MAESTRI & COMPAGNI

Roberto Pierri e Paolo Granata

"La cultura è l'unico bene dell'umanità che, diviso fra tutti, anziché diminuire diventa più grande" (H. G. Gadamer)

Pillole di filosofia. A lezione da Tocqueville

Con questa video-lezione su Alexis de Toqueville di Corrado Ocone, il nostro blog intende dar vita ad una vera e propria storia del pensiero filosofico multimediale che andrà arricchendosi a cadenza mensile con la partecipazione, tanto di affermati specialisti, quanto di giovani e brillanti ricercatori, nell’auspicio di mantenere aperto il dialogo generazionale e contribuire così a leggere la storia del pensiero con le lenti di ieri, oggi e domani.
Come vedrete, il video è strutturato da una breve introduzione biografica, seguita da una classica lezione frontale dalla durata di trenta minuti in cui si cercherà di introdurre un filosofo o, il più delle volte, l’opera fondamentale che lo ha consegnato alla storia come un classico imprescindibile del pensiero occidentale.
Dato il taglio della rivista, comunque, ci concentreremo principalmente sui classici del pensiero politico, riservandoci di approfondire con maggiore attenzione giganti del calibro di Platone, Aristotele, Kant, Hegel, Marx ecc.
Sotto ogni Video, inoltre, posteremo una piccola nota biografica del pensatore (o dell’opera) in questione per facilitarne la comprensione e inquadrarlo storicamente.
Che sia per ripasso, per approfondimento, per curiosità o semplicemente per diletto, ci auguriamo che riflettere sulle tappe che hanno scandito la storia dell’occidente, sia da monito e stimolo per pensare criticamente l’oggi e progettare con maggiore consapevolezza il futuro che verrà.
Buona visione!

Alexis – Charles – Henri Clérel de Tocqueville nasce a Parigi il 29 luglio 1805 in una famiglia di nobili legittimisti, cioè vicini ai Borbone, sfuggiti miracolosamente al Terrore: suo padre Hervé era marchese e sua madre, Louise Rosambo, era nipote di Malesherbes, il difensore di Luigi XVI.

La formazione del giovane Tocqueville si svolge prima al collegio di Metz (ove il padre è prefetto) e poi all’Università di Parigi, dal 1820 al 1826, ove studia diritto. Essa risente ugualmente dell’educazione aristocratica di famiglia e dell’aria liberale che si respira in molti ambienti moderati francesi della Restaurazione. E’ negli anni dell’adolescenza che maturano in lui quei contrastanti sentimenti verso la modernità e verso la Rivoluzione francese che sono la cifra inconfondibile del suo pensiero. La grandezza Di Tocqueville starà proprio nella tensione che in lui si terrà sempre viva e non sarà mai ridotta fra vecchio e nuovo, fra rivoluzione e ordine stabilito, fra i valori liberali e le esigenze proprie della democrazia (che era per lui una tendenza dei nuovi tempi a cui non era né realistico né giusto contrapporsi frontalmente). Una tensione che gli permetterà di cogliere gli aspetti salienti della nuova realtà borghese, nonché alcune sue importanti tendenze evolutive, ma anche di individuarne i limiti e le contraddizioni.

Nel 1826 e 1827 viaggia in Italia, redigendo un Voyage en Sicile che preannuncia il più celebre resoconto di viaggio di qualche anno dopo: più che alle bellezze storico-artistiche e naturalistiche, egli è interessato agli elementi morali, politici e istituzionali che coglie con vividità di analisi e partecipazione umana.

E’ in questo periodo che intraprende la carriera di magistrato; incontra l’ amico di una vita, Gustave de Baumont, che lo accompagnerà in America; conosce l’inglese Mary Mottley, che diventerà sua moglie nel 1836.

Dopo aver prestato giuramento a Luigi Filippo d’Orléans, pur rimanendo nell’animo legittimista, nel maggio 1831 intraprende, con Beaumont, il viaggio che lo renderà famoso: salpa da Le Havre per l’America con lo scopo ufficiale di studiare il sistema carcerario di quel paese. Nel gennaio 1833, al ritorno, esce a doppia firma, ma il lavoro è per lo più di Beaumomt (a cui costa il posto di sostituto procuratore), il Système penitentiaire aux Etats-Unis et son application en France. Altre e più acute sono le osservazioni e analisi che Tocqueville ha però fatto, concernenti, come è noto, la forma del potere e della società negli Stati Uniti, nonché la forma e il destino della democrazia in genere. Dopo un breve viaggio in Inghilterra e Irlanda, egli inizia pertanto la stesura del volume, sotto forma di resoconto di viaggio, che lo renderà in poco tempo famoso e che è a ragione considerato una delle opere fondamentali della riflessione politica contemporanea. De la Démocratie en Amerique vede la luce nel 1835.

Subito dopo l’uscita del libro, Tocqueville inizia la redazione di una seconda parte; scrive una Memoria sul pauperismo e inizia a ragionare in modo specifico sul tema dei rapporti fra Ancièn Régime e Rivoluzione francese. Per interessamento di John Stuart Mill, lettore entusiasta e recensore della Democrazia, egli pubblica nel 1836, sulla “London and Westminster Review”, l’importante saggio Political and Social Condition of France before and after 1789: in esso la tesi sulla sostanziale continuità fra l’assolutismo monarchico e le istituzioni repubblicane della Rivoluzione, centrale nel secondo fondamentale libro a cui è legato il nome di Tocqueville, è già tutta dispiegata. E’ stato l’assolutismo, in effetti, a centralizzare il potere (sia politico e amministrativo) e a organizzarlo secondo leggi universali, livellando e omogeneizzando in questo modo la società.

Si tratta però di un livellamento prodotto dall’alto, non fondato sulla tendenziale “uguaglianza dei punti di partenza” vista all’opera nella democrazia americana. Un livellamento tuttavia, anche quello americano, critico e pericoloso per le sorti della società, sempre pronto in particolare a mettere capo ad una nuova forma di tirannia: il dispotismo democratico o della maggioranza, che è l’oggetto e il centro teorico del secondo (e più pessimista o meno entusiasta) libro della Democrazia, che è pubblicato nel 1840.

Da allora Tocqueville alterna la vita degli studi (nel 1841 è nominato membro dell’Acadèmie francaise) a quella più propriamente politica. Nel 1849 viene eletto deputato del villaggio della Normandia che porta il suo nome e, sotto la presidenza di Luigi Bonaparte, diventa ministro degli Affari Esteri (in questa veste ha, fra l’altro, un ruolo anche nella vicenda della Repubblica Romana). Negli anni fra il 1850 e il 1851 si gioca tuttavia la sua sconfitta politica, come annota con dovizia di particolari nelle note che egli stende e che vedranno la luce postume nel 1893 con il titolo di Ricordi.

Con il colpo di stato del dicembre 1851, Tocqueville si ritira a vita privata. Nel 1856 esce a Parigi L’Ancien Régime et la Révolution.

L’autore della Democrazia muore a Cannes nel 1859.

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