvero una casta. Ma siamo sicuri che sia ancora politica?”. Il Pd con Bersani ha detto che sosterrà Doria per la corsa alla poltrona di sindaco, l’interessato dice che “è la reazione leale” che si aspettava. Ma di candidati il Pd ne presentava due, ovvero il sindaco uscente Marta Vincenzi e la senatrice Pinotti, non è che gli elettori, indecisi tra i due candidati, hanno scelto lei? “Di sicuro non avrei vinto solo con i voti dei militanti di Sel”. Strano anche che l’attuale sindaco Pd abbia dovuto affrontare le primarie, non era mai successo. “Non è nemmeno normale che un sindaco in carica alle primarie prenda il 26 per cento dei voti”, risponde Marco Doria.
Il Corriere dedica due intere pagine alla reazione in casa Pd per la sconfitta di Genova. Marta Vincenti dice “sono stata fatta fuori” e su Twitter si paragona ad Ipazia, la filosofa uccisa dai fondamentalisti cristiani: “io come Ipazia. Mai digerita dai democratici”.

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