COSE DELL'ALTRO MONDO

Riccardo Cristiano

Giornalista e scrittore

Dopo Macerata, la verità che stenta a emergere

Che cosa è successo a Macerata? E’ successo che dopo l’agghiacciante crimine perpetrato da un nigeriano che ha orrendamente ucciso una ragazza in cura in quella zona d’Italia, un ex candidato della Lega Nord alle Comunali è sceso in strada e ha aperto il fuoco contro un gruppo di stranieri. Poi si è coperto con una bandiera italiana. Di cosa si è trattato dunque? Il termine è poco usato, si parla di squilibrio, di orrore, ma l’espressione giusta, ben nota al vocabolario politico italiano, terrorismo nero, non viene molto usata, almeno sin qui.

Eppure è chiaro che disprezzo dell’altro, razzismo, sete di vendetta, hanno guidato la mano di tanti che mai nascondono le loro trascorse simpatie fasciste e il bisogno di attualizzarle. Tutto questo, qui da noi, accade dopo gli appelli a difendere la razza bianca, dopo le campagne di odio contro gli immigrati, gli stranieri, e anche dopo gli errori, evidenti, nella gestione di queste presenze sul territorio nazionale, che non hanno certo facilitato la percezione dello straniero come una risorsa, una ricchezza. Ma è soprattutto la retorica, la narrativa di odio e paura a colpire. E qui c’entra il terrorismo, nero e globale. Il terrorismo nero è un terrorismo storicamente indiscriminato, stragista, pilotato. Anche questo è terrorismo indiscriminato, stragista, pilotato. Una fitta, intensissima campagna d’odio, di alimentazione dell’odio razziale e della paura è l’elemento che sta dietro gesti come questo, che promettono di accompagnarci nei prossimi tempi e per i prossimi tempi.

Ma non vanno visti soltanto nel panorama difficile del nostro Paese ma in quello ancor più drammatico delle  ideologie globali,  figlie soprattutto della crisi mediorientale e del racconto ideologizzato e pauroso che è stato fatto del suo travaso terrorista nel mondo. I protagonisti li abbiamo visti in altri Paesi, dagli Stati Uniti fino alla Francia, e dicendo che la propaganda dell’Isis e le fake news li abbiano aiutati ad attecchire, a diventare espressione di un’ideologia violenta, non si sbaglia molto.

Come ogni terrorismo anche questo ha bisogno di un collante, ma globale, e qualsiasi viaggio si intraprenda alla ricerca di qualche divinità che stia nel Pantheon di tutti costoro non avrà esito difficile, o misterioso. Chi ci potrà esserci nel Pantheon di questa nuova estrema destra? Non è difficile rispondere: basta guardare i programmi, i proclami, i raduni di tutti questi gruppi o gruppetti, direttamente o indirettamente riconducibili a questo ritorno “nero”, e si trova lui, Bashar al-Assad, Il terrorista che si è presentato come spietato nemico dei terroristi islamici (cosa che poi non è), il terrorista che ha incarnato, nella sua macchina d’odio doppi giochi e torture i valori di un mondo alla ricerca di un simbologia globale, simbologia intrisa d’odio, di veemenza, islamofoba e anti americana, come tutto questo mondo nero, o rosso-bruno.

Chi ha teorizzato che Assad sia il male minore lo ha enormemente sottovalutato, non ha colto la portata globale, di simbolo neo-nazista, che ha assunto nel mondo e in Europa in particolare.

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