DA MADRID

Marco Calamai

ingegnere, dirigente sindacale CGIL, funzionario Nazioni Unite. Giornalista, ha scritto libri e saggi sulla Spagna, America latina, Balcani, Medio Oriente. All'ONU si è occupato di democrazia locale, dialogo interculturale, problematiche sociali, questione indigena. Consigliere speciale alla CPA ( Autorità Provvisoria della Coalizione, in Iraq (Nassiriya) si è dimesso dall'incarico ( 2003 ) in aperta polemica con l'occupazione militare. Vive a Madrid dove scrive su origini e identità.

Italia e Spagna, confronto impietoso sulle pensioni

L’Italia assomiglia alla Spagna? La domanda viene posta spesso ad uno straniero che si è stabilito in terra iberica come chi scrive. La mia risposta è sempre la stessa: NO. I due paesi sono profondamente diversi. Non in tutto naturalmente. Ma certamente sono diversi in un punto: il senso dello Stato e la trasparenza della cosa pubblica.

Due esempi per spiegare questa tesi? Il primo è senza dubbio il “berlusconismo”. Dicono gli spagnoli: già ma Berlusconi è destinato a passare. Difficile rispondere che Si, che il “dopo Berlusconi” sarà molto diverso dal “durante Berlusconi”. Il secondo è la tematica cruciale dello Stato sociale. Si veda in proposito la situazione pensionistica, ovvero una delle gambe del Welfare, sempre più importante e delicata, insieme a quella sanitaria, visto il continuo aumento dell’età media (malgrado l’arrivo degli immigranti tanto invisi). Qui non si tratta più di opinioni politiche personali come nel caso del berlusconismo. Ma di cifre. Cifre sorprendenti. A prima vista incomprensibili. In Spagna la pensione massima (corrisposta al cittadino da un organismo pubblico analogo al nostro INPS) viene stabilita dal Parlamento ogni anno nell’ambito della Finanziaria (ora Patto di Stabilità).

Bene: alla fine del 2013 la pensione massima annuale (sottolineo: annuale) per il 2013 è stata stabilita nella cifra di 35.673 Euro/anno distribuita in 14 mensilità. Il confronto con la situazione italiana è a dir poco sbalorditivo. In Italia non vi è un limite alla pensione massima. C’è chi, come un ex manager della Telecom, arriva a percepire più di 90 mila euro al mese. Si moltiplichi questa cifra per 13 mensilità e si vedrà che il signore in questione ha una pensione pari a circa 33 volte la pensione massima spagnola. Viene voglia di chiedere alla Merkel di intervenire per equiparare la situazione delle pensioni italiane a quella europea.

Scherzi a parte, non vi è dubbio che una delle ragioni per cui l’Italia ha il debito pubblico rispetto al PIL più alto d’Europa dopo la Grecia e, al tempo stesso, un altissimo grado di inefficienza della pubblica amministrazione, sia da attribuire al modo scellerato e corrotto con cui è stato fin qui amministrato lo Stato sociale. Le “caste” – sia chiaro: di tutte le tendenze – hanno tirato dal loro lato la coperta del Welfare. Senza rispettare l’interesse generale. Nel disprezzo della cittadinanza. Con la complicità e l’omertà di chi avrebbe dovuto vigilare e contestare.

  1. Ero tutta intenta a leggere,interessatissima,finche’ non ho letto “una delle ragioni per cui l’Italia ha il debito pubblico rispetto al PIL più alto d’Europa dopo la Grecia e, al tempo stesso, un altissimo grado di inefficienza della pubblica amministrazione, sia da AMPUTARE al modo scellerato e corrotto con cui è stato fin qui amministrato lo Stato sociale”…

    AMPUTARE??

  2. Mi permetto un commento ,io sono uno che ha sempre pagato tutto e non ha mai usufruito di sanatorie et similia .Il signore che qui spara nel mucchio non mi sorprende che sia della CGIL ,quanti contributi non figurativi ha VERAMENTE versato ? guardate i vari Pezzotta, Bonanni etc
    Il debito deriva dal fatto che in Italia si pagano 8 milioni di pensioni sociali a persone che non hanno mai versato un centesimo di contributo.
    Togliete le pensioni di questo tipo e mettetele alla fiscalità generale ed il sistema funziona e regge.
    Agricoltura ,artigiani ,gente che i quattrini se li spendeva allegramente invece di versarli ,certo non tutti, ci sono anche quelli che i contributi li hanno visti rubare ed altri che hanno sofferto per fallimenti etc
    Certo poi ci sono gli statali dell’Inpdap che non hanno i contributi versati perchè dicono si tratta di una partita di giro ma il deficit c’è anche per questo .

    Magari un piccolo dibattito anzichè leggere le castronate sarebbe utile a tutti per schiarirsi le idee.

  3. Ma i contributi versati come sono nel confronto Italia Spagna?

    Io da dirigente arrivavo a pagare anche 53 Milioni Anno sulla mia paga il 33,4 % del costo alla mia azienda.OBBLIGATORIO.

    Non credo sia corretto arrivare a queste affermazioni senza avere in mano il totale dei contributi versati ,nel sistema a ripartizione occorre tenerne conto prima di fare certe affermazioni

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