La straordinaria modestia del padre di Dissent

Una sera dell’autunno scorso, mentre mangiavo un boccone tra una riunione e l’altra, ho preso l’ultimo numero di «Dissent», l’ho aperto a caso e ho cominciato a leggere. La sensazione di essere travolta e dilaniata da faccende burocratiche è immediatamente svanita, lasciando spazio a un fantastico mondo di idee e pensieri reali. L’occhio è caduto su un articolo di Chelsea Szendi Schieder intitolato “Il collasso demografico in Giappone”, e in pochi minuti ho cominciato a mettere a fuoco un problema che in parte già conoscevo, ma su cui non mi ero fatta un’idea precisa. La scrittura era brillante ma al tempo stesso rispettosa del lettore, non aggressiva o sensazionalistica. Le argomentazioni erano esposte in modo chiaro, per mettere in risalto i punti che meritavano di essere approfonditi, o sui quali si poteva dissentire. I dati statistici, seppur dosati con moderazione, erano sicuramente utili per chi, come me, non va spesso in Giappone e non ha gli elementi per contestualizzare il suo movimento femminista. Ero felicissima di aver sfogliato quel numero.

È questo il contributo che, anno dopo anno, Michael Walzer ha dato alla nostra vita culturale. Dissent provoca, informa, anima dibattiti. E consola, come nel mio caso, perché in un mondo in cui le argomentazioni logiche e rispettose sono merce sempre più rara, imbattersi in un articolo degno di questo nome è rincuorante. Ma è anche una lettura piacevole, grazie alla qualità della forma e all’efficacia dei contenuti. Naturalmente il merito di tutto questo va in larga parte agli autori, ma come saggista pubblicata da Dissent so quanto sia importante il contributo di Michael: è lui che sceglie gli autori e i testi, curandone egregiamente l’editing.

Realizzare e tenere in vita una rivista è un lavoro estremamente impegnativo. Nel caso di Michael, uno dei più importanti politologi contemporanei, si tratta di un’autentica mitzvah, un gesto di estrema generosità intellettuale. Michael ha scritto alcune delle opere di teoria politica più interessanti e significative degli ultimi cinquant’anni. Ogni volta che mi capita di rileggere Sfere di Giustizia, o di parlarne ai miei studenti, trovo un nuovo spunto di riflessione. A differenza di quasi tutta la letteratura “comunitarista”, questo esile libro resiste alla prova del tempo, offrendo un resoconto dettagliato della complessa rete di rapporti che legano i cittadini di una società liberale. E Walzer è sempre stato estremamente attento alla necessità di difendere la libertà del singolo e al tempo stesso rispettare i diritti della comunità.

Guerre giuste e ingiuste è tuttora il principale testo di riferimento in questo campo di studi. Pochissime altre opere sull’argomento abbracciano un orizzonte storico tanto vasto, esponendo al tempo stesso argomentazioni impeccabili per lucidità e precisione. È un punto di partenza obbligato per tutti coloro che insegnano o si occupano della materia.

Tra quei saggi d’esordio e l’ultimo, imponente progetto sul pensiero politico ebraico, c’è una serie ininterrotta di importantissimi articoli. La sua intera produzione filosofica colpisce per la varietà tematica, la chiarezza dell’esposizione e la profondità delle analisi.

Per quale motivo, dunque, una persona così impegnata ha scelto di dedicarsi anche a Dissent? Probabilmente la risposta sta nel suo interesse per ogni aspetto della vita umana, e nella sua straordinaria generosità d’animo. L’indubbia grandezza di quest’uomo sarebbe disarmante, se Michael non fosse anche l’emblema del mensch, ossia una persona di straordinaria modestia, e con cui è molto piacevole stare insieme. Averlo conosciuto è stato un grande dono.

(Traduzione di Enrico Del Sero)

Martha C. Nussbaum è autrice, tra gli altri, di Disgusto e umanità: l’orientamento sessuale di fronte alla legge (Il Saggiatore 2011), Non per profitto: perché le democrazie hanno bisogno della cultura umanistica (Il Mulino 2011), Creating Capabilities: The Human Development Approach (Harvard University Press 2011), The New Religious Intolerance: Overcoming the Politics of Fear in an Anxious Age (Harvard University Press 2012) e Philosophical Interventions: Book Reviews 1985–2011 (Oxford University Press 2012). Il suo nuovo libro, Political Emotions: Why Love Matters for Justice, sarà pubblicato nel 2013 dall’università di Harvard.

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