Bernie Sanders conquista il New Hampshire

Il Corriere della Sera: “Borse, vince ancora la paura”, “Milano la peggiore in Europa, perde il 3,2%. Banche sempre sotto tiro”, “Il premier .ma l’Italia non è il centro della crisi. Oggi il decreto su rimborsi e credito cooperativo”.

Sul tema, da segnalare l’analisi di Federico Fubini: “Le due velocità dell’euro”, sulla possibile “frattura” della moneta unica.

Di spalla a destra, il caso di Giulio Regeni e l’indagine sull’omicidio: “L’ultimo segnale di Giulio al Cairo. Ma il cellulare resta agli egiziani”.

A centro pagina la foto di Elton John ieri a Sanremo: “Nastri arcobaleno a Sanremo. Elton John: ‘Io, padre felice’”.

E di fianco, le unioni civili: “La linea di Renzi: no all’utero in affitto, sì alle unioni civili”.

E della “battaglia in aula” al Senato: “Voto segreto, il nodo di Grasso”.

Sul M5S all’indomani della scelta di Beppe Grillo di lasciare libertà di voto sulle adozioni nel corso dell’esame del ddl Cirinnà, in prima l’editoriale di Aldo Cazzullo: “Le vere radici di Grillo”, “Elettori e modernità”.

A fondo pagina: “I tre italiani che vivono ricordando tutto”, “I casi nello studio scientifico sulla memoria: non cancellano né un dettaglio né un’emozione”. Di Margherita De Bac.

Di fianco, Gian Antonio Stella si occupa delle polemiche che hanno coinvolto il deputato Pd Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai: “Ma il dibattito sui ‘panini’ no”.

E su quanto avviene nel Comune di Bologna: “Le assemblee a giorni alterni” (“Un giorno lavorativo su due si riuniscono in assemblee. In un anno l’hanno fatto per 158 volte. Sono i dipendenti del Comune di Bologna. Riunioni tutte retribuite”, scrive Dario Di Vico).

La Repubblica: “Unioni, voto verità. Renzi: ma dico no all’utero in affitto”, “legge in aula, il premier: ‘Basta nascondersi’. M5S, lite sulla multa da 150 mila euro ai ribelli”.

Sul tema, il commento di Stefano Rodotà: “Un esame di civiltà per il Parlamento”.

E un’intervista al ministro della Giustizia Orlando: “Stepchild fondamentale o interverranno i magistrati”.

Di fianco, la foto del presentatore Carlo Conti con Elton John ieri a Sanremo: “L’emozione di Elton John: ‘Che bello essere papà’”, “Sanremo, via con i nastri arcobaleno”.

A centro pagina: “Borse, Milano continua a tremare. Padoan: il nostro debito calerà”, “Piazza Affari perde il 3,2%”.

Il quotidiano mette a confronto le economie di Stati Uniti ed Europa, “due continenti colpiti dalle vendite”, per analizzare le cause degli “scossoni” dei mercati. Sugli Usa: “Crescita in bilico tra Cina e primarie”, di Federico Rampini. Sull’Europa: “Quelle banche troppo fragili”, di Maurizio Ricci.

Sulla colonna a destra: “Allarme di Bruxelles”, “’Restano solo tre mesi per salvare Schengen’”, “Ultimatum alla Grecia: riprendere il controllo delle frontiere per evitare due anni di chiusura”.

Più in basso, un’analisi di Eugenio Scalfari sulla proposta lanciata dai due governatori delle Banche centrali di Francia e Germania di un ministro del Tesoro unico per i Paesi dell’Eurozona: “A chi dà fastidio il superministro”.

A fondo pagina, R2/La copertina: “’Non siamo inglesi’. La guerra delle parole”, di Raffaella De Santis (sull’intervento dell’Accademia della Crusca sugli anglicismi, da ‘bail in’ a ‘stepchild adoption’).

La Stampa: “Banche italiane, la grande paura. In 40 giorni bruciati 40 miliardi”, “Calo record della capitalizzazione in Borsa. Milano perde un altro 3,2%. Prepensionamento per i bancari”, “Il premier: ma non siamo l’epicentro della tempesta finanziaria”.

“Perché il credito soffre da noi e anche Berlino” è il titolo dell’analisi di Stefano Lepri.

Più in basso: “I sei Paesi fondatori in Italia: ‘Daremo la sveglia all’Europa’. Ma è rivolta contadina anti Ue”, “Diplomazia a Roma, proteste a Bari”.

A centro pagina, le foto di Noemi, Enrico Ruggeri e Arisa ieri all’Ariston di Sanremo: cantano e hanno tra le mani nastri arcobaleno. Il titolo: “Sanremo: canzoni, stelle e nastri arcobaleno”, “La prima serata del festival: l’omaggio a Bowie, molti cantanti in versione pro unioni civili”.

E Alberto Mattioli, da Sanremo: “Elton, tanto rumore per nulla”.

Sulle unioni civili, sulla colonna a sinistra: “Governo alla conta. Renzi: condanno l’utero in affitto. Rissa Pd-grillini”.

Al tema è dedicato l’editoriale di Massimo Gramellini: “Un dibattito fuori dalla storia”.

Sulla colonna a destra un intervento di Antonio Maria Costa, che è stato direttore dell’ufficio Onu contro il narcotraffico: “Così la droga finanzia il Califfato”.

Il Fatto: “Sparkle all’uomo di Lotti che rifece la casa a Renzi”, “I soliti amici. Bacci controllerà i cavi Telecom (con informazioni sensibili)”, “Anche lui fiorentino, ha ristrutturato la villetta del presidente del Consiglio a Pontassieve. Adesso si prepara a dirigere la controllata che gestisce tutte le comunicazioni verso l’Asia e Medioriente”.

Poi la vicenda di Quarto: “Quarto, l’ultima farsa: Capuozzo resta (con ex-Fi)”, “No si dimette più”.

E su Pd e M5S: “Il premier vuole mettere fuori legge i 5Stelle”.

A centro pagina: “Pd, la guerra tra i big renziani per 300mila tessere in bianco”, “Truppe cammellate. Faida al Nazareno a colpi di moduli e capibastone”, “sono i documenti di iscrizione che da Roma vengono dirottati in periferia (soprattutto al Sud) per risolvere gli scontri locali. E il ‘giglio magico’ si dilania su chi ne controlla di più”.

Sull’economia: “Unicredit e Deutsche Bank fanno tremare le Borse”.

In prima una foto dell’ex ministro Varoufakis, che il quotidiano ha intervistato: “Viaggiamo in 3° classe su un Titanic che si chiama Europa”, dice.

L’editoriale del direttore Marco Travaglio: “Il Giornale della Nazione”, ovvero il “GUN”, Giornale Unico della Nazione.

Il Giornale: “Scandalo Equitalia, in 15 anni 217 miliardi di cartelle false”, “Fisco disumano”, “Crolla ancora la Borsa, soldi in fumo e Renzi latita”-

“La vera ‘bolla’ è Matteo”, scrive nell’editoriale il direttore Alessandro Sallusti.

Con foto del presidente Mattarella: “Quella telefonata respinta da Mattarella”, “Il diktat franco-tedesco ripiega su Napolitano”.

Poi la foto di Elton John a Sanremo: “Artisti Arcobaleno. Il Festival si apre tra nastrini gay e papà Elton John”.

Sui candidati sindaci del centrodestra: “Per Roma spunta Rita Dalla Chiesa”, “L’ex conduttrice: mi prendo qualche giorno per decidere”.

Sulle unioni civili: “Ncd ci casca ancora”, “Utero in affitto, beffa del Pd: votate, poi cambiamo il mondo”.

A fondo pagina: “Il vescovo benedice la legittima difesa”, “Dopo la condanna del tabaccaio che sparò al ladro”. Si tratta del vescovo di Chioggia Adriano Tessarollo.

Sulla colonna a destra: “Dall’Iran all’Egitto, Medioriente diviso tra cattivi e pessimi”, di Livio Caputo.

Mercati

Il Corriere, pagina 2, intervista a Nicolas Veròn, economista francese e visiting fellow al Peterson Institute: “La caduta? Dipende tutta dall’incertezza sulle banche”, “Le nuove regole sui salvataggi hanno coinvolto per la prima volta i risparmiatori”. Dice Veròn: “Cosa sta succedendo sui mercati? Vorrei saperlo anch’io, ma temo che l’estrema volatilità degli ultimi giorni sia dovuta soprattutto all’incertezza legata alle nuove regole sui salvataggi bancari, che gli investitori scoprono con un certo ritardo”. Insomma, sono stati introdotti il meccanismo singolo di risoluzione, la direttiva sui salvataggi bancari, il bail in, “ma il mercato si è svegliato solo ora. Gli investitori capiscono che non saranno più salvati sistematicamente in caso di un crac, e questo è un bene. Ma come saranno distribuite le perdite è imprevedibile, e questo è negativo. Per l’incertezza gli investitori non sanno come prezzare il debito delle banche, quindi vendono. Cosa? Tutto: azioni e obbligazioni”. Perché la banche italiane soffrono di più? “E’ vero che il tema riguarda l’intera area dell’euro, ma esiste la percezione, secondo me giustificata, che la supervisione bancaria in Italia sia stata meno stringente sui crediti deteriorati”.

Di fianco, il quotidiano ricorda che oggi in Consiglio dei ministri approva il decreto sui rimborsi. E si riferiscono le parole del viceministro dell’Economia Enrico Morando: “’Un errore i salvataggi bancari senza la garanzia europea”, “Oggi il decreto sui rimborsi, per le valutazioni gli arbitri avranno modo di ricostruire i singoli casi”.

Su La Repubblica, “gli scenari” negli Usa e in Europa: “A confronto le economie dei due continenti colpite dalle vendite. Ecco quali sono le cause degli scossoni che stanno agitando i mercati”. Stati Uniti: “Dal Pil cinese alle primarie Usa. Finanza esposta alla crisi globale”, “I grandi gruppi perdono il 15-30%”. Di Federico Rampini. E in Europa: “Azionisti in fuga e crediti a rischio, le banche Ue ritornano fragili”, di Maurizio Ricci. In Borsa i fondi sovrani sauditi e del Golfo stanno liquidando i titoli per rinsaldare i bilanci pubblici. Deutsche Bank ha in portafoglio investimenti per 2 mila miliardi di euro, molti nel settore delle materie prime.

Il caso Regeni

Il Corriere della Sera: “Ore 18.52, l’ultimo sms di Giulio”, “L’appuntamento con un prof italiano: quel giorno doveva stare in casa. Il telefonino è sparito. I genitori recuperano il pc, gli egiziani lo vogliono”.

E sulla stessa pagina, Viviana Mazza, dal Cairo, racconta la reazione delle amiche sindacaliste (sindacati indipendenti): “Lo hanno voluto punire perché parlava con noi”. Perché Regeni era interessato ai venditori ambulanti? “Perché -spiega una di loro- sono i più poveri tra i poveri”. Sono un gruppo abituato alla violenza della polizia, ma anche a trattare, talvolta pagano i poliziotti per vendere liberamente i propri beni: “Un poliziotto in borghese aveva detto a uno di loro di non parlare con Giulio, di non fidarsi”.

A pagina 9: “Diteci la verità’. L’appello virale di 4.600 accademici”. Tra i firmatari, molti nomi di Cambridge e studiosi del Medio oriente, da Olivier Roy Yazid Sayigh, Daniela della Porta, Stefano Allievi e Andrea Teti. Anche Change.org ha lanciato la petizione “Giustizia per Giulio”.

Il quotidiano riproduce anche un fermo immagine dell’ultimo video registrato da Regeni per presentare la sua tesina al concorso “Europa e giovani 2014”. Le sue parole in quel video: citando Gramsci, “Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri”, “Il mio saggio su libertà e disuguaglianze analizza alcune soluzioni che le istituzioni europee possono adottare”, sui beni comuni “mette in evidenza il movimento per i beni comuni rappresentato da studiosi come Mattei e Rodotà”.

La Repubblica: “Giulio, quel buco di trentasei ore in cui poteva essere salvato”, “A un prof l’ultima telefonata prima di sparire. La pista: tradito da un agente infiltrato”. Ne scrivono Carlo Bonini e Giuliano Foschini.

Khaled El Balshy, del Comitato per la libertà del sindacato dei cronisti egiziani, dice: “Centinaia di giornalisti sotto tiro, oggi l’Egitto è peggio della Cina”, “nella metà dei casi violazioni opera del ministero dell’Interno”.

La Stampa: “Giulio preso sotto casa. ‘E’ stato un agguato’”. A scriverlo è Grazia Longo, ricordando che il ricercatore era atteso dal professore italiano suo amico, Gennaro Gervasio, che lo attendeva per una festa di compleanno.

Sulla stessa pagina il retroscena di Giordano Stabile: “La versione del Cairo: ‘L’omicidio una mossa per disarcionare Al-Sisi’”, “Gli uomini del presidente seguono la pista di nemici interni ed esterni”. Tre le ipotesi, quindi: l’Isis (per far saltare la ripresa economica), i Fratelli Musulmani (ma, sottolinea Stabile, i gruppi legati alla Fratellazna compiono piccoli attentati o puntano a giudici e poliziotti) o, tra i nemici esterni, Turchia o Arabia saudita. Con la Turchia le tensioni sono legate alla Libia, per via dell’appoggio egiziano al governo di Tobruk, duramente anti-islamista.

Il Fatto: “Regeni rapito davanti casa. 40 minuti per farlo sparire”, “Dai tabulati del telefonino (non ancora ritrovato) il momento-chiave della fine del ricercatore italiano. Le autorità egiziane avvertite subito”. Ne scrive Valeria Pacelli.

Usa (primarie)

I quotidiani italiani oggi in edicola non hanno avuto la possibilità di dar conto dei risultati delle primarie che si sono tenute nel New Hampshire.

Sul fronte democratico il senatore del Vermont Bernie Sanders ha ottenuto un’ampia vittoria su Hillary Clinton: la distanza fra i due è di 20 punti, poiché Sanders ha ottenuto il 59,7% e Clinton il 38,6%. Su Politico.com: “Sanders dà una batosta a Clinton”. E, ancora sulla Clinton: “Dopo una disastrosa sconfitta, la sua campagna spera in un una ripresa con un deciso focus sugli Afro-americani”.

Per quel che riguarda i repubblicani, Donald Trump ha avuto il 35,2% dei voti, ovvero quasi 20 punti in più rispetto al John Kasisch, il moderato governatore dell’Ohio, che si è fermato al secondo posto con il 15,9%. Ted Cruz ha avuto l’11,5%, Marco Rubio in quinta posizione (10,5%),

“Trump conferma il suo status di frontrunner”, scrive il New York Times

Dai quotidiani italiani di oggi segnaliamo la corrispondenza di Paolo Mastrolilli dal New Hampshire su La Stampa: “Un voto nel segno di Bloomberg”, “La possibile candidatura dell’ex sindaco di New York irrompe nelle primarie del New Hampshire”, “Il miliardari pronto a scendere in campo dall’inadeguatezza dei programmi’. Pensa a correre come indipendente”.

E sulla stessa pagina un articolo di Giordano Stabile da Beirut, su La Stampa: “E Sanders accende la nostalgia dei gloriosi anni 60 in Israele”, “Rivelato il kibbutz dove il democratico era andato volontario”.

Varoufakis

Oggi è Il Fatto ad occuparsi dell’incontro che si è tenuto a Berlino per lanciare il movimento “Dem25”, “Democracy in Europe Movement”. E’ stato lanciato ieri dall’ex ministro greco Yanis Varoufakis, che il quotidiano ha intervistato.

Isis

Su La Repubblica la corrispondenza di Enrico Franceschini da Londra: “Nella moschea di Jihadi John, ‘Da qui sono partiti gli assassini dell’Is’”, “Il killer dello Stato islamico e i suoi complici si sono formati in questo luogo. Erano noti come i ‘Beatles’, i quattro inglesi che torturavano i prigionieri. La moschea in questione è la Al Manaar.

Su La Stampa un intervento di Antonio Maria Costa, già direttore dell”ufficio Onu per il narcotraffico: “Quel traffico di droga dimenticato che finanzia il terrorismo nel mondo”, “Il Califfato tra Siria e Iraq è al centro dei commerci di stupefacenti verso l’Europa. Da Boko Haram in Nigeria ai taleban in Afghanistan i gruppi islamisti si arricchiscono”.

E ancora su La Stampa un articolo di Fabio Martini sull’Is in Libia: “La nuova arma del Califfo. Milizie formate da sole donne”, “Per gli 007 occidentali i jihadisti vogliono usarle per infiltrarsi nella città di Misurata”.

Hong Kong

La Repubblica: “Pugno duro di Pechino contro gli ambulanti. A Hong Kong esplode la rivolta delle polpette”, “Manifestazioni contro il tentativo di sgomberare i venditori di cibo da strada”. Ne scrive Giampaolo Visetti.

Sul Corriere: “I ribelli #fishball”, “Hong Kong in rivolta. Arresti tra i ragazzi che difendono i venditori di ‘polpette di pesce’”, di Guido Santevecchi.

Unioni civili

Il Corriere: “Unioni civili, subito la battaglia sul voto segreto”, “74 senatori lo chiedono a Grasso per l’emendamento Quagliariello-Calderoli che bloccherebbe la legge. Napolitano a favore di modifiche per la stepchild adoption: ‘Mi risulta che anche il Pd ci stia lavorando’”. Il riferimento è soprattutto all’articolo 5, che riguarda per l’appunto la stepchild. In dissenso dal gruppo di Forza Italia voterà sì anche su questo articolo la senatrice Anna Maria Bernini.

La Repubblica intervista il ministro della Giustizia Andrea Orlando, che dice: “La stepchild però è fondamentale, se non passa la legge sarà tronca”, “E’ un provvedimento indispensabile, senza i magistrati saranno costretti a colmare le lacune. E anche la Corte di Strasburgo dovrà intervenire”, “Questo testo non apre la strada all’utero in affitto. C’è una normativa molto stringente che la vieta. Se lo si ritiene la si può affinare, soprattutto prevedendo sanzioni più certe per chi dichiara false generalità”.

E Melita Cavallo, fino al dicembre scorso presidente del Tribunale dei minori di Roma, sottolinea che la stepchild adoption è già possibile in Italia: “Sì, è prevista per le coppie sposate dalla legge del 1983. Si tratta dell’adozione del figlio del coniuge. E diverse sentenze, già confermate in appello, l’hanno estesa a coppie di fatto. Ma deve valere anche per le coppie omosessuali”, perché “negare la stepchild sulla base del genere è una discriminazione sessuale”. Per lo stesso motivo “stralciarla dalla legge Cirinnà significherebbe violare la Costituzione e anche la Convenzione internazionale sui diritti umani”.

Su La Stampa: “Adozioni gay, Renzi apre agli oppositori”, “’Basta melina, la stepchild adoption per me non è il punto principale della legge’. Poi chiarisce: ‘No all’utero in affitto, porta al mercimonio sul corpo delle donne’”. Di Amedeo La Mattina.

A pagina 7: “Ma ora il voto segreto spaventa gli avversari. Il Pd: ‘Abbiamo 170 sì’”, “prime crepe tra i renziani, divisi sullo stralcio delle adozioni.

Candidati sindaci

Il Corriere, su Milano: “Prove di alleanza Sala-Pisapia per tenere insieme la coalizione”, “Oggi l’incontro con il sindaco. Sel apre la riflessione sul sostegno al manager”.

La Repubblica: “Rita Dalla Chiesa a Roma. ‘Deciderò con Berlusconi’”, “Idea della Meloni per il Campidoglio, gelo degli alleati”.

Il Corriere, su Roma: “Meloni lancia Rita Dalla Chiesa. Lei: ero con Renzi, ma potrei dire sì”, “La conduttrice: prima devo vedere Berlusconi. Il fratello: occhio ai serpenti”, “Tra gli altri nomi che circolano, quelli di Irene Pivetti e del magistrato Simonetta Matone”.

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