Morando: perché a Renzi il ticket con Bersani non basta

Enrico Morando, perché all’Italia converrebbe avere candidato Premier Matteo Renzi?
La crisi italiana è purtroppo molto profanda e grave èd è determinata essenzialmente da tre fattori: per prima cosa noi cresciamo poco; secondo, siamo un Paese diseguale e a disuguaglianza, infine abbiamo il debito pubblico più alto di tutti gli altri Paesi europei. Per affrontare questa crisi ci vuole un lungo ciclo di governo che attui un cambiamento radicale e profondo di sistema. E che sia realizzato da una grande forza riformista e che sia investito dal consenso. Renzi propone questo progetto sull’idea di un Pd a vocazione maggioritaria.

Cosa c’è di diverso da quel che propone Bersani?
Bersani avanza un’onesta proposta di sinistra tradizionale che si allea dopo il voto con forse centriste e no. Penso che questa soluzione andrebbe bene se l’Italia dovesse cambiare poco, ma invece il cambiamento che necessita e si prospetta non è affatto modesto. Se fosse così andrebbe bene Bersani, ma non è così. Il cambiamento deve essere radicale e con un esplicito riferimento al discorso del Lingotto (quello fatto da Veltroni all’atto di costituzione del Pd, ndr).

Però la discussione e il confronto, anche sulle differenze, finora (ad eccezione del face-to-face su Raiuno) è stato più all’insegna della comunicazione che dei contenuti veri e propri.
Direi che è vero fino a un certo punto. Penso ad esempio che un tema come la regolamentazione del mercato del lavoro e le tutele per i senza lavoro e i disoccupati è stato posto fin dall’inizio, ed è sul modello “alla danese” della flex security proposta da Ichino. Bersani è per Ichino, ma definisce la flex secutiry inaccettabile e rischiosa. Se però difendiamo le tutele per come le conosciamo, quelle tradizionali, è mantenere lo status quo. Non ce lo possiamo più permettere, il Paese non se lo può permettere. Questo è l’esempio di una differenza programmatica sostanziale, sin dall’inizio.

Andrà come andrà, ma l’idea di un ticket non la prende in considerazione?
Dico solo che l’idea di rinunciare al contributo al Pd, politico ed elettorale, che al primo turno è del 36% è solo che demenziale, e spero non venga a nessuno. Noi non ci stiamo ai ticket, le primarie non si fanno per questo. Insisto: se vince Bersani, le possibilità di attrarre nuovi elettori si riducono di gran lunga. Tutti invece dicono che se vince Renzi la possibilità di raggiungere il 40% dei voti è lì a un passo ed è un obiettivo da cogliere. Chiunque diriga il Pd e pensasse di andare alle prossime elezioni senza tener conto di Renzi rinuncerebbe ad una risorsa. Evidentemente vale anche il caso opposto….

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *